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La mia seconda vita a Ginevra

di Marilu- Ginevra

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Sono nata su un’isola circondata dal mare.

Ma non so nuotare!

Quando mi chiedono perché (gli svizzeri imparano a nuotare a scuola), non so mai bene cosa rispondere: vivo ad un’ora dal mare, i miei genitori hanno una grandissima paura dell’acqua, nel mio piccolo paese c’era solo una piscina troppo lontana da casa mia e che apriva solo in estate, quando ero piccola sarò andata al mare e/o in piscina una decina di volte, etc…

Il punto è che ho sviluppato una paura dell’acqua, o meglio, della profondità che mi ha impedito moltissime attività che avrei tanto desiderato fare, come snorkeling, immersione, paddle.

A Ginevra di piscine ce ne sono a volontà e di corsi di nuoto pure e non costano nemmeno tanto! Era da un po’ di tempo che questa voglia mi frullava per la testa e non avevo più scuse: una piscina, quella dove vado ora, era proprio di fronte casa, i corsi davvero accessibili. Il mio collega mi procura un numero, chiamo, mi iscrivo: e primo corso di piscina andato.

Da quella prima volta è passato un anno. Mi sono divertita, sin dal primo giorno, a raccontare le mie avventure acquatiche sul mio profilo Facebook, per la gioia di tutti i miei amici. Sono partita da lontano, come dice sempre la mia prof: non avevo nemmeno mai messo la testa sott’acqua!

Oggi non posso dire di saper nuotare, o meglio riesco a fare la rana e il dorso, ma ho ancora paura della profondità. Dove si tocca, va tutto va bene. Ma appena non si tocca più… panico generale.

La mia istruttrice dice che è questione di tempo e che un giorno o l’altro finirò per sbloccarmi, come da un giorno all’altro mi sono messa a nuotare a rana e a respirare correttamente sott’acqua.

Decido oggi di raccontare tutto questo perché la mia vita a Ginevra è cambiata. Il nuoto è solo un simbolo del profondissimo cambiamento interiore di questi 6 anni in Svizzera. Ginevra mi ha dato la possibilità di fare quello che mai avrei osato fare. Infatti, proprio attraverso l’acqua molte delle paure che mi impedivano di vivere liberamente sono venute meno.

Per esempio non sono mai stata in montagna, forse a causa delle vertigini ho sempre rifiutato l’esperienza. Quest’estate ho deciso di salire sull’Etna: ho fatto un bel pezzettino di salita a piedi con i miei amici e mi sono detta: “se mi stanco torno indietro o se sto poco bene posso fermarmi”; ero quasi arrivata alla fine, mi è bastato, ho fatto marcia indietro, ma prima del nuoto non avrei nemmeno osato cominciare.

Adesso ho il coraggio di dirmi: provaci!

Adesso faccio molto più affidamento sulle mie possibilità, sulle mie risorse. Riesco ad avere fiducia in me stessa, nel mio sesto senso, nella mia curiosità, nella mia spiccata sensibilità.

Non so se tale cambiamento sia dovuto al fatto che ormai ho 30 anni oppure alla città di Ginevra. A me piace pensare che sia tutto dovuto all’acqua. Come una specie di rinascita, come una specie di seconda vita, come una nuova possibilità che Ginevra mi ha offerto.

Come se adesso nulla fosse impossibile.

Vorrei dire alle tantissime donne immigrate all’estero per i più svariati motivi che siete coraggiose. Delle vere guerriere. E nulla vi sarà impossibile, basta provarci e crederci!

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