Enrique Peñalosa è il sindaco di Bogotá e in un’interessante intervista (che si può trovare qui) racconta la sua visione del trasporto pubblico: “Los buses representan la democracia en acción. Una ciudad avanzada no es aquella en la que incluso los pobres tienen auto, sino aquella en la que hasta los ricos utilizan el transporte público”. (Gli autobus rappresentano la democrazia in azione. Una città avanzata non è quella dove anche i poveri possiedono un’auto, ma quella dove anche i ricchi usano il trasporto pubblico).
E com’è il trasporto pubblico qui a Concepción?
Per muoversi in città si usa la micro. Le micro sono dei piccoli bus azzurri dai nomi come Las galaxias, Via láctea, Las golondrinas. Sul vetro anteriore hanno un pannello con un numero e una lettera e le indicazioni del loro tragitto. Si avvicinano talmente veloci che io non riesco a leggere dove vanno, perciò nei primi tempi ho imparato il nome della linea che dovevo prendere e, in base a quello, fermavo la micro che mi serviva. Ah sì, perchè la micro qui si ferma con il braccio. Le fermate esistono, con la loro bella pensilina per proteggere da sole e pioggia ma, in generale, ovunque tu sia, chiami con il braccio e il conducente (di solito) si ferma. Ed è vera la stessa cosa anche in discesa: suoni o chiedi “me deja acá por favor?” e lì l’autista ti fa scendere, anche se sei in autostrada, in una rotonda, a 10 metri dalla fermata. E questo per me è spesso snervante, perché ciascuno si fa lasciare il più vicino possibile a dove deve andare, e capita che in 200 metri la micro si fermi 10 volte.
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