In questi giorni e’ di moda la parola petaloso, inventata da un bambino italiano.
Dolce parola senza dubbio, ma noi italiani expat ne abbiamo tante di parole strane, tanto che qui a Playa del Carmen diciamo di parlare itagnolo.
Il mio meraviglioso bambino per esempio ne ha forgiate di bellissime: il frigolo, che non e’ l’ottavo nanetto, ma come chiamava il frigorifero quando comincio’ a parlare, e cosi’ ora a nella nostra cucina, cosi’come in quella dei nonni, abbiamo un nuovo elettrodomestico.
Un giorno stavamo giocando per strada, e doveva salire una salita per cui per scendere mi indica la ….scenduta..
Ovvio, non fa una piega.
Cosi’ come pienare la bottiglia.
Fare un passeggino, nel senso di passeggiata.
E mille altre.
Ma non capita solo ai bambini, pure noi adulti, dopo tanto tempo qui spesso storpiamo le parole che abbiamo creato una nuova lingua, l’ itagnolo appunto, che tra di noi non suona strano, siamo abituati, ma se arrivano amici e parenti ci guardano strani.
Poi bisogna fare attenzione anche alle parole cosidette amiche, che a dire la verita’ hanno ben poco di amico, ti posso confondere ancora di piu’ le idee.
Parole che si scrivono esattamente uguale all’ italiano, ma hanno un significato completamente diverso.
Il burro e’ l asino, se vuoi il burro devi chiedere mantequilla.
Il vaso e’ il bicchiere, se vuoi un vaso sara’ un florero.
Nudo e’ il nodo, banco e’ la banca, la banca e’ una panchina
Vela e’ la candela. il pasto e’ il prato.
Pronto vuol dire presto.
Guarda significa metti a posto, riordina.
O parole che sono simili: aceite e’ l’ olio.
Salir vuol dire uscire, subir e’ salire.
Camara e’ la macchina fotografica.
Embarazada e’ incinta.
Pelo vuol dire capello, pero’ un pelon e’ un calvo.
A presto con altri meravigliosi esempi amiche mie!
Besos y abrazos