Esiste libertà religiosa negli Emirati Arabi, paese a maggioranza musulmana? Ebbene si.
La costituzione emiratina indica l’Islam come religione ufficiale del paese. Si tratta, peraltro, della religione più diffusa tra i residenti. Tuttavia, la libertà religiosa è consentita purché non entri in conflitto con le leggi dello Stato. La costituzione afferma che tutte le persone sono uguali di fronte alla legge e non sono permesse discriminazioni a causa della fede religiosa. Di recente, però, il nuovo codice penale rafforza alcuni punti chiave su cui il governo emiratino non transige. Questo, infatti, condanna la blasfemia, il proselitismo da parte dei non musulmani e gli atti che portano all’odio religioso oppure quelli ritenuti discrimatori e offensivi. La magia nera oppure la stregoneria sono vietati, così come tutti i simboli che li rappresentano.
Per chi non lo sapesse, le associazioni religiose possono liberamente professare il proprio credo. Queste dovranno semplicemente fare una richiesta ufficiale e ottenere una specifica licenza. Nella zona sud di Dubai, il sito religioso è stato stabilito nell’area di Jebel Ali. Qui si susseguono templi hindu, sikh, chiese battiste, evangeliste, cattoliche e via discorrendo. C’è posto per tutti, anche per la fede ebraica, per ora riunita in sale temporanee sparse per la città. Ad Abu Dhabi, invece, è stata completata la suggestiva Abrahamic Family House. Si tratta di un complesso religioso che ospita una moschea, una sinagoga e una chiesa. È un simbolo di rispetto e della pacifica convivenza tra le tre grandi fedi monoteiste.
Andare in chiesa, si può?
Pur vivendo in un paese musulmano, i cittadini di fede cattolica possono andare in chiesa e ricevere i sacramenti. Esattamente come in Italia. Potranno essere battezzati, ricevere la comunione, la cresima e sposarsi in chiesa. Ogni fine settimana si svolge il catechismo, cosi come la celebrazione della messa in varie lingue, tra cui, ovviamente, l’italiano. La cosa che trovo più bella è la condivisione dello spazio tra i cattolici di tutto il mondo che vivono a Dubai. Ci si organizza per la celebrazione della messa e alcune feste vengono celebrate in comunità. Ci si ritrova, quindi, a festeggiare con italiani, francesi, filippini, indiani, cingalesi di fede cattolica.
Tutti diversi ma tutti uniti in pace
Il governo emiratino promuove la pacifica convivenza fra la popolazione residente e condanna fortemente quei movimenti ritenuti estremisti. Esiste un ente, infatti, chiamato General Authority of Islamic Affairs and Endowments (anche conosciuta come Awqaf). Questo si occupa di fornire indicazioni per il contenuto dei sermoni nelle moschee sunnite con lo scopo di limitare e controllare la diffusione di ideologie estremiste. In generale, i contenuti di libri, media, social media, materiale pubblicitario, religioso ecc. sono controllati per evitare l’istigazione all’odio. Del resto, si tratta di un paese la cui popolazione è composta per circa il 90% da stranieri provenienti da oltre cento paesi. Ognuno ha la propria lingua, cultura e tradizioni. Ciascuno di loro, insomma, necessita di un ambiente sicuro e scevro da ogni manifestazione di odio razziale e religioso.
La perfezione non esiste, ma la pace si, se voluta
Nessun paese è perfetto e questo lo sappiamo tutti. Ciononostante le buone intenzioni del governo emiratino fanno sì che i nostri figli possano vivere in un melting pot di culture senza temere aggressioni, ripercussioni e discriminazioni di ogni genere.
3 Commenti
Anche qua in Germania le sinagoghe in uso sono, purtroppo, pochissime rispetto alla totalità. Alcune sono usate in qualità di museo, altre vengono aperte solo per le grandi festività. Mi ricordo che a Erfurt, poco distante da Jena, ce n’erano tre: la sinagoga piccola, quella grande e quella antica. La comunità che si raccoglieva in preghiera, però, era talmente minuta che utilizzavano una sala comunale.
Generalmente parlando, in Germania ognuno può professare la religione che vuole. A livello di festività e tradizioni, però, l’impronta cristiana (cattolica ma soprattutto protestante) è innegabile: dalle vacanze di Natale alla parata di San Martino passando per la Pasqua. Sarebbe bello di potesse venire incontro anche alle altre fedi!!!
Per questo il paese migliore è Singapore perché ha una popolazione variegata. I singaporiani sono di etnia cinese, malese, indiana tamil e europea per una piccola percentuale, quindi tutte le festività cinesi, musulmane e indiane sono celebrate ufficialmente, più alcune cristiane. Era sempre festa!
Che bella questa apertura da parte degli UAE! Perdona l’ignoranza ma davvero non me l’aspettavo. La Francia è uno stato laico ed in teoria (sottolineo in teoria) ogni proselitismo, discriminazione e simbolo religioso ostentatorio è vietato. Ogni cittadino può professare la religione che vuole a patto che essa non vada contro le leggi della Repubblica. E purtroppo mi sento di dire che il più delle volte qui non è così, ma non entro nei dettagli perché ci vorrebbero anni. Una società multiculturale equilibrata è ciò che ho sempre sognato, quanto sarebbe bello averla più spesso, soprattutto nel nostro strano mondo moderno!