“Posso fare tutto”, ovvero, “non so fare niente”.
Da quando vivo all’estero ho ricevuto almeno una trentina di richieste di aiuto da parte di connazionali che volevano trasferirsi. Il denominatore comune? Non avevano la più pallida idea di che cosa fare ma erano disposti a fare qualsiasi cosa: dirigere una multinazionale, gestire un hotel, cucinare in un tre stelle Michelin e anche lavorare di venerdì. Nessuno dei trenta parlava una parola della lingua del posto ma l’avrebbe sicuramente imparata al massimo in un mese.
Credo di avere aiutato, come potevo, i primi tre italiani che mi hanno scritto. Ho mandato mail, redatto curriculum, contattato aziende e persino suggerito appartamenti da prendere in affitto. Risultato? Due mi hanno detto che non facevo abbastanza ed uno è sparito. Rattristata, ho smesso.
Sono arrabbiata. Arrabbiata con i miei connazionali che invece di usare quella meravigliosa genetica creatività, vivono secondo gli orari di Canale 5.
Mi sono guardata dentro ed ho scoperto che non ne posso più della mediocrità, di chi vorrebbe espatriare e fare le stesse cose che faccio io con un terzo della serietà, della professionalità ma con il triplo della volpaggine. Per favore, statevene a casa vostra che almeno sanno come prendervi. Non allontanatevi dal quartierino dove vi conoscono quando eravate bambini e vi perdonano disastri e frivolezze.
Volevo cominciare questo post con i versi di Dante dedicati agli ignavi ma erano un po’ troppo definitivi. Scelgo Eraclito e la sua filosofia dei contrari: diciamo che molti dormono. Ma si potrebbero anche svegliare. Finché dormono io sconsiglio di espatriare, o scrivere blog, o avere figli, o lanciarsi in politica o aprire negozi di specialità italiane. I risultati sono facilmente prevedibili. Magari va bene per un po’, magari qualcuno li vota o nel quartiere manca il parmigiano ma a lungo termine tutti tornano a casa con le tasche vuote e tanto sonno.
Esattamente come non mi va di rispondere a domande che non credo abbiano senso ed interesse per alcuno, non mi va più di giustificare la mancanza di professionalità, onestà, educazione e passione. Svegliatevi, per favore, e cominciate ad esprimere il vostro vero potenziale. Date il 110% nelle relazioni, nella famiglia, nella conoscenza di voi stessi e del mondo. Ognuno ha i suoi problemi, tutti superiamo ostacoli, qualcuno è più fortunato e nasce con tante risorse ma questo non cambia le cose. Dov’è l’umiltà, il desiderio di imparare, di fare le cose per bene? Vedo, in tanti miei connazionali, il solo desiderio di prevaricare, di imporre senza capire né domandarsi se mai siano nel torto.
I miei genitori hanno lavorato per farmi studiare, mio nonno ha combattuto per farmi avere diritti civili e mia sorella ha sopportato che studiassi pianoforte. Dove vanno tutti questi sforzi? Nella mediocrità 2.0?
Prima di partire, pensa chi sei, che cosa vuoi. Magari domani cambierai idea, va bene. Ma fai il massimo, il tuo massimo con onestà intellettuale e un po’ di auto ironia.
Concorso Letterario per Racconti a tema Expat “Le paure ed il coraggio delle Donne” aperto fino al 31 luglio 2017.
Chi sono
19 Commenti
Sono cosi d’accordo Elisa..anche se io sono partita con poco inglese in tasca e ho iniziato facendo un lavoro (la cameriera) mai fatto in vita mia prima, ma erano tempi diversi e in mia difesa posso dire che ci ho messo tanto di mio, nello specifico tanta positività, senso dell’umorismo, ironia e auto ironia e anche tanta italianità (non piacerà a tutti forse) tanto che dopo un anno e mezzo a lavorare con colleghi irlandesi francesi polacchi e russi quando mi incontravano per le scale mi dicevano CIAO! (e anche col sorriso).
È vero però.. adesso si vuole tutto SUBITO e FACILE possibilmente senza pensare a dover fare sacrifici ..gli stessi che ci sono dietro la scelta di ognuno di noi. E allora SVEGLIA!!!
