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Il luogo della memoria

di Barbara-Bonn
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Non so se vi è mai capitato di tornare in luoghi dove non siete stati da tempo, magari anni e vedere che tutto è rimasto uguale ma voi siete diversi.

Quali sensazioni avete provato? Quali emozioni?

Credo che, se le ascoltassimo, scopriremmo tanto di noi.

A me è capitato varie volte di tornare dove ero stata per un lungo periodo della mia vita e guardare tutto il passato con occhi nuovi. Ho visto le strade dove sono sono cresciuta e ho notato la periferia urbana, la sporcizia, le persone e come erano vestite, come parlavano: tutto con occhi distaccati. E ho paragonato e valutato tutto e pensato ai pro e ai contro. Questo in passato, forse perché ero più giovane, o semplicemente più razionale (anche se dubito che la razionalità come tale esista, ma questo forse è un altro discorso).

Allora, come dicevo, in passato ho valutato e paragonato e tratto le conclusioni. Oggi no.

Oggi il mondo ruota diversamente.

Forse è tempo di riflessioni. Forse è primavera. Forse è il venticello di un piacevole polare che oggi spira e che, secondo me, dal nord giungerà fino in Africa e in Africa forse si convertirà in pioggia. Insomma oggi vedo “fantasmi” di me e del mio passato in una città che non è più mia, o forse non lo è mai stata.

Come scrivevo in un post passato, sono tornata nella mia città natale per lavoro: non starò molto ma sto assorbendo questa esperienza con piacere e come un tesoro inaspettato. Certamente ho constatato i lati negativi italiani e quelli positivi, perché nessun posto è perfetto e si trovano sempre pregi e difetti.

Ma oggi è il giorno del tempo, per così dire. Guardo d’intorno. Tutto rimane uguale, la periferia della grande città cambia non cambiando. Il centro rimane bello, rumoroso, elegante e volgare allo stesso tempo, come lo è sempre stato. La pioggia ha lo stesso odore vicino ai pini e il mare in primavera è sempre dolce e pacato. Fantasmi della mia gioventù mi rincorrono e mi vedo, e vedo il mio passato e le mie scelte. Oggi non giudico e non decido: guardo solamente. Mi riposo. Guardo il finito perché l’infinito non si può osservare ma solo sentire.

Penso: “Il tempo è passato ma il mondo intorno a noi sembra non cambiare, mutando”.

E allora forse bisogna essere contenti della vita e delle nuove possibilità che si aprono perché, se anche il resto del mondo non cambia, io ne ho la possibilità e ho anche quella di scegliere dove vivere e cosa fare, almeno un minimo.

I miei “fantasmi” oggi mi hanno parlato solo apparendo fugaci per un attimo. Mi sono sentita forte dei miei cambiamenti, del fatto che posso guardare diverse città e vedere me nel ricordo più giovane, vivere e sbagliare e essere felice… ma soprattutto, vivere.

Le città non cambiano (e forse nemmeno nemmeno le persone), ma raccontano vite che sono passate e che si sono “vissute”. Raccontano anche la mia, se guardo il mio quartiere attentamente con gli occhi della memoria: io mi osservo e prendo la forza da me passata, il dialogo muto mi dice di continuare a essere diversa in luoghi diversi.

Forse è di nuovo l’ora di partire con uno scopo in mente per essere quella che ancora non sono. Ma oggi non è giorno di decisioni: solo di memoria, da cui trarre forza per divenire le mie possibilità.

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