Una delle questioni che attanaglia le menti e perturba i sogni di noi genitori expat è il problema della scuola.
“Cosa ne sarà dei nostri figli? Impareranno la lingua? Quale sarà la scuola migliore? Sarò ancora in tempo per iscriverlo? Troverò una scuola italiana?”
L’ultima di queste domande la possiamo eliminare dai nostri pensieri: la scuola italiana all’estero, tranne alcune eccezioni, è molto rara. Di tanto in tanto si trovano degli istituti bilingue, italiano/lingua locale, carissimi e che non garantiscono tutto il percorso scolastico.
Molti genitori, soprattutto quelli costretti dal lavoro a spostamenti frequenti, si rivolgono alla Scuola Internazionale, che si trova un po’ ovunque, ma prezzi e modalità di accesso non sono sempre alla portata di tutti.
Noi abbiamo scelto la scuola francese pubblica, per questi motivi:
- si trova praticamente in tutto il mondo e, dove non arriva con strutture fisiche ed insegnanti in carne ed ossa, ti segue con un sistema di studio a distanza (CNED), inviandoti supporti didattici e facendo verifiche ed esami;
- tra le scuole estere è la meno costosa (ovviamente è pubblica solo se sei in Francia);
- rispetta scrupolosamente il programma ministeriale a prescindere dal luogo in cui è ubicata;
- è ben organizzata.
L’inizio dell’anno scolastico non è una sorpresa. Collegandosi al sito del Ministero della Pubblica Istruzione si trovano date di inizio, di fine e delle vacanze dei successivi due anni. Il primo giorno si fa lezione a tempo pieno, non esistono orari provvisori né giornate organizzative. A maggio viene consegnata la lista con tutto il materiale da portare alla rentrée (primo giorno di scuola) dell’anno successivo e i libri sono gratuiti dalle elementari a tutte le medie comprese.
Insomma, credo che la scuola francese sia un’ottima scelta anche per quelle famiglie che, cambiando spesso paese, hanno come obiettivo primario quello di offrire una continuità didattica ai propri figli.
Per quanto riguarda l’apprendimento della lingua, non vi preoccupate. In men che non si dica i ragazzi saranno in grado di comunicare perfettamente e si faranno scherno del vostro accento che, alle loro orecchie, risulterà ridicolo.
Alcune scuole hanno un protocollo speciale per l’inserimento dei bambini stranieri, altre prevedono un esame iniziale per capire in quale anno introdurre il bambino.
Queste procedure, però, non sono una regola, dipendono dai singoli istituti. Anche per quanto concerne le tempistiche dell’iscrizione, almeno per le elementari e le medie, non ci sono problemi: essendo scuola dell’obbligo non possono non accettarli.
Cercherò di descrivervi la mia esperienza nel tragitto percorso fino ad ora, tra scuola materna ed elementare. Iniziamo con le informazioni pratiche: orari e vacanze.
Orario e vacanze della scuola materna ed elementare
Si entra in classe alle 8:30 e si esce alle 16. L’orario settimanale prevede 24 ore ripartite per mezze giornate.
Mi spiego meglio. Le lezioni si svolgono mattina e pomeriggio e sono intervallate da due ricreazioni di circa 20 minuti e da una lunga pausa pranzo di 2 ore.
Durante queste interrruzioni, i bambini vengono portati in giardino (anche d’inverno) perché abbiano modo di distrarsi e di “sfogarsi”. Volendo si possono andare a prendere all’uscita delle 11:30 per farli mangiare a casa e si riportano in classe per le 13:30.
Per i genitori che lavorano c’è la garderie, ossia un servizio di accoglienza, la mattina a partire dalle 7:45 (in alcune scuole anche da prima) e la sera fino alle 18:30. Ovviamente si paga un extra, ma non è caro e propone un ventaglio di attività tra le quali scegliere.
Se avete già iniziato ad informarvi in merito alla scuola, avrete sicuramente sentito parlare del terribile mercoledì.