Sottoscrivo ogni tua parola! Gente vuole arrivare in terra straniera ed avere tutto scodellato. Quando sono arrivata a Chester ero completamente sola, e me la sono “smazzata” con pochissimi aiuti da parte di inglesi conosciuti qua. A novembre due ragazzi italiani (che il mio capo ha conosciuto in vacanza in Grecia) li invita qui per lavorare al suo ristorante come camerieri. Questi arrivano, stanno 10 giorni a casa del boss, vengono aiutati per il NIN e tutta la burocrazia, il mio capo gli trova casa e addirittura parla col padrone della palestra per avere uno sconto. Dopo tutto questo che hanno fatto? Oltre il lamentarsi di continuo, se ne scappano alla chetichella lasciando un mese di affitto da pagare.
Mi sono vergognata io per loro. Giustamente i miei capi hanno chiesto a me (visto che fra di loro parlavano italiano e gli altri sono tutti inglesi ) ma non avevano fatto trapelare niente. Che figura di merda!
Questo non è altro che l’amaro risultato ottenuto dall’insano connubio tra “società malata ed incivile” e la sbagliata convinzione che” tutto sia dovuto ! ” mi rammarico del comportamento degli Italiani in Italia ed ancor di più per coloro che come me hanno scelto una nuova vita all’ estero;quindi cara Elisa Praga, condivido pienamente tutto ciò che hai scritto, se posso, sottolineandone anche le virgole ,spero che ciò che questo tuo scritto possa svegliare alcuni “dormienti’ ! A me è piaciuto. Ad Maiora Semper !!
Terribile, mi ricorda un connazionale conosciuto a Tokyo, che si vantava di aver fregato dei soldi al suo ex datore di lavoro, che per altro era stato così gentile da anticipargli dei soldi sull’ultimo stipendio. La parte più triste erano gli altri miei connazionali che se la ridevano, nel sentire quegli aneddoti.
A me mettevano solo tristezza.
Sottoscrivo in toto! Quando sono partita a Barcellona ho volontariamente evitato di contattare altri italiani di cui alcuni amici mi avevano dato il numero. Non avevo la minima intenzione di adattarmi alla nuova vita basandomi sull’appoggio connazionale. Anzi, avevo proprio il terrore che qualcuno mi considerasse come l’ennesima italiana che se ne va all’estero appoggiandosi alla rete di amici-di-amici-italiani per sbrigare le rogne. Quando qualcuno mi scrive tramite il blog per cercare info su come trasferirsi a Barcellona sono ben felice di aiutare e comunicare quello che so. Ma uno ad esempio una volta mi ha offerto dei soldi per occuparmi dei suoi documenti e procurargli il NIE prima che arrivasse…la gente a volte veramente non ha idea di cosa voglia dire espatriare, sembra che lo si faccia per moda…ma è giusto quello che dici tu: “per favore, statevene a casa vostra che almeno sanno come prendervi.”
Salve ragazze espatriate!
Sono una mamma che vive in Italia ma che sta guardando sua figlia impegnarsi sempre più nello studio per
prepararsi ad abbandonare il suo paese. Leggo spesso i vostri racconti, splendidi ed entusiasmanti, ma questo
è il primo al quale rispondo. Mi dispiace per il comportamento di quei due ragazzi soprattutto perché ha messo
in cattiva luce tutti coloro che si impegnano e fanno sacrifici per migliorare la propria condizione.
Il tuo sfogo però lo considero molto utile soprattutto per chi come mia figlia vuole mettersi alla prova.
Nei vostri racconti vi incoraggio tutte voi che avete già affrontato le difficoltà a raccontarle a noi che restiamo.
E’ molto utile per preparasi al meglio, non solo le difficoltà burocratiche ma soprattutto gli atteggiamenti
e i comportamenti che bisogna evitare, i diversi popoli hanno diversi modi di reagire a difficoltà e novità
grazie per il vostro aiuto
Isabella da Salerno
Presente! Sono una mamma expat, blogger, il mio espatrio è stato di lusso ma non sono mancate le mille difficoltà. Settimanalmente ricevo richieste di aiuto e se ho tempo lo faccio volentieri, considerando che qui in Germania tutta la documentazione è solo in tedesco, nonostante l’altissimo numero di immigrati. Si è vero, spesso la gente vuole la pappa pronta ma io non mi lascio imbambolare, quando iniziano a scrivermi “cercami la casa” o “cercami il lavoro” rispondo subito che non ho il tempo o che non ho le competenze, non sono mancate le risposte di maleducati, ma pazienza, io non sono la serva di nessuno! E poi davvero se non si è disposti a darsi una svegliata meglio rimanere a casa!
Consolatevi: a me scrivono di continuo per sapere come si fa a lavorare in tv. Così, senza manco dire ciao.
