Al numero 10 di Spezia Road c’è una casa con i muri bordeaux, un giardino quadrato esterno, un portone grigio chiaro sovrastato da uno stretto arco bianco.
Intorno, case esattamente identiche (tutte a schiera), costituiscono questo bel quartiere nella zona due di Londra.
Le mie gambe toccano Victoria Station ed io mi ritrovo in piena aria londinese, la mia amica Ersilia mi telefona “dove sei?”.
Ci cerchiamo, ci troviamo, dopo circa due anni e mezzo di sole telefonate su whatsapp e messaggi diretti su Instagram.
Abbiamo studiato nella stessa università, in Italia, ci siamo laureate a pochi giorni di distanza, poi la carta del suo destino ha scritto Londra e quella del mio Barcellona. Non ci siamo più viste fino ad oggi, Giugno 2018.
Ci siamo raccontate la vita in 25 minuti su un Uber che sfrecciava nella città inglese, passando tra monumenti e palazzi straordinari, un sole caldissimo pensava ad illuminare la giornata.
La mia amica oggi è una Digital Influencer Manager e ha creato un bel mondo lavorativo da sé.
Mentre la ascoltavo, mentre mi faceva vedere la sua bella ed accogliente casa, mi raccontava dei traslochi organizzati, dei mobili scelti, degli orecchini colorati che adora. Delle orribili turbolenze sofferte in uno dei suoi viaggi, io pensavo “quanta acqua sotto i ponti è passata, sei così cambiata, cresciuta.
Vedo una donna, colorata, vera, che non ha paura di mostrarsi, di ridere, di dire”. Mi sono sentita fiera di lei e di tutte le donne che vivono e costruiscono la loro vita.
Il mio week end lungo con Londra è stato frenetico e bellissimo.
Notting Hill, le sue librerie nascoste che si estendono in lunghezza, un Vogue del 1994 con Lady Diana meravigliosa in copertina che ho dimenticato di comprare (ma che comprerò).
Hyde Park con un silenzio inaspettato in tutto l’immenso giardino, South Kensington straordinaria, limpida, bianca, elegante, i colori e i mood estremi di Camden Town.
La Domenica sul Tamigi, all’Anchor Pub dove sembrava una festa piena di gente di mondo.
Soho e i suoi ristoranti. I negozi vintage di Portobello ed una felpa con su scritto Love will win.
Avrebbe potuto esserci qualunque altra scritta ed invece i miei occhi hanno trovato quella: “l’amore vincerà”.
Per pochi istanti mi sono fermata su quella scritta, l’ho letta più volte, “suona bene in inglese” ho pensato (ed ho pensato anche di comprare la felpa in giallo), in quei pochi secondi ricordo di aver pensato all’amore e alla sua vittoria, forse ci ho messo un punto interrogativo in mezzo, ma in fondo ci ho creduto.
Quelle felpe mi hanno ispirata ed i miei pensieri hanno fatto un giro infinito, come sempre quando i miei sensi captano qualcosa che diventa musa, si sono isolati, sono andati su Marte o su qualche orbita o costellazione di cui non conosciamo ancora il nome. Poi sono tornata sul pianeta terra ed Ersilia mi ha detto che le piaceva un vestito pieno di colori.
Erano i giorni in cui il mondo si preparava al Love&Pride e Londra era pronta e vestita per l’occasione.
Due uomini abbastanza giovani e sicuri per mano a Camden Town, ho pensato che era vero, Love will win.
Ciao Londra, grazie per avermi ispirata.
Ci rivediamo.
Presto.
Chi sono
1 Commento
Ho un rapporto conflittuale con Londra. Sono andata tante volte da turista. A volte mi e` piaciuta da morire, altre ho odiato gli interminabili e incomprensibili transfers da un lato all`altro della citta`, l`odore nauseante di birra per strada e il fatto che a mezzanotte non hai piu` il pub aperto. Ma una cosa l`ho sempre detta: manca nella mia lista. Tutti gli expats che fanno lavori simili al mio si osno trovati a viverla per un breve periodo, come e` successo che io non mi sia mai dovuta trasferire li?!