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Il cammino dell’anima

di Fabiola
ragazza panchina vietnam

Il cammino dell’anima

ragazza panchina vietnam

Oggi aggiungo un anno, non all’età e neanche al secondo millennio, ma al mio cammino.

Un cammino che è iniziato esattamente cinque anni fa, su un aereo che non mi conduceva semplicemente all’estero, ma più che altro all’interno della profondità della mia anima.

Eccomi di nuovo qua, come da tradizione.

È giunto il momento di tirare le somme.

29 Gennaio 2020: il mio capodanno.

Emigrare è stata una mia decisione, una cosa che ho voluto e dovuto fare tutta da sola e, nel momento in cui mi sono ritrovata faccia a faccia con me stessa, mi sono scontrata con tutte le mie paure.

Ogni esperienza vissuta è stato un tassello, che non solo mi insegnava a vivere la vita, ma anche a scoprire alcuni lati del mio carattere fino allora sconosciuti.

Piano piano mi sono spogliata di tutte quelle paure, che forse non erano del tutto mie, affrontando situazioni complicate, cambi di lavoro, traslochi, viaggi in solitaria.

Tutte queste esperienze mi hanno fatto crescere e migliorare.

Ho lavorato tanto:

sul mio corpo, fino a sentirmi bene dentro di esso e raggiungere un equilibrio nell’alimentazione e nello sport;

sulla mia mente, cercando di vedere sempre la vita nel lato positivo;

sulla mia anima, fino a incontrare la felicità e mantenerla viva nel mio quotidiano.

Ho trovato un equilibrio con me stessa e ho scelto, in molte occasioni la solitudine.

Ho preferito più volte trascorrere del tempo sola, probabilemente perchè non ero pronta per stare in mezzo agli altri, o semplicemente non ne ero capace, o forse avevo bisogno di conoscermi meglio ed imparare ad amarmi.

Durante il mio cammino interiore sono emerse a poco a poco tutte le mie fragilità e le mie mille facce, ho dovuto spogliarmi delle maschere indossate e affrontare e capire le mie fragilità, fino ad emergere.

Sono emersa dal mio profondo e rinata.

Quando ho trovato la felicità dentro me, per un periodo ho voluto condividerla solo con chi era diventato la cosa più importante della mia vita: cioè io.
Molto probabilmente sono stata egoista, ma non sarei arrivata dove sono ora se non lo avessi fatto.

Viaggiavo sola ed ero gelosa delle mie emozioni e delle mie esperienze, che mi hanno insegnato il sapore della vita.

Ho fatto tutto quello che potevo fare per me stessa e ogni cosa che facevo mi rendeva più forte e cresceva il seme della mia anima.

Proprio quando sono sbucate le radici e sono diventate forti e robuste, capì che potevo contare su di me:  mi ero resa conto del mio valore ed era cresciuta la mia autostima.

Solo in quel momento ho iniziato a sentire il bisogno di aprirmi verso gli altri.

Ma non è stato facile esporre il mio fragile stelo al resto del mondo, perché alla prima soffiata di vento ha fatto comparire alcuni fantasmi del passato.

Sono emerse alcune fragilità che pensavo di aver superato come la difficoltà in creare relazioni umane, la timidezza inspiegabile, i silenzi ingiustificati.

Ho dovuto fare un passo indietro, rimettermi a lavorare sulla mia persona, scavare ancora più a fondo e, ancora una volta, ho dovuto fare a pugni con quegli aspetti non apprezzati da me stessa.

Poi ce l’ho fatta.

Oggi sono una persona nuova, il mio tronco è forte.

Ho voglia di stare in mezzo agli altri: condividere più momenti possibili con le persone, conoscere nuova gente,  viaggiare sola, ma con l’idea di conoscere storie di qualche viaggiatore, di creare nuove amicizie e connessioni per il mondo.

Nel frattempo non voglio rinunciare ai miei spazi.

Ho trovato un giusto equilibrio: un giorno lo passo in mezzo alla gente, l’altro con me stessa.

Devo rispondere al mio estremo bisogno di isolarmi di volta in volta per riflettere, meditare, leggere, scrivere, perché in fondo si sa che la maggior parte degli scrittori sono dei solitari di natura.

Ma non voglio rinunciare a riempire il cuore con il calore delle persone.

La verità: ho sempre voluto aprirmi al mondo.

In molti di questi anni chissà ho sprecato tante occasioni di avere amicizie, ma ora ci sto riuscendo ed è questo quello che conta.

L’importante è quello che sei oggi, il passato ormai è andato.

In fondo credo sia meglio così, perché oggi sono orgogliosa della persona che sono diventata e posso esporla al mondo senza vergogna.

Molto probabilmente avevo bisogno del mio tempo, il quale mi ha donato un’energia nuova, diversa.

Ora con la serenità nell’anima e con questo tronco resistente e robusto, voglio che i rami del mio albero continui a crescere, intrecciandosi con le vite degli altri, per proseguire assieme in questo fantastica avventura, chiamata vita, fino a toccare l’infinito.

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3 Commenti

Chiara - Parigi 29/01/2020 - 07:40

Cara Faby,

sono felicissima per te per questa nuova consapevolezza e questo nuovo equilibrio. Le anime solitarie e che come noi “camminano da sole” credono di sapersela sempre cavare da sole in tutto, finché non capiscono che “la felicità è reale solo se condivisa”. Anche io come te, da anima solitaria e timida emigrata all’estero, ho imparato a dare valore alle persone e alle amicizie incontrate lungo il cammino, pur senza rinunciare ai momenti di riflessione in solitaria.
Continua così, il mondo è pieno di persone meravigliose che saranno là per te per accogliere le tue fragilità, non per reprimerle.
Fidati di loro e le cose non potranno che migliorare ❤️

Un abbraccio fortissimo,
Chiara – Parigi

Rispondi
Fabiola 31/01/2020 - 09:45

Carissima Chiara,

Sempre molto dolci i tuoi commenti. Grazie <3

Hai proprio ragione.

Dare fiducia al prossimo non sempre è facile dato che spesso si cresce in contesti dove sembra che tutto il mondo voglia fregarti o farti del male.

Però per fortuna non è così. Con il tempo ho imparato a guardare la vita con un'altra ottica: la mia evoluzione o l'esperienza all'estero mi hanno fatto aprire alle persone ed è proprio come dici tu. Ce ne sono di meravigliose.

Un abbraccio.

Fabiola - Mallorca

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Alessandra Cina/Ucraina 30/01/2020 - 15:38

Che bel percorso! Mi ci rivedo un sacco. 💓

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