Condivido ogni parola. E vi assicuro che con un blog dedicato agli Italiani che vogliono trasferirsi in Costa Rica in questi anni ne abbiamo viste centinaia di situazioni che si somigliano un po tutte.
Stessa identica cosa a Oslo, ricevo settimanalmente richieste di amicizia su facebook da parte di persone che chiedono informazioni assurde e non hanno neanche idea di cosa vogliono fare e dove vogliono andare .Siamo in un ‘era in cui puoi avere tonnellate di informazioni con internet ma vogliono la pappa pronta.La cosa che mi irrita in modo particolare e’ che quando gli si dice che non ci sono troppe speranze se non si parla norvegese o inglese mi tacciano di essere anti-italica…non vuoi la concorrenza ecc…Io dico semplicemente a tutti che bisogna partire consci di quello che si fa e non partire senza arte ne parte, quello lo si poteva fare negli anni 90, adesso non piu’, neanche qui che potrebbe sembrare essere un Eldorado…non lo e’ piu’!
A me non scrive nessuno per sapere come espatriare… Mi devo preoccupare? 😀
Scherzi a parte, condivido pienamente il tuo pensiero. La cosa che mi rincuora é che I furbetti durano poco, alle prime difficolta’ vanno via. Una volta é il clima che non va bene, poi non c’é lavoro nemmeno dove sono emigrati ( mai mettersi in discussione e dirsi che forse si sbaglia qualcosa nella ricerca), poi le case sono troppo care o la paga bassa. Viva la selezione naturale per gli expats!
Io credo senza stare sempre ad additare i nostri connazionali che la colpa non è loro è di esser nato in Italia dove ( sopratutto al sud) si vive di sotterfuggi si sfrutta la pensione della nonna , il nero, la truffa, la cassa integrazione , l’accompagnamento agli anziani , la pensione d’ invalidità del falso cieco tutte cose imparate in Italia dove la politica ci insegna che chi non fa’ il ladro e’ uno sfigato , l’onesto è colui che paga le tasse e si ritrova con un pugno di mosche , al sud si aspetta al solito muretto che arrivi la proposta di lavoro tutte brutte abitudini , le lingue non era necessario conoscerli tanto chi usciva dall’ Italia ? Si stava così bene nel nostro paese con la lira non mancava nulla e poi il cibo è buono e il clima stupendo . È dopo la guerra ( intendo l’arrivo dell’euro) che ha distrutto molte attività , anni di lavoro , e le tasse che aumentano continuamente facendo scappare le aziende rimaste , dove il posto di lavoro è diventato un utopia …tutto questo ci ha colto impreparati , ignoranti x affrontare il mondo rimane la disperazione , e x disperazione l’italiano è disposto a lasciare il proprio paese molti tornano sconfortati dalle difficoltà incontrate ma è normale …non eravamo abituati a tutto questo io direi invece di cercare sempre ad aiutarli perlomeno ad aiutarli a capire che non è facile adattarsi ma gli eroi sono pochi lo sappiamo anche dalla storia sono dati di fatto
Forse questo è l’ultimo commento che lascio con il mio utente ma volevo esprimere il mio dissenso comunque.
Trovo che ‘lecturing’ (dar lezione a) altri su cosa si deve fare per espatriare quando tu stessa sei in Repubblica Ceca a carico di qualcun altro (il tuo compagno) e sei emigrata solo per ‘negatività’ di altri, mi sembra a dir poco presuntuoso e arrogante. Non si emigra solo per noia, ma anche per tanti altri motivi. Sì, certo sconsiglio l’espatrio pure io a chi pensa di reinventarsi all’estero in 5 minuti e di farlo senza avere la minima base della lingua locale. Sì vero che tanti si fanno illusioni assurde e che molti non si disturbano a usare Google.
Ma ho un problema col disprezzo con cui lo dici.
Nonostante sia britannica at heart ed è risaputo che non sono molto Italian-friendly, nonostante abbia un blog dove ogni tanto pure io faccio degli italiani ‘tutta un’erba e un fascio’, non mi sarei mai permessa di scrivere un post del genere sui connazionali e praticamente chiamarli ritardati.
E scusa, da che pulpito viene la predica……… Da qualcuno che ha avuto la vita molto più semplice nell’espatriare (e nel resto, a quanto dice la tua bio) e non può certo pretendere di capire tutte le tue situazioni.
