Nota dell’Autrice
Questa storia, che parla della stretta relazione fra cibo e salute, si fonda esclusivamente sulla mia esperienza personale e come tale va considerata.
Con la suddetta, non si intende sostituire in alcun modo l’opinione e il giudizio di medici, dietologi e nutrizionisti e le scienze di cui si occupano. Questa storia, inoltre, non intende offrire alcun tipo di suggerimento: ogni individuo, in caso, dovrà fare il proprio percorso e rivolgersi ai propri medici.
Infine, gli addetti in materia mi perdoneranno per eventuali imprecisioni nella terminologia e nelle descrizioni tecniche che, per quanto io cerchi di documentarmi, potrebbero risultare inesatte.
Grazie e Buona Lettura.
Per una maggiore comprensione della storia, è possibile leggere qui La Stretta Relazione fra Cibo e Salute – Parte 1.
Premessa
L’estate scorsa, all’improvviso, ho presentato una serie di gravi sintomi come reazione al cibo che ingerivo.
La situazione era complessa e mi ha insegnato che esiste una stretta relazione fra cibo e salute. Nessuno era in grado di capire l’origine di questi sintomi e di offrire aiuto, finché, non sono stata indirizzata ad una nutrizionista…
La mia nutrizionista, Ms Pooja Vig http://thenutritionclinic.com.sg/, una figura professionale a me totalmente sconosciuta fino a quel momento, è una gentile donna indiana.
Un pomeriggio, mi ha accolto nel suo studio e mi ha trattenuto interrogandomi a lungo sulla mia vita in tutti i suoi aspetti, dal passato al presente, mostrandomi, infine, come e perché a suo avviso, io presentassi un’infiammazione generale del sistema immunitario e dell’intestino che mi faceva cadere in uno stato di degrado generale, causando perfino la mia tristezza, se non addirittura la depressione, assieme a tutti i malesseri possibili che il mio corpo poteva accusare.
In conclusione, avevamo in mano una serie di situazioni e avvenimenti che mi erano accaduti che avevano senso nello sfociare in questa generale infiammazione e ribellione corporea: una non identificata autoimmunità, (unidentified autoimmunity) come la aveva precedentemente chiamata la mia immunologa.
Mentre mi sentivo definire “un caso complesso” (cosa che, dopo circa nove mesi di ricerche, avevo cominciato a sospettare anche da sola), questa gentile signora mi prescrisse delle analisi:
un’accurata e sofisticata ricerca delle intolleranze alimentari con un’azienda chiamata ImuPro http://www.imupro.it/ – http://imupro.sg/ e un esame comprensivo delle mie feci con un’azienda americana chiamata The Great Plain Laboratory https://www.greatplainslaboratory.com/ – https://www.greatplainslaboratory.com/comprehensive-stool-analysis entrambe, presenti con laboratori o referenti in tutto il mondo, non solo a Singapore.
Attraverso questi esami, ho scoperto di essere intollerante a 30 alimenti su 270 analizzati e di avere almeno tre tipi di candida, di cui la più importante, la Candida Albicans, nell’intestino, in inglese chiamata Candida Yeast o Candida Yeast Syndrome.
La Candida Albicans è, di base, presente nell’intestino del corpo umano; quando, per diversi fattori, questa comincia a svilupparsi ed espandersi oltremodo, allora iniziano i problemi e, a volte, le malattie.
Le cause della Candida Albicans possono essere diverse: abuso di antibiotici, di cortisonici, o di ormoni; pillola anticoncezionale; assunzione di grandi quantità di zucchero, lieviti, cibi fermentati e funghi; sistema immunitario debilitato; esposizione da mercurio attraverso l’amalgama applicata ai denti o l’assunzione di grandi pesci; problemi alla prostata, etc. Inoltre può dare depressione, malumori, confusione mentale, fatica cronica, cervello annebbiato, occhi pesanti, problemi di digestione, reazioni e intolleranze ai cibi, eczemi, funghi alle unghie dei piedi, solo per citare alcuni sintomi.
La nutrizionista, di conseguenza, mi ha prescritto una dieta ferrea con la quale, dapprima, ho eliminato tutti i cibi che il mio sistema immunitario non tollerava, fra cui glutine – mantenendo solo riso bianco e quinoa, lieviti, latticini e derivati – mantenendo solo latte di cocco e il cocco in tutte le sue forme, zuccheri e dolcificanti sia naturali sia chimici, uova, frutta e verdure non tollerate.