In cosa consiste? Il mercoledì si fa solo mezza giornata dalle 8:30 alle 11:30, con possibilità di garderie fino alle 12:30. Da quest’anno i singoli comuni hanno facoltà di decidere se, nell’infausta giornata, ci sarà o meno scuola. Nel caso in cui optino per la seconda ipotesi, le ore perse saranno ripartite sulle restanti lezioni.
Un altro punto oscuro sono le vacanze. Eh sì, in Francia (e nella maggior parte di paesi europei) ci sono molte pause che intervallano l’anno scolastico. Ci sono circa 11 giorni di interruzione ogni 6 settimane.
Si inizia a fine ottobre con le vacanze di Ognissanti (vacances de la Toussaint); seguono quelle di Natale (vacances de Noël) che durano qualche giorno in meno rispetto l’Italia perché qui non arriva la Befana; si prosegue con le vacanze invernali a cavallo tra febbraio e marzo (vacances d’Hiver); si giunge a quelle di primavera (vacances de Printemps) che, nella maggior parte dei casi, includono la Pasqua (in caso contrario si resta a casa solo a pasquetta) e finalmente si arriva alla fine dell’anno con le grandes vacances che vanno dalla seconda settimana di luglio al primo lunedì utile di settembre.
Le date delle vacanze d’inverno e di primavera non sono le stesse per tutta la Francia.
Esistono 3 turni ripartiti per zone d’appartenenza, ma tutte le informazioni sono perfettamente reperibili sul sito della Pubblica Istruzione con largo anticipo.
Di primo acchito può sembrare terribile, ma non lo è.
Da un punto di vista della didattica, i bambini sono meno stressati e stanchi e riescono ad apprendere meglio. Da un punto di vista logistico molte scuole organizzano attività di garderie durante le vacanze ed è pieno di stage e centri per accogliere ed intrattenere i bambini a prezzi onesti. Insomma, è più che fattibile, senza contare che in estate bisogna gestire solo due mesi e non tre.
La scuola materna
La scuola materna inizia a 3 anni e prevede tre classi: PS (petite section), MS (moyen section) e GS (grande section). In alcuni casi si trova anche una TPS (toute petit section) per i bambini di 2 anni. Non è obbligatoria a meno che il compimento dei 6 anni non avvenga nel corso della GS.
Durante i tre anni viene svolto un programma ministeriale che si concentra principalmente sullo sviluppo del linguaggio e della capacità di astrazione.
Si scopre la scrittura partendo dall’alfabeto e iniziando a scrivere le prime paroline: cose semplici come il nome, i frutti e gli animali.
Molta importanza viene data anche ai numeri e alla sfera artistica, soprattutto disegno e canto, attività motoria e sviluppo della manualità.
La scuola elementare
La scuola elementare si articola in cinque anni: CP (classe preparatoire), CE1(classe elementaire 1) e la CE2 (classe elementaire 2) servono a fornire le conoscenze di base; seguono la CM1 (classe moyen 1) e CM2 (classe moyen 2), anni durante i quali le nozioni apprese vengono ampliate e consolidate.
In linea di massima viene data molta importanza al francese, alla matematica e alle scienze.
Lo studio della storia, introdotto in CE2, parte dalla preistoria e si concentra prevalentemente su tematiche più recenti: dai primi regni francesi alla prima guerra mondiale, facendo un continuo avanti e indietro tra gli eventi che hanno avuto luogo in questo lasso temporale.
Devo dire che, con mia sorpresa, il metodo non crea confusione e i bambini sembrano recepire e ricordare bene le tappe fondamentali. La geografia, invece, viene solo approcciata.
La maggior parte del lavoro viene svolto in classe, a casa arrivano davvero pochi compiti, ma non temete riuscirete a seguire il lavoro dei vostri figli in quanto ad ogni vacanza vengono rimandati a casa tutti i quaderni.
Dopo ogni interruzione cambia lo sport proposto. In pratica la politica è quella di far sperimentare quante più attività possibili in modo che i bambini siano in grado di scegliere cosa preferiscono e siano capaci di interagire con il loro ambiente.
