Il caffè del recruiter
(e piccoli suggerimenti per una corretta comunicazione con chi ti esamina)
Ci siamo.
Sei al tuo primo colloquio di lavoro in assoluto. Ti sei documentato, hai chiesto ai parenti, agli amici più grandi di te un po’ esperti che hanno la fortuna di essere già impiegati da qualche parte, ma non hai ancora idea di quello che ti aspetta.
Chi sono i recruiters? Cosa fanno? Quali domande diaboliche sono disposti a progettare? E soprattutto come devi rispondere, cosa devi indossare, a che ora devi arrivare?
Per te che sei alle prime armi, ecco un breve manuale di consultazione per rispondere ai dubbi più comuni su recruiters e colloqui di lavoro.
Chi è il recruiter
Il recruiter è una persona normale che arriva in ufficio con una tazza di caffè in mano e la consapevolezza che gli toccherà spulciare una pila di carte e mail dall’apparenza identica, per tutto il giorno. Dovrà individuare il candidato ideale da sottoporre all’azienda cliente, se si tratta di un recruiter di agenzia, o al capo reparto, se si tratta di un recruiter interno.
Il suo, dunque, è un lavoro elaborato perché deve carpire tutto di una persona da due righe di presentazione, e se il caffè che ha in mano non è buono l’impresa si farà ancora più ardua.
Come farsi notare dal recruiter
È necessario avere due fattori dalla propria parte: 1) un curriculum pulito, 2) le idee chiare. Per curriculum pulito si intende un riassunto che faccia capire fin da subito chi sei, quali sono le tue skills, gli studi portati a termine, i tuoi obiettivi e la tua motivazione. Per scrivere bene tutto questo, va da sé che serve il punto numero 2, ovvero le idee chiare.
Il curriculum, inoltre, andrà presentato in modo ordinato e possibilmente dovrà contenere qualcosa che lo renda diverso dagli altri a colpo d’occhio. Ovviamente questo non significa metterci fiorellini e colori, quanto piuttosto impaginarlo bene.
Impaginare il curriculum
Cosa vuol dire impaginare bene il curriculum? Significa dare un ordine visivo, prima di tutto. Fai una sorta di titolo o intestazione, con i tuoi dati di contatto ben leggibili. Scrivi un’introduzione di te stesso, in modo che il recruiter abbia chiaro fin da subito chi sei e cosa vuoi. Se hai esperienze di lavoro, descrivile in ordine cronologico a partire dalla più recente; per ognuna, evidenzia quali sono stati i tuoi compiti e cosa hai imparato.
Elenca gli studi, gli argomenti in cui sei più forte, eventuali lavori di volontariato. Formula una valida e accattivante presentazione; per farla al meglio, cerca di rispondere alla domanda “perché dovrebbero scegliere proprio me?”. Infine, concentra tutto su una pagina, due al massimo.
Ottenere il colloquio
Scrivere un buon curriculum non basta per ottenere un colloquio: bisogna anche candidarsi per il giusto posto di lavoro. Quello che il recruiter vorrà vedere, infatti, sarà una persona seriamente entusiasta e motivata, e per essere entusiasti e motivati bisogna essere come minimo appassionati del settore o del ruolo per il quale ci si sta candidando. Purtroppo la motivazione “sono appassionato nel non morire di fame” sembra non funzioni.
Se ti candidi per qualcosa che non ti piace o non ti convince, prima o poi qualcuno dall’altra parte lo noterà e il lavoro non sarà comunque tuo. Forza, dunque, cerca annunci che ti piacciono, leggili con attenzione e adatta il curriculum in base a quello che c’è scritto. Vale a dire: se ad esempio l’annuncio richiede una persona abile nel lavoro di team, potrebbe essere utile citare nel cv quell’esperienza come animatore fatta tempo fa.
Incontrare il recruiter
Sei arrivato al fatidico giorno: il recruiter ti ha chiamato per un appuntamento. Ora che si fa?
Semplice: si va vestiti da se stessi. Scegli dall’armadio un outfit che ti faccia sentire comodo e a tuo agio; dovrai gestire l’emozione, evita anche di dover litigare con pantaloni che tirano o scarpe che fanno venire i calli e che stai mettendo solo perché tua madre ha detto che ci stanno bene.
