22 marzo 2017: per me, così come per tanti altri londinesi, una giornata come tutte le altre. La sveglia che suona; i figli che non si vogliono alzare; la doccia; i vestiti già pronti; la corsa per non perdere il treno; l’ufficio.
La mia compagnia si trova al 19esimo piano del “walkie talkie”, il palazzo, nel cuore della City, così chiamato per la sua forma. I nostri uffici occupano tutto il piano e permettono di vedere tutta Londra: è uno spettacolo che toglie il fiato.
Ė il primo pomeriggio, noto che alcuni miei colleghi si riuniscono e guardano verso il palazzo di Westminster.
Immersa nei pensieri della riunione a cui devo partecipare da lì a poco, non presto molta attenzione a quello che succede.
Al ritorno in ufficio c’è qualcosa di strano all’ingresso del palazzo: ci viene chiesto di mostrare il nostro pass di ingresso; non è mai successo.
Tornata alla mia scrivania, controllo il mio cellulare e trovo i primi messaggi di amici che mi chiedono se sto bene. Strano. Uno sguardo al mio inbox e trovo una comunicazione interna che avverte di quello che è successo a Westminster. Sbigottita, rassicuro parenti ed amici; so già che i miei figli sono a casa, al sicuro.
Saprete ormai cosa è successo. Una macchina, mentre attraversava Westminster Bridge, ha improvvisamente sterzato, investendo numerosi pedoni – la maggior parte turisti. L’autista è poi sceso dalla macchina per tentare di entrare nel Parlamento, prontamente fermato dalla polizia che protegge il tempio della democrazia. Un agente purtroppo perde la vita; tre sono le vittime accertate e quaranta i feriti.
Il motivo di questo attacco non è ancora conosciuto, anche se si suppone la matrice terroristica. Purtroppo è l’ultimo di una serie di attacchi che hanno colpito diverse città (Parigi, Nizza, Berlino, solo per nominarne alcune) ed i loro abitanti.
Londra è da sempre una città a rischio terrorismo. L’attacco più significativo, e l’ultimo prima di quello odierno, è quello del 7 luglio 2005, quando dei terroristi si fecero esplodere su tre carrozze di diverse linee della metropolitana e su un autobus.
Il livello di sicurezza in città è molto alto: sembra che dal 2013 tredici possibili attentati siano stati sventati, grazie anche al lavoro svolto da MI5, il servizio di intelligence inglese. La polizia è sempre all’erta: ci sono spesso simulazioni di possibili attentati, l’ultima solo settimana scorsa, un possibile attentato al Parlamento via Tamigi.
La risposta a questo attacco è stata imminente; la zona vicino al Parlamento è stata subito chiusa, “locked down”. Chi si trovava all’interno del palazzo, per lavoro o in visita, ne è rimasto prigioniero fino a sera, quando la polizia ha ritenuto che fosse cessato il pericolo. La ruota, uno dei tanti simboli di Londra, è stata fermata per tre ore, con la gente intrappolata a bordo. Nei palazzi della City, come ho detto all’inizio, la sicurezza è stata rafforzata.
Oggi Londra è una città sotto choc; i suoi abitanti sono determinati a non lasciarsi intimidire ed a continuare la vita come sempre, in pieno “Blitz spirit”.
Questo termine risale alla seconda guerra mondiale, quando gli abitanti della East London, allora la zona più povera della città, si rifiutarono di usare i rifugi di fortuna costruiti dal governo per sfuggire ai pesanti bombardamenti dei tedeschi durante il 1940 e 1941, una scelta che costò la vita a molte persone. Da allora, viene usato per definire lo stoicismo e la determinazione tipici dei londinesi e dei britannici in generale.
Domani sarà “business as usual”, come anche dichiarato dal Primo Ministro Theresa May. Riporto uno stralcio del suo discorso della sera:
“These streets of Westminster, home to the world’s oldest Parliament, are ingrained with a spirit of freedom that echoes in some of the furthest corners of the globe. And the values our Parliament represents – democracy, freedom, human rights, the rule of law – command the admiration and respect of free people everywhere.
That is why it is a target for those who reject those values.
But let me make it clear today, as I have had cause to do before: any attempt to defeat those values through violence and terror is doomed to failure.
Tomorrow morning, Parliament will meet as normal. We will come together as normal.
And Londoners – and others from around the world who have come here to visit this great city – will get up and go about their day as normal.
They will board their trains, they will leave their hotels, they will walk these streets, they will live their lives.
And we will all move forward together, never giving in to terror and never allowing the voices of hate and evil to drive us apart.”
Chi sono
2 Commenti
Ciao,
grazie per lo scritto. Mi fa impressione leggere queste righe cosí descrittive di una realtá che sta coinvolgendo le capitali europee. Io vivo in una di queste e rabbrividisco leggendoti poiché riesci a farmi immedesimare nella realtá londinese che potrebbe diventare anche quella della mia cittá!
Ciao Antonella,
Grazie. Purtroppo è la realtà di questi tempi, non lo sia nella tua città.
Elena