La mia integrazione all’Università della Sorbona
Il mio primo giorno d’università a Parigi, presso la Sorbona, è stato un massacro di autostima senza precedenti.
Ho capito una parola su venti durante il corso di Filosofia etica. Certo anche io ho avuto una bell’idea di iniziare con un corso facile e leggero !!
Professore sulla sessantina, che mangia le parole, parla veloce e non aspetta nessuno.
Innanzitutto avvisa bene tutti gli stranieri che, qualora presenti, sarebbero stati considerati in tutto e per tutto come francesi.
Inizio a sentirmi a disagio, agitata e forse ho anche pensato di rinunciare e tornare in patria. Prendere appunti? Impossibile.
Ho scritto si e no due righe senza senso. A volte ho pensato, e un po’ tutti penso che l’abbiamo pensato : “il giorno in cui verrete da noi, spero che tutti parleranno veloce, in dialetto e senza darvi il tempo di capire!”.
L’empatia non è una qualità per tutti, e forse in campo accademico l’approccio “vieille école” non aiuta.
Esco dall’aula esausta, con questi miseri appunti, e chiedo ad un ragazzo se può passarmi i suoi. Farfuglia qualcosa di incomprensibile a 1000 all’ora ma sorride e mi passa i fogli. Mi sono sentita sollevata, un sorriso e un gesto d’aiuto!
La freddezza francese é sicuramente un cliché, tanto quanto il gesticolare italiano.
Ci lamentiamo degli stereotipi che ci attribuiscono ma penso che valga per tutti. Ho conosciuto, grazie a questi appunti mancati, lui e tanti altri amici che ancora oggi, sparsi in Francia, mi accompagnano e seguono nella mia avventura.
Chi sono
3 Commenti
Ciao! Stessa esperienza in Spagna! Bello vedere come nei momenti di difficoltà si conoscono persone gentili.
Anche io ho avuto la stessa esperienza in Francia. Avevo delle basi di francese e il primo giorno di lezione, il prof a cui ero andata a presentarmi come studentessa Erasmus mi dice che il mio francese è terribile! Volevo fuggire. Il secondo giorno ho seguito 8 ore senza capire nulla, non ho mai pianto così tanto nella mia vita
È bellissimo scoprire angoli della tua esperienza in Francia che non conoscevo ancora. Ho sorriso a più riprese leggendo questo articolo e spero che ce ne saranno molti altri!