Come tutte le celebrazioni ufficiali in questo paese e probabilmente non solo qui, il giorno dell’armistizio è una festa che va celebrata. Con tutte le sue formalità. Ti piaccia o meno. Anche se è una domenica d’estate con 36 gradi. Anche se hai l’impressione di essere una palla di fieno dimenticata al sole di agosto ad Acquaviva delle Fonti in Puglia.
Ci devi andare.
Il programma è lungo, lunghissimo. Qui le celebrazioni ufficiali non cominciano dal momento in cui qualcuno sale sul palcoscenico, ma da quando la prima automobile arriva sul luogo. E la prima auto non arriva per prima solo per caso.
L’ordine di arrivo è ben definito e segue il protocollo diplomatico.
In pole-pole position le autorità ministeriali, poi le religiose e il potere giudiziario.
In fila come a Gardaland il 15 Agosto, seguono le auto con le bandierine, cioè gli ambasciatori, ufficiali rappresentanti dei propri paesi in Lesotho. Parlamentari e Ministri etc. etc., fino ad aprire le porte al Primo Ministro e alla sua First lady.
Infine, calorosa accoglienza con canti e urla per il Re e la Regina.
Ah!
Ognuno porta una ghirlanda di fiori, con i colori, e talvolta i simboli, del proprio corpo di appartenenza. Noi, ovviamente, lottiamo per avere dei fiori gialli e blu come la bandiera europea, in una stagione in cui i fiori blu non esistono. Quindi vai di creatività. La fioraia ha usato chilometri di nastro blu in mezzo ai fiori gialli.
In teoria tutta questa gente deve arrivare nel giro di mezz’ora…in pratica siamo in Africa. Qualcuno probabilmente sta ancora ricevendo l’ordine di arrivo.
Il significato della giornata dell’armistizio
Questa giornata viene celebrata in Lesotho e in altri paesi che hanno partecipato alla Prima Guerra Mondiale.
Commemora, per l’appunto, il ’14-18. Durante la guerra, 1400 soldati basotho furono mandati in Europa a sostegno degli inglesi. Una grande partecipazione, se si considera la grandezza del paese. L’11 Novembre 1918, alle 11 in punto, si firmò l’armistizio a Versailles.
In Lesotho si celebra non solo la fine della guerra (ahimé non si sapeva che una seconda Guerra Mondiale fosse alle porte), ma anche che la battaglia dei basotho serviva per rivendicare la pace anche in altri paesi africani e per preservare la propria integrità nazionale, in linea con gli insegnamenti dei predecessori.
Un grande evento, insomma.
Nonostante la grandezza della capitale del Lesotho e la mancanza di spazi aperti come le nostre piazze, dove andare a leggersi un libro in mezzo allo smog (perdonate il sarcasmo), l’anno scorso lo Spitfire Heritage Trust ha regalato al Lesotho una replica a grandezza naturale di un Caccia, tale e quale ai 27 Caccia che il Lesotho ha donato ai britannici durante la guerra.
Immaginate l’orgoglio del piccolissimo Kingdom in the Sky nell’aver contribuito con ben 27 aerei!
Oggi lo Spitfire troneggia in tutto il suo charme in una piazzetta centrale della citta, che per l’occasione è stata anche recentemente rimodernata con un giarindetto e una fontana.
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