Siriani, francesi, polacchi, svedesi, albanesi, giapponesi, coreani, turchi, svedesi, bosniaci, americani, albanesi nella mia classe. Io rappresento l’Italia, pensate un pò. La prof. la Germania.
Ovviamente la scuola conta più nazionalità e nella pausa parli in tutte le lingue, se vuoi (tanti brasiliani, anche, amiche).
Qual è il punto e la mia grande fortuna?
Che passi tanto tempo, ogni giorno, con persone provenienti da differenti culture. Ti aiuti, parli, prendi il caffè, ti racconti un po’.
Riguardo ai problemi di integrazione italiani, questo è per me un grande sollievo e un’enorme opportunità.
Se io passo del tempo ALLA PARI con dei siriani – per esempio – che hanno un nome, una faccia, una voce, che hanno una storia, dei talenti, di cui vedo le cicatrici orribili, i denti mancanti (scopro dopo a causa di pestaggi per mano della mafia greca, per esempio), il loro problema diventa anche mio. Diventa accessibile a me, ed io posso fare la differenza, fino ad assorbire ed annullare la differenza. Posso far parte della soluzione, senza chiedere a nessuno di rinunciare alla propria cultura, in uno spazio neutro.
In Sicilia ci sono centinaia, migliaia di sbarchi, ma chi entra in contatto con chi? E dove?
E’ vero, anche qui ci sono i neonazisti, ma ci sono pure i locali e bar con l’adesivo “qui i nazisti non possono entrare”.
E’ coraggio, è una presa di posizione.
Non importa da dove vieni, e qui, mi sembra molto chiaro.