Qualsiasi cibo integrale o fibroso non era tollerato dal mio intestino troppo infiammato, quindi veniva momentaneamente escluso.
Con questa dieta iniziale mi sono automaticamente sgonfiata, ho perso peso e, soprattutto, ho cominciato a sentirmi meglio: i miei sintomi e l’oscura cappa di tristezza sulla mia testa e nel mio cuore si stavano diradando, quasi come per miracolo. Anche l’energia stava iniziando a tornare e mi ricaricavo senza il bisogno di assumere alcun medicinale o caffè che, comunque, mi era stato vietato.
Abbiamo allora aggiunto una seconda dieta, destinata a riportare ai livelli naturali la Candida Albicans e sterminare le sue sorelle. Oltre ai precedenti alimenti, abbiamo eliminato tutti quelli che potevano nutrire la Candida in qualche modo, tipo la frutta, di cui ora mi è concessa solo la mela la mattina, i funghi, altre verdure, la soia in tutte le sue forme, gli aceti, etc.
La dottoressa mi ha prescritto una medicina chiamata Nystatin Suspension per due settimane e dei supplementi naturali: Perle Gel di Olio concentrato di Origano e Olio concentrato in gocce di Semi di Pompelmo, insieme all’antistaminico Aerius.
Grazie a tutti questi trattamenti ho cominciato a rinascere: la mia grave tristezza si è dissolta donandomi un gran sollievo e vivacità, confermando che la stessa era causata da agenti esterni ai miei pensieri o stati d’animo; le mie energie sono riemerse con i miei sorrisi; i sintomi sono per lo più spariti e anche le infiammazioni alle mani e al corpo si sono attenuate, e così gli eczemi, le afte in bocca, i funghi alle unghie, oltre che la stanchezza cronica.
La dieta e l’assunzione dei supplementi naturali stanno continuando tuttora.
Sento di non avere fretta di tornare alle mie vecchie abitudini alimentari e non so se sarà possibile farlo; ancora oggi, infatti, il mio sistema immunitario mi fa subito sentire la sua alterazione quando ingerisco qualcosa che non gradisce, o se la mia digestione è in difficoltà. Sono molto paziente e, per fortuna, riesco a sopportare con sufficiente tranquillità la mia doppia dieta, benché, devo ammettere, quando mi trovo a certi eventi o a feste, sento la mancanza della libertà di mangiare, soprattutto gli zuccheri: traggo forza, però, dal mio benessere e non demordo, per non rovinare il buon lavoro fatto fino ad ora.
Un comune errore dei pazienti di Candida Albicans, ho scoperto leggendo, è quello di smettere la dieta troppo in fretta una volta che ci si sente meglio: purtroppo, capita che lei ritorni subito attiva, poiché è insidiosa e le sue radici sono profonde nell’intestino.
Ancora più preoccupante è stato constatare che, tutti i miei sintomi coincidono con patologie del sistema immunitario molto più gravi di ciò che io ho manifestato, come il Lupus per esempio, e mi son chiesta: se non fossi intervenuta così ostinatamente nella ricerca di una spiegazione ai miei sintomi, avrei rischiato di ritrovarmi con una patologia peggiore? Sì, questa è una buona possibilità, mi ha confermato la mia immunologa.
Spesso, le persone impiegano anni e troppi medicinali prima di venire a capo del loro problema (io sono fortunata, a luglio prossimo sarà solo un anno dall’inizio di questa storia). Dalle mie ricerche riscontro che molte persone si riprendono o si sentono meglio con l’ausilio di una dieta appropriata, fino a eliminare i farmaci.
La stretta relazione fra cibo e salute è indubbia, a mio avviso, e una dieta che tenga presente le individuali intolleranze alimentari, che altrimenti stimolerebbero eccessivamente il sistema immunitario, può aiutare a vivere più sani e più a lungo, lontano da malesseri e patologie.
Infine, ho dovuto anche ammettere, mio malgrado, che il glutine e lo zucchero fanno male, e sono fra le maggiori fonti di malattie e tumori.
