Il tempo di ripartire
La mia mente vagava intorno a quell’idea da mesi. Presa dalle incombenze di tutti i giorni, era per molto tempo diventata un pensiero fugace tra una giornata di lavoro e un salto al supermercato. Ma quel giorno mi svegliai e decisi che era venuto il momento di dare seguito a quella fantasia che non accennava ad abbandonare i miei pensieri.
Era ora di ripartire.
Inutile girarci troppo intorno, le decisioni per me hanno sempre preso lo stesso percorso per concretizzarsi, ormai l riconosco mentre si trasformano. Partono da uno stimolo qualunque, magari una chiacchierata al bar con un’amica, restano incastrate tra i gangli celebrali per settimane, mi tolgono il sonno, tornano fuori come ipotesi, frasi buttate un po’ là con mio marito. In pochi giorni diventano fonte di curiosità, vediamo se si può fare, iniziano a trasformarsi in elementi più reali mentre prendo informazioni, raccolgo testimonianze. E all’improvviso si materializzano, perfette, o quasi. Hanno una forma precisa, o comunque estremamente convincente. Si ergono di fronte a me bianche, scintillanti e realizzo che sì, non sono più solo idee. Sono diventate progetti. Sono i miei prossimi passi.
Così, allo stesso modo, è arrivata anche questa epifania che adesso è un piano. Ci sono, ci siamo, io e il mio compagno di mille avventure. Abbiamo deciso, andiamo via.
Los Angeles, in cui viviamo da ormai 10 anni, ci ha dato tanto, le siamo grati, ma è finita.
È proprio come quelle relazioni romantiche che ti arricchiscono, ti permettono di crescere, ti alimentano sotto ogni punto di vista e, ad un certo punto, per colpa di nessuno, si esauriscono. Restare insieme solo per comodità, non è mai stato nel mio stile, lo sanno bene i miei ex, lo sanno le altre città in cui ho vissuto.
Ci siamo dette tutto io e Los Angeles, ci siamo date tutto. Il nostro rapporto finisce così, senza rancori, con una stretta di mano, anzi no, un abbraccio. Non è arrabbiata lei, non lo sono io. È stato bello. Ora è tempo di cambiare.
Cosa cerco, dove andremo?
Il mio dito sulla mappa punta a est. Ho bisogno di un panorama diverso, di una comunità più piccola, di un ritmo più umano. Dio sa quanto mi piacerebbe tornare, anche se solo per un beve periodo, sulle mie colline toscane, a Saturnia.
Ci penso, valutiamo, non ce lo possiamo permettere.
Al netto della dolorosa bellezza di quei posti non c’è nulla lì per noi, sarebbe traumatico professionalmente e forse anche umanamente. No, restiamo nel continente americano, ma cambiamo costa, magari dalle parti di Boston, una cittadina vicina, connessa, a poche ore dalla grande mela, a mezz’ora da una delle università migliori del mondo dove il mio compagno spera di lavorare.
Io sono un’illustratrice, potenzialmente posso lavorare ovunque in questo grande paese, purché nei suoi confini, roba di tasse, permessi, burocrazia con la quale si deve fare i conti. Ho voglia di quiete, qui c’è troppo sole, troppo rumore. Il Massachusetts mi intriga.
Ora dobbiamo trovare casa lì, disdire questa, prenotare i biglietti, mandare curriculum, salutare tutti i compagni con cui ho condiviso la vita californiana, riposizionare logisticamente le nostre vite, ricominciare. Pensieri che la maggior parte delle persone vivrebbe con terrore sono adrenalina pura nelle mie vene.
Mi sento viva, di nuovo.
L’immaginazione è una grande risorsa. Anche per scrivere.
Abbiamo fatto un gioco: ci siamo date alcuni incipit e da lì abbiamo costruito storie. Forse sono i nostri sogni nel cassetto o forse, invece, sono le storie di altre “noi” che si sono avverate. Questo racconto fa parte di una serie di post nati da questo gioco. Se anche voi volete partecipare scriveteci: vi manderemo un incipit per far volare la vostra fantasia!
#giocoincipit
Chi sono
4 Commenti
Elena ciao
Che bello questo cambio di vita “fantasioso”, in questo gioco abbiamo scelto entrambe gli USA, chissà se questo ha un significato !
un abbraccio Bru
Ciao Elena,
Mio figlio, 16 anni, farà un semestre di studio a Vancouver e deve scegliere dove stare. Che quartiere consigli a downtown? Dove assolutamente è meglio NON abitare? e fuori dal centro, quali zone sono considerate belle e vivibili tra i vary Burnaby, Langley, Coquitlam, ecc?
Ti sarei davvero grata per qualche dritta..
grazie
Ciao Cristina,
Innanzitutto dipende da dove tuo figlio andrà a studiare. Downtown è tutta in generale una buona zona, ma a mio parere troppo cara. Assolutamente da evitare downtown Eastside. Attenzione downtown non è l’unico centro, è solo il centro “business’. Altre zone sono molto carine e vivibili sempre in centro città, come Commercial drive, Mount pleasant, Collingwood. Anche Burnaby, sia nord che sud è una buona zona, Langley e Coquitalm sono decisamente toppo lontane.
grazie mille!