La Spagna e il Covid-19
C’è un uomo di 57 anni, con le sopracciglia folte e brizzolate, che ogni giorno risponde ad una miriade di domande di fronte ad una dozzina di giornalisti agguerriti.
Fernando Simón, Resposabile del Centro di Coordinamento di Allerte e Emergenze Sanitarie.
È lui che con voce roca e pacata informa gli spagnoli della situazione “COVID-19” in tutto il paese.
È l’unico uomo che trasmette sicurezza in tutta questa situazione.
Iniziamo dai numeri (fonte: “La Vanguardia” al 12/03/2020).
Barcelona: 260 contagi e 6 morti
Madrid : 1.388 contagi e 38 morti
Paesi Baschi: 346 contagi e 8 morti
La Rioja: 205 contagi e 2 morto
La altre regioni non menzionate hanno numeri più bassi, per fortuna.
Totale Spagna: oltre i 2.200 contagi
La “Comunidad de Madrid” è quella più afflitta che, secondo le testimonianze dei miei colleghi della capitale, sta iniziando a svuotare supermercati e ad avere numeri altissimi di pazienti negli ospedali.
Stamattina ho ricevuto un’email da Sebastián, mio collega di Madrid. L’incipit era il seguente “En Madrid las cosas con el Coronavirus, se están poniendo muy serias”.
Madrid ha iniziato a prendere misure per contenere i casi: chiusura di scuole, università, centri sportivi e smart working.
La Catalogna, regione in cui vivo, ha deciso di vietare tutte le attività collettive che superino le 1.000 persone; misure ad hoc vengono e verranno adottate da ogni regione sulla base dei casi specifici.
Pedro Sanchez, presidente del Governo in carica, ha dichiarato che dobbiamo prepararci a settimane difficili.
Barcellona sta affrontando il Covid-19 in maniera soft, almeno fino ad ora.
In città la gente fatutto: cammina, corre, va al parco, al ristorante, al supermercato, meno nei negozi.
“Coronavirus” è la parola più pronunciata.
Stamattina al panificiio una ragazza ha detto alla sua amica “oye tía ojalá nos harian trabajr desde casa. La mar de bien que se está en la camita”.
“Magari ci facessero lavorare da casa, si sta benissimo a letto”.
Come se fosse una vacanza.
Io ho mandato un sms sul gruppo delle amiche, “ragazze ci vediamo? Prima che inizi la quarantena. Andiamo a pranzo al mare nel weekend?”.
Spagna e Italia avranno lo stesso destino?
La Spagna avrà così tanti contagi come l’Italia? Dovremo modificare anche qui le nostre abitudini quotidiane?
Nel frattempo io continuo a stare in contatto diretto (forse eccessivo) con la mia famiglia in Sicilia e Lombardia e invece di leggere solo i quotidiani italiani mi tocca leggere anche quelli spagnoli.
È una sensazione di sospensione tra qui e lì. Come sempre da quando sono un’expat.
Come tutti gli espatriati del mondo, con un piede a Barcellona e l’altro in Italia.
I pensieri che viaggiano.
E il cuore diviso a metà.
Se è vero che l’uomo ha bisogno di certezze, eccone una: PASSERÀ.
Presto o forse no, ma succederà.
E sarà una grande festa.
Per la nostra Italia.
Per la mia Spagna.
Per tutto il mondo.
Intanto io mi affido ai libri, ai film, alle foto, ai ricordi belli, a tutto l’amore che ho.
E agli occhi celeste mare di Fernando Simón.
Chi sono
4 Commenti
Ciao Laura un abbraccio dalla Toscana, da una Italo spagnola
Un abbraccio di ritorno per te!
Ti capisco benissimo. Ho vissuto 25 anni in Spagna. Una mia figlia vive a Santander e l’altra studia a Gorizia. Io ora vivo e lavoro in Olanda.Ad oggi le cose sono cambiate anche in Spagna. In questi momenti mi sento molto vicina ad entrambi paesi. Mi sento impotente e intrappolata qui, ma sono orgogliosa di essere italiana adottata spagnola. Andrà tutto bene.
Un abbraccio 💕
Andrà tutto bene, ne sono certa. Un abbraccio Cristina!