Ad esempio, noi viviamo ad Annecy dove dominano il lago e le montagne.
Tra gli sport proposti, ci sono vela, sci di fondo, pattinaggio sul ghiaccio, scalata. Alcune di queste pratiche si fanno solo per una o due ore a settimana, altre, come lo sci e la vela, prendono tutta la giornata.
Tutte queste attività vengono fatte a titolo completamente gratuito, così come le visite a mostre, a teatri e concerti che si svolgono durante l’anno.
Finite le elementari, senza fare esami, si passa al collège, l’equivalente delle nostre medie, che dura quattro anni. Infine, seguono tre anni di scuola superiore. Ma di questo vi saprò dire più approfonditamente il prossimo anno.
Vi devo parlare di un’ultima differenza che sconcerta un po’ noi italiani.
Le classi e le maestre cambiano tutti gli anni. In un primo momento la cosa mi ha lasciata perplessa, non ne trovavo l’utilità, ma dopo attenta riflessione ho capito la logica. In questo modo si evita che si formino gruppetti di bambini integrati e di bambini esclusi.
Ogni anno i bimbi si devono rimettere in gioco creando, così, nuove possibilità di amicizia e di relazioni. Senza contare che, nel caso in cui ci siano incompatibilità caratteriali con l’insegnante di turno, sai che al massimo soffrirai per un anno.
Sentirete spesso parlare male della scuola francese (soprattutto da parte di altri italiani). Le voci in questione sostengono che sia troppo competitiva e che stressi i bambini, che non segua chi ha problemi o chi resta indietro.
Tutto questo non rientra nella mia esperienza. Ho sempre visto bambini felici di entrare in classe e, per gli studenti che non stanno al passo, sono previste delle ore di recupero curate direttamente dalla maestra in orario scolastico.
Ovviamente, come per qualsiasi scuola al mondo, l’efficienza dipende dal posto in cui vivi, dall’insegnante che trovi, dal direttore che gestisce l’Istituto nonché dai fondi che il comune può dispensare.
Probabilmente gli aspetti di competitività saranno più evidenti negli ultimi anni di scuola, ma siamo sicuri che sia un male? Dobbiamo pur preparare i nostri figli a lottare per il loro futuro, non ci saranno sempre i genitori pronti ad offrire loro la pappa pronta.
Vi lascio con un messaggio di mio figlio, 11 anni, che a settembre entrerà al collège:
“Mamma scrivi che a me la scuola francese piace molto”. E, fino ad ora, devo dire anche a me.
http://www.education.gouv.fr/pid25058/le-calendrier-scolaire.html
Annalisa-Annecy
Chi sono
23 Commenti
Anche a me e ai miei figli piace molto! 😉
Devo dire che sono piacevolmente sopresa. Oggi ho trovato monti estimatoru della scuola francese. Iniziavo a pensare di essere sola
Qui a Ferney-Voltaire, vicino a Ginevra, c’e’ un liceo internazionale che offre corsi di 4 lingue straniere, tra cui l’italiano, per chi fosse interessato. Ciao! Monia
La scuola di Ferney, peraltro pubblica, é molto rinomata. La frequentano i figli di una mia amica. Lei ne parla molto bene
Ciao Monia, tu conosci il liceo a Ferney? Da Gennaio mi trasferisco a Saint Julienne e vorrei portare con me mio figlio a settembre, ma mi sta bloccando l’idea della scuola.
Fossero le elementari sarebbe più semplice, ma fare il liceo in un altra lingua la vedo dura e ho paura che si sconforti. anche per le amicizie…è un età delicata l’adolescenza…
Mio figlio frequenta la CE2 in Normandia partendo dalla MS in maternelle. La scuola è privata ma l’organizzazione degli orari e della settimana (mercoledì totalmente dedicato allo sport e attività extra scolastiche) è molto simile. Trovò il livello molto buono e Tommaso ci va volentieri, totalmente bilingue.
Un abbraccio a tutte le expat francesi!
Un abbraccio geande anche a te e buone vacanze della Toussaint ?
