Avete mai pensato che il destino ha scelto per noi da quale parte del pianeta vivere?
Sono una donna bianca, europea, ed ho la fortuna di vivere dal lato PRIVILEGIATO del mondo, quello che gli studiosi di geopolitica chiamano: “Developed World” o “Mondo Sviluppato”. Probabilmente esiste una donna nata nel mio stesso giorno ma dalla parte di mondo opposta, il “Developing World” o “Mondo in via di sviluppo”.
Siamo donne nate sullo stesso pianeta eppure con punti di partenza completamente diversi. Io in Europa, dove “tutto è dato per scontato”, dove la maggior parte delle donne ha un’educazione ed una vita dignitosa, dove i diritti umani delle donne (la cui definizione è ancora tema di conflitto) sono per lo più pienamente riconosciuti.
Il destino ha invece deciso che un’altra donna sarebbe nata altrove, nel lato sfortunato del pianeta, e la cui vita sarebbe stata completamente diversa, piena di lotte per la sopravvivenza, dove la povertà e la disuguaglianza sarebbe stati compagni di viaggio di un’esistenza intera.
Io non so chi decida il destino di ognuno di noi, però posso dire di essere talmente fortuna da poter viaggiare, ascoltare e scrivere su queste donne nate nell’ altra parte del mondo,
Ho insegnato in un piccolo villaggio situato a pochi chilometri di distanza dalla città di Tarapoto (parte selva del Perù). Ho avuto la fortuna di incontrare alunni stupendi che non erano soltanto li per ascoltare la mia classe di inglese ma per conoscermi. Alcuni sono diventati cari amici, di cui non mi dimenticherò mai.
Oggi voglio farmi portavoce di un’ alunna, una ragazza peruviana di 15 anni, nata in un villaggio lontano dalla realtà caotica e “sviluppata” di Lima.
Questa ragazza è la maggiore di 2 fratelli: un maschietto e una femminuccia. Tutti e 3 sono dei bambini sani, allegri e vispi. La maggiore va abbastanza bene a scuola e si ferma spesso a parlare con me dopo lezione, per chiedermi del “mio mondo”. I piccolini fanno il viaggio con me in bus per arrivare a scuola. Mi aspettano impazienti per fare il percorso insieme. Un giorno la maggiore viene a prendermi a casa in scooter per fare una passeggiata. Non hanno problemi di denaro: il padre ha un negozio di scooter ed è abbastanza conosciuto in paese. I figli studiano in uno degli istituti migliori del villaggio e la maggiore frequenta un corso pre-universitario che non è concesso a tutti.
A volte sembra che il denaro porti alla felicità, faccia stare bene, ma quando vivi dall’altro lato della medaglia non è sempre così! Ci sono problemi culturali e sociali che prendono il sopravvento e sminuiscono il supporto economico che la famiglia può darti. Questo problema nella parte della foresta peruviana si chiama “machismo”.
La ragazza mi racconta la sua realtà con cuore aperto. Il padre, essendo una persona stimata e con denaro, era visto bene dalle altre donne del paese e di conseguenza tradiva la moglie ripetutamente. A casa era un padre-padrone. Quando qualcosa non gli andava bene se la prendeva con la moglie e i figli. Allora la maggiore per evitare che ci andassero di mezzo i fratelli più piccoli si prendeva tutta la colpa, insieme alle botte e alle molestie. La madre non poteva intervenire a favore dei figli o comunque era tanto “buona” da non intervenire contro il marito.
Questa è una realtà comune in Perù, dove la società è maschilista e la principale forma di educazione conosciuta è la punizione corporale.
Però anche nelle storie tristi c’è un aspetto positivo. La situazione di questa ragazza le aveva fatto nascere la forza di lottare per i suoi sogni. Voleva diventare medico e andare via da quella realtà, partire insieme ai suoi due fratelli minori per garantire loro un futuro migliore.
Quando il giorno vi svegliate e sentite che ciò che avete non è abbastanza, allora pensate di essere nati dalla parte privilegiata del mondo.
Ricordatevi che altrove, in paesi meno fortunati, ci sono persone che lottano per i loro sogni, che vorrebbero essere al vostro posto.
Riflettiamo sull’altro lato della medaglia!