Madre mia,
che mi guardi mentre ti allontani e stringi gli occhi perché non mi accorga che già brillano di lacrime, ogni volta che ti lascio ti abbraccio e mi inchino per avvicinarmi al tuo viso. Una bambina ero io, una bambina sei tu. Cerco ancora le tue braccia per rifugiarmi nei pochi momenti in cui mi è permesso recuperare una quotidianità negata, mi arrendo alle tue mani che mi accarezzano il volto come nessuno può fare, e così indifesa ti vedo fortissima nella tua piccolezza. Ogni anno la mia schiena si abbassa un po’ di più per cercare la tua, però il tuo sorriso non cambia, i tuoi occhi non si nascondono, i capelli sono più indomabili e più simili al colore della neve.
Di quanti colori sei stata mamma? Rossa, arancione, castana, mora, bionda, grigia, bianca, bordeaux…di quanti umori sei stata mamma? Di fronte a quante scelte ti sei dovuta confrontare? Passa il tempo ed ogni volta sarà un’altra sorpresa scoprirti.
Ed io cambio, alla mia età? Poco, magari. Sono fisicamente completa, come un disegno finito che si sta già sbiadendo, ed è troppo tardi per sperare in nuovi cambiamenti, ma anche troppo presto perché mi inizino a cadere i pezzi. Però tu sì, tu cambi mamma. Le tue braccia diventano a te misteriose, le mani che hanno appreso durante una vita intera come danzare nella cucina e sono state regine degli strumenti si ribellano, rivendicando il diritto a riposarsi. Le gambe che così agilmente ti hanno sempre accompagnato si rivelano due sconosciute: posso ancora saltare? E correre da qui a lì? Mantenerle a lungo incrociate?
Madre mia, adesso sei già sull’aereo, e mi manchi. Scrivo queste righe piena dell’amore infinito che mi professi, con il rispetto che mi hai sempre mostrato e che non ti permette di rinfacciarmi niente, il mio stare lontana, essere spesso occupata…il non esserci.
Ti vorrei qui, vorrei essere li, ma non offro garanzie: sono partita e non so dove sarò, in quale paese, in un’altra casa, in un’altra vita, e tu non pretendi niente. E ti amo. Tanto. Però poi penso che per dare ancora più valore alle cose belle bisogna che siano lontane. E mi consolo così, sapendo che tu sei sì una donna, ma per me sei soprattutto MAMMA, e se un giorno mi capiterà di esserlo altrettanto, saprò di chi dovrò seguire il cammino.
Tua figlia.
Chi sono