Chiara ed esaustiva, Annalisa, brava!!! Anche a me la scuola francese era piaciuta molto, soprattutto fuori dalla Francia, dove ero rimasta ammirata del legame, lo spirito di appartenenza alla madre terra ed i valori della cultura francese e francofona che sono bravi nel trasmettere, a partire da ogni altro luogo nel mondo! Un neo per me, che sono stata 5 anni in regione parigina, era la taglia delle classi, spesso così affollate da rendere più complesso il completo e un po’ più limitate le capacità di contenimento e organizzazione delle insegnanti. Come madre lavoratrice, devo dire, di figli molto piccoli, un po’ uno strazio le vacanze sistematiche ogni 6 settimane. Occorre avere fortuna con i centri, molto efficienti peraltro, che satellitano attorno al pianeta scuola e promuovere continui adattamenti alla prole. Ma anche questo, alla lunga, risulta un vantaggio per i piccoli allievi, aiutati dallo spirito di emulazione per chi li circonda ogni giorno.
Un forte abbraccio!
Ciao Katia, grazie per il tuo commento. Hai ragione c’è un senso d’appartenenza incredibile (devo dire che l’invidio anche un po’). Mio marito frequentò la scuola francese di Roma, ancora oggi, dopo più di 30anni, si vede con i suoi compagni e organizzano riunioni per festeggiare i decennali del diploma. Per sueste riunioni le parsone arrivano dalle parti più disparate del mondo.
Devo dire che anche al ritmo delle vacanze mi sono abituata. Invece la nuova riforma nn mi fa impazzire, nn l’ho ancora capita bene, ma nutro qualche riserva.
Un abbraccio
Annalisa
Mio figlio 4 anni sta finendo la Petite section, non ho voluto intromettermi con le cose che fa a scuola, tipo prendere la matita bene etc, perché ho pensato che magari l avrei confuso. Una settimana fa il dottore della scuola mi ha detto che dovrei impegnarmi a insegnargli queste cose perché altrimenti rimarrà indietro negli anni successivi.? Alla materna? Ecco la competitività di cui parli. Sono solo all’inizio ma iniziamo male.
Noi quest’anno ci siamo scontrati con il collège. È stato un vero e proprio frontale e devo dire che siamo belli ammaccati. Un metodo completamente diverso dalle medie italiane della mia generazione e la nuova riforma (a mio avviso ina porcata colossale) ha peggiorato la situazione. Cmq, cosa che nn mi aspettavo assolutamente data la grande importanza dell’indipendenza, chiedono esplicitamente e insistentemente di seguire i ragazzi. Scriverò prossimamente il seguito di questo articolo aggiornandolo al college.
Buongiorno a tutti,
avendo vissuto a lungo in Francia, avendo un marito francese e due figli italo-francesi, uno in una scuola italiana e l’altro ancora in quella francese, posso dirvi con cognizione di causa che:
i programmi della scuola francesi sono molto superficiali e ripetitivi ;
si studia spesso su fotocopie;
le riforma del 2016 ha abbassato il livello generale e ridotto le ore di francese;
non viene insegnato ai ragazzi un valido metodo di studio;
non si fanno esami orali che li abituino a confrontarsi con i docenti ed esporre un argomento da soli;
i compiti sono troppo pochi e i ragazzi si ritrovano con grosse lacune specie in francese (non imparano bene l’analisi grammaticale e logica);
oramai fino al CM2 si usano i colori e non i voti (il che genera molta confusione);
all’estero la scuola francese si paga anche molto ma ha i disservizi di quella pubblica (scioperi, programmi nuovi e superficiali insegnanti poco preparati…).
Insomma non è più un sistema efficace, certamente è capillare, ben organizzato e migliore per i piccoli. Il college ed il liceo sono veramente troppo superficiali. La scuola francese è comoda per chi vuole viaggiare, pochi compiti, poco studio, molte vacanze e la promozione assicurata alla fine dell’anno.Raramente si boccia uno studente.
Non vedo questa grande competizione, al contrario.
Invece più seria ed efficace è la scuola privata cattolica francese ma la trovate raramente all’estero.