Forse un pò di umiltà non guasterebbe e se anche non sopporti blogs di immigrazione che fanno domande non ‘alla tua altezza’ e italiani che lasciano a desiderare in quanto a ‘creatività’, sarebbe carino sentire certi concetti esposti con meno supponenza e arroganza e più empatia. Concetto a te sconosciuto, perchè al di là di quel che dici di ‘pappa pronta’ ne hai avuta parecchio anche tu.
Cordiali saluti.
S. Merlin Chesters – Cumbria
Umiltà, è la (parola) chiave che apre tutte le porte 🙂
Andiamoci piano.. anzi per usare il tuo stile Simona “Take it easy”
Trattasi di idee discordanti, non si attacca così sul personale per questo motivo. Cosa c’entra se è arrivata lì perché moglie a seguito.. Pensi che i sacrifici di un expat siano solo di trovare un lavoro e dover imparare la lingua?( che comunque è già abbastanza) c’è una parte emotiva e sentimentale che devi adattare se non ricostruire completamente. Anche se tu hai sempre dichiarato che non lasciavi affetto in Italia, non per tutti così.
Proprio perché tu non sei, dichiaratamente, italian friendly dovresti leggere l’articolo con più attenzione. Si rivolge a chi parte senza un progetto inteso come Sacrificio e che pensa che arrivando in terra straniera ad accoglierlo ci sia un lavoro da 25mila sterline l’anno, una casa da non condividere con nessuno e con piscina annessa, il caffè espresso al bar e la pizza con pomodorini freschi e mozzarella di bufala alla pizzeria all’angolo. Non leggiamo saccienza, cattiveria e malizia dove non ci sono.
Il progetto di questo Sito è ben altro che dare lezioni di civiltà o inciviltà, siamo qui a condividere le nostre esperienze( chi scrive e chi commenta) senza possibilmente entrare nella vita personale di chi scrive, lo facciamo tutte per passione e ci vuole rispetto per questo motivo.
Have a nice day
Margherita Derry Irlanda
Ogni persona che posta su internet è, sempre e comunque, attaccabile sul piano personale. E mi fa davvero sorridere che tu vuoi difendere qualcun altro attancandomi sul piano personale a tua volta. Ma fa parte del web, quindi lo accetto.
In quanto al post, rimango della mia idea. Let’s agree to disagree.
“Si rivolge a chi parte senza un progetto inteso come Sacrificio e che pensa che arrivando in terra straniera ad accoglierlo ci sia un lavoro da 25mila sterline l’anno, una casa da non condividere con nessuno e con piscina annessa, il caffè espresso al bar e la pizza con pomodorini freschi e mozzarella di bufala alla pizzeria all’angolo. ” onestamente in 7 anni non ho mai ricevuto richieste di informazioni da chi la pensava così. Saranno tutti toccati a voi.
“Il progetto di questo Sito è ben altro che dare lezioni di civiltà o inciviltà” – non credo spetti a te stabilirlo. E dissenso ed esprimere un’opinione contraria o non condivisibile non è mancanza di rispetto nei confronti di nessuno. Io ci leggo un sacco di saccienza e una mancanza di rispetto nei confronti di una massa non identificata di persone.
Tu sei libera di leggerci ciò che vuoi.
Simona UK
Io scrivo per questo progetto quindi ne conosco il fine e ti assicuro che è quello di ascoltare e condividere le esperienze di tanti. Mi dispiace che, vista la tua collaborazione, ancora non lo avessi capito.
Questo non ti dà diritto ad attaccare sul piano personale nessuno, tu dici che io l’ho fatto ma a me non risulta. Tu non conosci la mia storia ne cosa c’è dietro le mie scelte quindi ( in generale) non capisco a quale regola, stabilità da chi, ti riferisci dicendo che se scrivi su internet l’attacco personale sia implicito.
Poi il fatto che tu in 7 anni non abbia mai ricevuto nessuna richiesta diciamo fantasiosa ( sei l’unica tra l’altro nei commenti di sopra)non significa che agli altri non sia capitato e non per questo non sentano l’esigenza di scriverci un post senza che qualcuno si senta in dovere di sottolineare in che modo sono espatriati a loro volta..tra l’altro estrapolando una frase di una presentazione di se stessi di 10 righe su un web site. Continuo a pensare che la mancanza di rispetto sia quella.
Margherita Derry Irlanda
Hai davvero ragione. È capitato anche a me di perdere tempo a rispondere a ai quesiti di gente che nemmeno si è degnata di rispondere con un “grazie” di circostanza! Soprattutto mi irritano la convinzione che tutto sia dovuto e il fatto di non mettersi nemmeno minimamente in discussione.