Continuando le mie ricerche, un’amica mi ha avvicinato alla Dieta dei Gruppi Sanguigni del Dottor Mozzi, il cui libro mi è appena arrivato. Da una prima sbirciatina, ho notato una certa linearità con gli alimenti concessi al mio gruppo sanguigno rispetto alle mie intolleranze e ho capito che non solo l’eliminazione di ciò a cui noi siamo individualmente intolleranti e a cui il nostro gruppo sanguigno è intollerante è fondamentale, ma lo è anche l’associazione degli alimenti, per un’appropriata digestione e tutela del sistema immunitario.
Seguendo e sviluppando le ricerche dell’americano Dottor James D’Adamo e di suo figlio, il Dottor Mozzi, dopo circa trent’anni di studi e applicazioni, afferma che:
“(…) gli antigeni hanno il compito di allertare il sistema immunitario qualora vengano introdotti elementi estranei nocivi (…) Il cibo, anch’esso, contiene antigeni. Nel momento in cui mangiamo, questi antigeni possono essere riconosciuti dal sistema immunitario come amici o nemici, se gli antigeni del cibo sono riconosciuti come nemici, scatta una risposta immunitaria che alla lunga porterà alla formazione di patologie, più o meno gravi.”
“Un’alimentazione sana ed equilibrata è il primo passo da seguire per ridurre l’infiammazione e curare la malattia partendo dall’eliminazione della causa.”
Cit. Dottor Mozzi http://www.dottormozzi.it/ – http://dietagrupposanguigno.it/
Questa, è per me la stretta relazione fra cibo e salute!
Al momento, sono concentrata a far bene il mio dovere seguendo il coordinamento della mia nutrizionista e della mia immunologa e a ripetere certi esami che mi scongiurino da malattie immunitarie non ancora individuate. Le diete attuali, sia per le mie intolleranze sia per la mia Candida Albicans e sorelle, entro qualche tempo vedranno reintegrare alcuni alimenti, uno alla volta, per verificare non ci siano reazioni indesiderate allo stesso.
Non ho ancora iniziato appropriatamente la Dieta dei Gruppi Sanguigni del Dottor Mozzi. Confusa da tutte le informazioni che mi stanno arrivando, ho deciso di proseguire questo mio cammino per gradi: una volta che sarò guarita dalle mie candide, cercherò di allineare le mie intolleranze alla condotta che dovrei seguire secondo le regole del mio gruppo sanguigno. Nel frattempo, cerco almeno di rispettare le associazioni appropriate dei cibi, per quel che posso.
La cosa certa per me, al momento, è che non sono al corrente di tutto il percorso che dovrò ancora affrontare per ristabilirmi; in qualche modo, sono intimamente consapevole che non potrò tornare a mangiare come prima, libera di assaggiare tutti gli squisiti manicaretti del mio glorioso paese, ma in questo momento sono più interessata alla stabilità della mia salute. Il cibo, che continuerò ad amare per sempre, rimane una gioia momentanea che non ha valore in confronto al mio benessere e a una lunga vita con la mia famiglia.
Troverò il modo, caparbia come sono, di conciliare una nuova condotta alimentare con la gioia di mangiare e, in questo processo, sarò anche in grado di coinvolgere i valori salutari e culturali del cibo, che per me hanno una fondamentale importanza.
Io amavo sfornare.
Non potendo assumere latte e derivati, uova, lieviti e zuccheri, mi è impossibile, al momento, prepararmi dalla pizza a una qualsiasi torta. Cucino per famiglia e amici. Non mi sono nemmeno avvicinata alle farine Gluten Free, che sono, in gran quantità, a disposizione sul mercato, poiché non le conosco e non sono ancora informata su come assumerle e in quali quantitativi. Giusto una cosa mi è ben chiara: tutti gli alimenti gluten free conducono al diabete se assunti in abbondanza e senza criterio, cosa che io proprio non desidero e, quindi, preferisco aspettare.
Tornando alla mia vita, un aspetto positivo imprevisto si è presentato proprio dopo la mia prima grande crisi, mentre temevo che il cibo e la cucina stessero per essermi portati via.
In quel periodo stavo realizzando alcuni progetti a cui tenevo moltissimo: l’Accademia Italiana Della Cucina mi stava accettando come Accademica nella Delegazione di Singapore, Malesia e Indonesia http://www.accademiaitalianacucina.it/ e, in più, ero attivissima in una Associazione di Cucina Internazionale – International Cooking Club Singapore (ICCS), dove donne di tutto il mondo scambiano reciprocamente e gratuitamente insegnamenti di cucina del proprio paese, e per la quale non solo appartenevo al Cooking Group, ma ero anche leader del Baking Group, cioè la responsabile.