Gli studenti della scuola italiana sono nettamente più’ preparati, abituati a una mole di lavoro più importante e sono più disinvolti negli esami orali. Chi affronta il sistema scolastico italiano dovrà affrontare materie più complesse e lavorare maggiormente. Anche la matematica è studiata meglio e ad un livello più complesso. Coloro che escono dai nostri licei, vantano in generale una preparazione maggiore.
Questa la mia esperienza e quella di tante amiche straniere che giudicano in modo autonomo senza inutili “nazionalismi” e senza farsi influenzare dalla grandeur francese.
Questo è un piccolo esempio dell’enorme incapacità francese che hanno esportato in mezzo mondo, purtroppo anche da noi, di cui a distanza di secoli ne subiamo i disastri.
Da quando ho scritto l’articolo ho avuto modo di affrontare tutto il college e ieti suamo entrati al lycée. Devo dire che la mia opinione sulla scuola francese è radicalmente cambiata e condivito ogni tua osservazione. Trivo davvero che studino poco e quel pico nn è approfondito. Hanno delle misere fotocopie con piche linee per ogni argomento. Non sanno scrivere, hanno iniziato a fare dei “temini” in 3eme. Non capisco come possano imparare a scrivere nei prossimi 3 anni. Le ultime riforme hanno distrutto la scuola.
La mia esperienza è più che positiva fino a questo momento.
Siamo italiani ma abbiamo scelto la scuola francese di Firenze per nostra figlia, dalla 6ème in poi, (adesso è in 4ème). Si parla quindi di scuola francese all’estero.
Posso parlare solo per il College, ovviamente, ma non percepisco tutta questa superficialità che alcuni descrivono, anzi. Quello che cambia è il metodo di studio, che non comprende pagine su pagine da studiare, come nella scuola italiana e forse questa mancanza di nozionismo può trarre in inganno; in realtà viene insegnato un metodo di ragionamento e di reperimento delle informazioni a partire da documenti autentici. Esempio pratico: per analizzare il fenomeno della colonizzazione non si leggono pagine rielaborate da storici che raccontano il fenomeno (filtrato quindi) ma si analizzano i documenti dell’epoca (lettere, dipinti, canzoni, emissioni radiofoniche, volantini di propaganda, ecc…), che vengono discussi con l’insegnante e dai quali lo studente deve essere in grado di estrapolare informazioni relative al tema. Il fatto di non ripetere a pappagallo ma di dover comprendere mi sembra tutt’altro che superficiale.
È vero che la maggior parte delle prove sono scritte ma non mancano affatto quelle orali: mia figlia ha interrogazioni in Latino, Italiano, Musica, Inglese. Inoltre più di una volta ha dovuto presentare un progetto realizzato al pc o su carta, da sola o in gruppo, di fronte all’intera classe, nelle materie di Francese, Inglese, Arte, EIST. Hanno fatto da poco un dibattito a Geografia, per esempio, che ha coinvolto l’intera classe divisa in due parti: i pro e i contro un determinato argomento.
Vorrei sottolineare poi come le prove scritte siano generalmente più difficoltose di quelle orali, insegnano la capacità di sintesi, l’uso corretto della sintassi e il non andare fuori tema. Il voto è implacabile ma giusto. Non ho mai sentito mia figlia lamentarsi per un voto “ingiusto”, come spesso invece accade nella scuola italiana con le interrogazioni orali, che per loro natura sono più soggettive.
Un ultimo vantaggio è quello di poter testare tutta la classe, su tutti gli argomenti, in una sola volta, usando un test scritto; ciò consente all’insegnante di avere un quadro preciso dei suoi alunni e di quali sono gli argomenti che non sono stati compresi alla perfezione. Esempio: a Matematica mia figlia fa un compito alla fine di ogni capitolo, dedicato solo a quell’argomento.
Dalla maggior parte degli insegnanti vengono valutati anche i quaderni, periodicamente, ciò invoglia gli studenti ad essere precisi e a curare i loro appunti.
