Il mio trasloco da Berlino a Barcellona
Il mio trasloco da Berlino a Barcellona non è stato immediato. Vi ho raccontato quello che mi è successo prima di arrivare a questa decisione e ora vi svelo i dettagli
Ci sono molte cose di cui prendersi cura quando si lascia un Paese
Nel mio caso si trattava principalmente dei documenti della disoccupazione e del mio appartamento in affitto – sì, pochi mesi prima di partire ero finalmente riuscita a trovarne uno…che ironia.
In Germania la burocrazia è molto macchinosa e richiede tempo e pazienza in quantità industriali (no, non c’c’è l’efficienza che tutti credono, non a Berlino). Io, oltre a richiedere la disoccupazione, dovevo anche avviare la procedura per avere il PD U2, il documento che permette di esportare la disoccupazione in un altro Paese europeo legalmente. Per usufruire di questa possibilità, bisogna restare nel Paese in cui si fa la richiesta per almeno 4 settimane dalla fine del periodo lavorativo. Questo mi dava tutto il tempo di occuparmi del mio appartamento e comprare un biglietto aereo.
Il viaggio non è stato dei più semplici:
a causa della situazione non c’erano voli diretti e ho dovuto prendere un volo a Francoforte. Quindi alle 4 di mattina, con le mie 4 valigie, mi sono alzata e sono uscita, il mio Uber mi stata aspettando, stavo partendo davvero!
Avevo con me il test negativo e il questionario, ovvero i documenti richiesti per viaggiare in Spagna, ma non essendo resistente e non avendo documenti di lavoro che motivassero il mio spostamento, temevo che mi avrebbero bloccata all’aeroporto. Desideravo da molti anni questo trasferimento e il pensiero che qualcosa potesse andare storto mi dava un’ansia tremenda. Inoltre non vedevo l’ora di vedere un po’ di sole – metaforicamente e realmente – dopo mesi di lockdown ed esaurimento.
Dopo circa 12 ore dalla partenza sono finalmente atterrata. All’aeroporto è andato tutto liscio e nel momento in cui ho oltrepassato la porta di uscita, ho sentito lacrime di gioia scorrermi sulle guance. Ero a Barcellona!
Esattamente come avevo fatto per trasferirmi a Berlino,
prima di partire ho prenotato una stanza in un AirBnb per alcuni giorni, in modo da avere tempo di cercarmi un posto dove stare. Trovarlo è stato semplicissimo e veloce, al momento ci sono decisamente più alloggi che gente che cerca, quindi nel giro di mezza giornata il problema alloggio era risolto.
Trasferirsi in un momento del genere implica che tutto vada un po’ a rilento,
quindi se solitamente il modo più rapido per prendere la residenza è mettersi in coda davanti all’edificio preposto alle 5 di mattina, ora non si può, perché senza appuntamento non si entra. Io sto ancora aspettando di avere i documenti necessari per poter avere una copertura sanitaria, aprire un conto in banca e altre cose del genere, ma li avrò presto.
Ho anche deciso di non stressarmi più del necessario:
la vita mi ha dato la possibilità di trasferirmi qui, che è stato il mio sogno per anni, e voglio godermela al massimo. Sto facendo passeggiate di km e km in città, sto esplorando un po’ i dintorni, ho fatto la tessera per un coworking, in modo da conoscere persone nel mio ambito di interesse, sto provando nuovi ristoranti…mi sento viva di nuovo, mi sento me stessa di nuovo ed è una bella sensazione.
C’è chi non capisce la mia scelta e ovviamente ci sono state persone che mi hanno “ragionevolmente” suggerito di trattenermi a Berlino fino alla fine della pandemia. Io non so quando finirà, ma mi è stato molto chiaro come ci si senta quando a finire sono la motivazione e la gioia di vivere. Ogni persona fa il percorso che ritiene migliore e ognuno di questi è valido, ma non bisogna aspettare per essere felici, neanche un giorno.
Chi sono
2 Commenti
“C’è chi non capisce la mia scelta”… le persone devono capire che certe cose vanno capite solo se vissute!
In bocca al lupo Agnese ❤️
O in alternativa che non tutto quello che non viene capito deve essere giudicato 🙂
Grazie! <3