L’ennesima festa a scuola
Puntuale anche quest’anno, qualche settimana prima che la scuola chiuda i battenti, è arrivato il giorno della festa estiva. È un venerdì di luglio, sono quasi le sei di sera.
Partecipo mio malgrado, solo per fare contento mio figlio.
Questa, infatti, visti i sei anni di differenza tra i miei due figli, è la mia dodicesima volta. Potete capire, quindi, lo scarso entusiasmo.
Arrivo dopo una giornata di lavoro, con poca voglia di socializzare. Il sole batte forte, fa ancora caldissimo. La fortuna è dalla mia parte: trovo posto su una panchina all’ombra, dalla quale non ho intenzione di muovermi.
Quest’anno il tema è caraibico.
Proprio di fianco a me, un prezzo lo dovevo pur pagare, ci sono tre signori che suonano i tamburi tipici delle isole; durante le loro pause, sono “deliziata” dalla musica che esce dalle casse.
Bambini di varie età corrono in giro felici.
Ci sono diversi banchetti che vendono cibo, bevande, dolci e non so che altro. Il ricavato serve a finanziare alcune attività extra scolastiche.
Non so bene dove si trovi mio figlio ma non me ne preoccupo.
Sa dove sono e, soprattuto, non può uscire dalla scuola. So che si sta divertendo e spero si stanchi, così magari stasera va a letto senza fare storie. Ci spero, visto che ha la stessa energia del coniglietto nella pubblicità della Duracell, ma so che sarà invano.
Dal mio osservatorio, indisturbata, guardo gli altri e:
Penso.
All’ultima festa estiva alla quale ho partecipato con il mio ex compagno. All’epoca avevo solo mia figlia, nata dal mio matrimonio. Ero magra ed ottimista per il futuro. Sono passata dieci anni e me la ricordo come se fosse ieri. Quante cose sono successe da allora!
Ammiro.
Quei papà che partecipano, anno dopo anno, e si offrono di cuocere gli hamburger sul grill anche quando, come oggi, ci sono 30 gradi e l’esperienza non deve essere proprio piacevole; e quelli che sono, semplicemente, presenti.
Evito.
Di parlare con i genitori che conosco, qualcuno dai tempi di quando frequentava mia figlia. Non ho nessuna voglia di scambiare le solite banalità sul tempo che passa, come va la scuola e sulla scuola secondaria da scegliere entro fine anno. Asociale in pieno!
Invidio.
Quelle mamme che sono magre come uno stecchino e svolazzano senza sforzo da una parte all’altra mentre io e la mia ciccia ci muoviamo a fatica. E le coppie. Da single attempata vorrei essere anche io parte di una coppia! È vero che non si sa cosa succeda a casa degli altri ma qui, oggi, sembrano tutti felici.
Osservo.
Il ciclo della vita. Ci sono tanti bambini piccoli, molti ancora nei passeggini, presenti come me per forza, per via dei fratelli più grandi. Mentre scrivo, davanti a me ho una mamma incinta che sembra pronta a partorire, con un bambino di pochi mesi nella culla ed un marito che ha una pancia come la sua! La guardo e penso: “ma come fa?” e poi: “io ho già dato!”.
Apprezzo.
La diversità di questa scuola, un pout pourri di colori, lingue e culture. Bambini e genitori interagiscono senza nessuna distinzione.
Spendo.
I £15 con i quali sono arrivata finiranno presto. È per una buona causa, mi dico.
Aspetto.
Paziente, che finisca!
Finalmente.
È tempo di andare a casa, non vedo l’ora. Ma alcuni genitori vanno al pub e mio figlio, super sociale e non ancora stanco, mi convince a seguirli.
Il fine serata è piacevole, nonostante la mamma che a tutte le feste si presenta, ed il fatto che siano tutte coppie!
Infine:
Gioisco.
Siamo a casa. Anche quest’anno scolastico ho dato, ed il prossimo sarà l’ultimo di tutto: della scuola elementare, delle recite ogni trimestre, della festa di Natale e di quella estiva. Il traguardo è vicino!
Elena – Londra
Chi sono
4 Commenti
Fluida, profonda e piacevole come sempre. Grazie per i tuoi articoli!
Grazie Elena, sei molto gentile!
Ciao, Elena
Mi fai fatto sorridere e un po’ commuovere. Sei sempre vera. Non ti nascondi dietro a niente e a nessuno. Io ti apprezzo tanto per questo. Ma la cosa migliore del post è che nonostante tutte le considerazioni di partenza poi alla fine al pub ci sei andata, per tuo figlio. Ma ha fatto un po’ bene anche a te. È che provare ad andare fuori dalle considerazioni di partenza fa quasi sempre bene. Brava, Elena! Un abbraccio.
Grazie Katia,
abbaio spesso ma non mordo … o quasi … ! 🙂 e cosa non si fa per i figli!
Hai ragione, ha fatto bene anche a me, segno che bisogna sempre essere flessibili.
Un abbraccio,
Elena