Un merito a parte va all’insegnamento delle lingue; qui però è un discorso molto specifico per la nostra realtà fiorentina perché la nostra scuola ha proprio come progetto di Istituto quello di creare una scuola specializzata nelle lingue straniere. Il risultato è che mia figlia ha già adesso un livello di Inglese che gli studenti italiani raggiungono in 5° Liceo Linguistico e studia già da un anno il Cinese, che porterà avanti fino alla maturità.
Questa è solo la nostra esperienza ed è ovviamente riferita ad un’unica scuola; non conosco il sistema pubblico francese e non posso dare un giudizio d’insieme. Personalmente posso dirmi molto soddisfatta; la cosa più importante è che vedo mia figlia sempre con il sorriso sulle labbra, contenta di andare a scuola, di alzarsi presto al mattino, di raccontare la sua giornata e le sue esperienze scolastiche quando torna alla sera. Credo che questo sia il parametro più importante per valutare la correttezza delle scelte e dei percorsi che noi genitori siamo chiamati a prendere.
Buona scuola a tutti!
Ciao Katia, mi scuso leggo solo ora il tuo commento. Devo dire che questo articoko andrebbe aggiornato con l’esperienza del collége. A Roma mio figlio frequentava già la scuola francese e devobdire che eravamo molto soddisfatti. Passare al sistema pubblico, soprattutto con le nuove riforme, ha messo in evidenza qualche criticità una volta entrati al collége. Per esempio, ormai in 4eme, non fanno ancora i temi Iniziano a fare dei resoconti di libri, ma da lì a dire che sappiano scrivere ce ne passa. La geografia completamente non pervenuta non hanno studiato neanche la Francia. Avendo un figlio molto svogliato e disordinato sono costretta a controllare sempre che abbia tutte le fiche che vengono date (grande limite del non avere i libri), le classi sono troppo numerose, in caso di assenza dell’insegnante si può restare giorni, anche mesi, senza supplente. Insomma per il liceo stiamo valutando di riprendere una formazione privata anche se, probabimente, non sarà dello stesso livello di una scuola all’estero.
Grazie mi ha fatto sentire piu serena de leggere la sua esperienza personale. Grazie
Contenta di essere stata utile, aggiornerò presto la storia con la fase drl collége
Mi devo transferire in francia a Nizza i miei figli devono fare le medie, sono vicini a Nizza?
Buongiorno, mio figlio vuole raggiungere suo padre a Parigi: quali sono le procedure per inserire il ragazzo in una scuola in Francia ( ha 15 anni) Grazie in anticipo
Ciao Eugenia, come prima cosa devi andare al comune, o circoscrizione di riferimento, che ti dice qual è la tua scuola di quartiere e ti dà la lista di tutti i documenti necessari. Per le elementari lo stesso comune iscrisse mio figlio. Non so se dovranno fare una verifica del livello. Parti dal comune, almeno nella mia città, sino molto efficcienti e disponibili.
Ciao Annalisa…come posso contattarti?
Avrei da chiederti alcune cose…se nn disturbo 🤗
Milena
Ciao Annalisa!
Ritrovo a distanza di anni questo tuo articolo ricco e dettagliato! Non avendo ancora figli non ho avuto modo di farmi una mia idea sulla scuola francese, quando sarà il momento ti farò sapere 😉 (chissà se i miei figli nasceranno in Francia). Io ho fatto la maturità in Italia nel 2007 e tornando indietro non ho nessuna nostalgia dei quintali di compiti da fare a casa (già dalle elementari), della competizione interna, di quelle insopportabili classi piene di bulli che ti dovevi sorbire per 5 anni, quei professori bravi solo a mettere voti, ad elogiare il cocco della maestra e insultare gli ultimi della classe. Con questo non voglio dire che la scuola francese sia necessariamente migliore di quella italiana, questo lo capirò con il tempo! Ma che si studiasse più su dispense e meno su “mattoni” lo sapevo già per l’università… ma intanto gli studenti francesi fanno molte più attività pratiche e dopo la laurea trovano lavoro facilmente :/