Considera sempre l’azienda per la quale ti stai candidando: se si tratta di un centro sociale non ci andrai in giacca, ma guai a presentarti in scarpe da ginnastica in uno studio legale. Ogni settore richiede i suoi codici di comportamento e, in caso di dubbi, scegli sempre una tacca di eleganza in più: meglio più precisi di altri, che fuori posto.
Cosa guarderà di te il recruiter? L’abbigliamento, l’aspetto generale (hai i capelli puliti, una macchia sulla camicia, troppo profumo?), come stringi la mano, quanto sorridi. Se sei agitato, semplicemente dillo. Sii onesto. Non mentire sulle tue conoscenze e soprattutto non mentire sulle lingue straniere: inutile rivendersi un B2 se nella realtà non capisci il cameriere al ristorante.
Il caffè del recruiter
Il recruiter può essere ancora assonnato oppure no, quando la mattina arriva in ufficio. Ha un caffè bollente in mano, cinque annunci di lavoro aperti, per ognuno dei quali ci sono almeno 50 candidati. Il recruiter può essere giovane e inesperto oppure adulto e della vecchia guardia. Può sentirsi annoiato o diverso, e per questo può fare domande di qualunque tipo, da ‘raccontami di te’ a ‘siete in cinque su una zattera e state annegando, chi butti giù?’. Lo scopo di alcune domande non è valutare il tuo (o suo) grado di sadismo, piuttosto capire come reagisci di fronte agli imprevisti e come sei messo a spirito di squadra, capacità di leadership, velocità di reazione.
Insomma, un colloquio non è solo un colloquio, ma una valutazione globale dell’individuo. Naturalmente, anche il recruiter è umano: può essere bravissimo a inquadrare le persone al primo giro ma può anche essere un completo incapace. E su questo non ci puoi fare niente. Quel che puoi fare, però, è presentarti al meglio, bere il tuo caffè prima di entrare e dire ‘sì, grazie, accetto volentieri un bicchiere d’acqua’, se ti offrono qualcosa.
Tips, varie ed eventuali
Se ti sporchi la camicia poco prima di entrare, succede! Dillo subito e scusati, così non sembrerai una persona sciatta.
Se sei in ritardo per un qualsiasi motivo, telefona e avvisa per tempo.
Non usare il tuo cellulare per nessuna ragione durante un colloquio, e togli suoneria e vibrazione; se devi per forza tenerlo acceso, informa il tuo interlocutore.
Sfila il cappotto, quando entri, o darai l’impressione di una persona in fuga.
Impara bene il tuo cv e controlla che tutte le date coincidano: sembra banale ma ti assicuro che sono molte le persone che non lo fanno!
Non parlare al negativo e non chiedere subito quanto ti pagano: è la strada più rapida per uscire dalla porta principale.
Preparati un discorsetto allo specchio, potrebbero chiederti di descriverti. Preparati anche domande sulla posizione e sull’azienda, faranno capire che sei sinceramente interessato.
Non dimenticare di dosare la stretta di mano. E’ il primo contatto con l’altro, capace di trasmettere tutto sul carattere di un individuo. Nessuno ha voglia di toccare una sottiletta, ma nemmeno di essere stritolato ed avere dolori alle dita – comune conseguenza se si portano anelli (provare per credere).
Infine, togli come foto profilo di Facebook quella fatta l’altra sera alla festa in cui eri ubriachissimo con gli amici. Anche il recruiter usa i social network: scommettiamo che ti cercherà lì? 😉
Chi sono
1 Commento
Ottimo articolo e davvero utile!
Aggiungerei altre tre tips venute fuori da chiacchierate con mio marito che fa, tra le altre cose, i colloqui interni per l’azienda per cui lavora:
1) studiate il sito dell’azienda per la quale vi candidate. La loro pagina di chi sono, i loro obbiettivi, vi aiuterà nel punto 2.
2) Personalizzate il curriculum in base all’azienda che contattate. Se vi candidate per IT al recruiter in prima fase non interesserà che nel 2009 avete fatto un corso di pittura ( ovviamente è un esempio estremo) 🙂
3) Create dei curriculum brevi, una o due pagine se è possibile, a meno che non siate altamente specializzati per quel posto di lavoro, o segnalati da qualcuno all’interno dell’azienda, il recruiter non si mettono a leggere dieci pagine di curriculum. :/
In bocca al lupo e non scoraggiatevi ai primi no, l’occasione per farvi notare arriverà 🙂