Stamattina, spulciando le news online mentre ingurgitavo il mio latte e caffè, ho visto una statistica di paesi definiti difficili da vivere.
Il Lesotho non compariva nemmeno nella mappa, questo la dice lunga sulla credibilità e serietà dello studio, che non tiene in considerazione che dentro il grande, immenso Sud Africa si trova un paesello montagnoso indipendente e circondato, per non dire soffocato, dal suo grande fratello.
Poi mi sono chiesta, considero la mia vita difficile da quando sono qui? La mia risposta cambierebbe se la domanda me la fossi posta un anno fa. Adesso ovviamente mi sono totalmente abituata allo stile di vita locale. Anche se continuo a non mangiare salsiccia a colazione.
Difficile-facile: criteri o personali impressioni?
Non considero il Lesotho un paese difficile quando sento i racconti di colleghi con più esperienza di me in paesi africani. Lo considero molto difficile invece, se paragono la mia vecchia vita europea a quella di adesso. Qui i servizi sono pochi e in genere di scarsa qualità.
Per esempio a Maseru, capitale ma anche unica città del regno, non esiste il servizio di raccolta spazzatura. Si paga un privato che una volta a settimana prende il sacchetto e credo poi lo bruci da qualche parte come fanno tutti gli altri. Triste eh! Menomale che l`aria di montagna ancora riesce a spazzare via l`odore di plastica bruciata della domenica mattina, ma l`inquinamento, quello resta.
Internet c’è e ultimamente vedo dei segnali di modernizzazione. Una delle due più grosse compagnie sta cercando di mettere la fibra nel centro più commerciale della citta`. I costi però sono quasi insostenibili se vuoi una connessione più veloce. Solo gli uffici possono permettersela. Un privato in genere si accontenta della connessione più lenta, che comunque costa il triplo che in Europa.
Servizi sanitari, quelli scarseggiano. O meglio di ospedali ce ne sono ma non hanno standard europei. Speriamo sempre di non avere emergenze perché le ambulanze, quelle, non ci sono.
Facciamo un gioco..
Facciamo che sono davanti a uno schermo a presentarvi questi dati in un power point come succederebbe se fosse una task di lavoro e immagino le vostre facce molto diverse. Di sicuro, chi tra voi vive o ha esperienza in paesi `difficili` sarà piuttosto abituato/a a questi aneddoti. Immagino invece che chi expat lo è a Londra o a Berlino debba chiedersi `ma cosa ci fa questa, li`?
Si sa che più si viaggia più si aprono i propri orizzonti. Quello che ho imparato in tanti anni da espatriata, anzi emigrata, è che la propria ambizione deve essere inversamente proporzionale ai propri standard.
Nell`ambito in cui lavoro generalmente chi ha esperienze in paesi di guerra riceve più riconoscimenti di chi lavora `solamente` in paesi in via di sviluppo. Insomma vivere senza ospedali, parrucchiere, scuola di danza o internet non è poi` così grave. L`importante è guardare sempre il lato positivo. C’è sempre il sole e posso camminare in montagna ogni domenica. Ma, detto tra noi, quanto mi manca il baretto con il concertino jazz!
E voi, il paese dove vivete, lo considerereste difficile o no?
Chi sono
5 Commenti
Sarà anche un paese più facile rispetto ai paesi più difficili ma io i complimenti te li faccio lo stesso perché tu sei comunque europea e italiana e continuo a pensare che non deve essere proprio facilissimo vivere in Lesotho. Figurati che io nel delirio dei momenti più neri penso che l’Australia, il parse in cui vivo, non sia facile. Certo la connessione è veloce e abbiamo ospedali e ambulanze ( carissime comunque) ma mi mancano tutta una serie di altre cose a livello umano e culturale che non hanno niente a che fare con le comodità e sicurezze date dal progresso. Tutto è relativo alla fine ma certo che fra essere expat in zone di guerra o in paesi poveri e noi expat di lusso, c’è ne corre. Chapeau!
Ce ne corre …
Credo che i criteri cambino da paese a paese, non solo da persona a paersona. Per te ci saranno difficolta’ come i costi dell’assistenza sanitaria quando per qualcun altro ci sara’ quello della disponibilita’ di strutture sanitarie. In alcuni paesi lo smog rende la gente malata, in altri e’ la malaria a far paura. Pero’ mi sembra che ben o male ci adattiamo tutte.
E noi che expat non siamo non lo capiremo mai, ma dai tuoi racconti un po’ ce lo immaginiamo e a volte faremmo a cambio di un po’ di vita comoda ma in un paese di burattini con un po’ di esperienza fuori dai nostri limitati orizzonti…
….sempre forzarsi di uscire dalla comfort zone.