Nel momento cruciale in cui sono stata investigata per diverse malattie, e sono risultata intollerante a così tanti alimenti, ho immediatamente vissuto un lutto e davvero mi sono abbattuta: era come se mi stessero togliendo la possibilità di vivere le mie passioni, la mia vita. Avevo già vissuto un’esperienza del genere, quando, sempre all’improvviso, per cercare un figlio attraverso 7 fecondazioni assistite, venni messa a riposo, senza lavoro, palestra e tutte le altre mie attività per anni: fu come ricominciare da capo, senza essere in grado, però, di delimitare le conseguenze di tali cambiamenti che potevano risultare anche molto gravi.
Angosciata e in lutto ho smesso di mangiare e di cucinare.
Per fortuna, non ho potuto resistere al richiamo dell’Accademia che, alla fine, mi ha reso Accademica lo scorso febbraio, e non ho potuto resistere nemmeno al richiamo dei miei gruppi di cucina che andavano avanti con le loro classi.
Ritrovando le forze e l’umore, mi sono riunita a tutte le mie donne comunicando che sarei andata alle classi solo per imparare, senza mangiare, guadagnando nuova stima da parte loro.
E così, con mia grande felicità e sollievo, ho scoperto che la mia passione andava ben oltre al mio palato: ho scoperto che cucinare per gli altri mi riempiva di gioia e che ero fortunata, riuscivo e riesco tuttora a resistere al richiamo dei cibi a me vietati!
Sono altresì veramente felice di trovarmi regolarmente in compagnia dei miei amici Accademici, e di progredire assieme nella tutela delle tradizioni della cucina italiana, di promuoverne e favorirne il miglioramento nella nostra Delegazione di Singapore, Malesia e Indonesia.
Tutto questo ha per me un grande valore: mi sento felice e orgogliosa di me stessa e, con grande gioia, quindi, mi troverete sempre a discutere interessanti progetti riguardanti il buon cibo italiano e anche quello straniero. E mi troverete sempre a cucinare, probabilmente con qualche novità: affiancando a una buona pagnotta di pane rustico un filetto di pane di farina di quinoa, piuttosto che un sorbetto al latte di cocco a fianco di un ottimo gelato alla crema.
Buon cibo e buona salute a tutti.
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6 Commenti
Fantastica, Catia!! Avanti così e… che la ricerca dia i suoi frutti… insieme ce la faremo!!
Grazie cara Valentina! Non ho intenzione di demordere! Un grande abbraccio. Catia Singapore
Bravissima Catia.
Tenace, caparbia e ricca di tante sorprendenti risorse, hai vinto anche questa battaglia, facendone una cosa ancora più bella!
Brava.
Katia
Carissima Katia, non credo di aver ancora vinto la battaglia ma sicuramente sono in un percorso giusto che promette risposte e soluzioni positive. Speriamo bene. Nel frattempo gli insegnamenti sono tanti e mi auguro che la mia esperienza possa tornare utile e/o suggerire idee al prossimo.
Un grande abbraccio e bacio. Catia Singapore
Capisco il voler condividere la propria esperienza ma credo che l’affermazione “ho dovuto anche ammettere, mio malgrado, che il glutine e lo zucchero fanno male, e sono fra le maggiori fonti di malattie e tumori.” sia fuorviante e priva di alcuna base scientifica. Entrambi non necessariamente fanno male se non assunti in quantità eccessive e nessuno studio li ha mai collegati allo sviluppo di tumori. Sarebbe cortese se l’autrice riformulasse la frase specificando che questa è una sua convinzione.
Cara Federica grazie per avermi scritto.
La mia frase non è una definizione definitiva per il pubblico, ma, come suggerito dalle intro che ho scritto in entrambi i racconti (Parte 1 e 2) quella frase è un mio giudizio personale, dopo tutte le mie ricerche. Ognuno può concordare o meno e fare le sue valutazioni come ho già all’inizio spiegato chiaramente.
Pertanto, lascerò com’è il mio racconto. Spero di ritrovarti nei prossimi miei scritti.
Grazie Catia Singapore