L’importanza della frustrazione,
dell’empatia dei genitori e delle figure di riferimento
Riprendiamo la psicologia del Sé per sommi capi. Nasce con Kohut negli anni ’70. Si oppone al tipo di analisi freudiana che dominava il campo negli Stati Uniti. Il lavoro di Kohut si basa sul trattamento di pazienti sofferenti di disturbi narcisisti.
Chi soffre del disturbo narcisista soffre di depressione, ha una variabilità della stima di se stesso ed è insoddisfatto dai rapporti interpersonali, è molto sensibile alle offese, dimostra poca empatia e umorismo; presenta stati maniacali ed una grande preoccupazione per il proprio corpo.
Tutte queste problematiche derivano dalla mancanza di una risposta empatica da parte dei genitori quando era bambino.
La mancanza di un rapporto sano con i genitori provoca una malattia del Sé e un disturbo narcistico della personalità. Il Sé è uno dei concetti principali di Kohut. Per questo studioso, senza una propria integrazione del Sé non vi può essere un sano sviluppo dell’Io. Insomma, tutto si basa su questa integrazione del Sé, che è essenzialmente un apparato primitivo.
Schematizzo questo concetto del Sé che è centrale nella teoria di Koht:
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Un nucleo primitivo;
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Deve essere coeso e integrato perché si sviluppi l’Io;
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Da lui si origina “il sentirsi autonomi come individui”.
Se si ripiega su stesso e si blocca ad uno stato inziale, fissandosi in una particolare posizione, sviluppa il narcisismo.
Quindi, questo Sé primitivo, quando manca una relazione adeguata con i genitori o le figure di riferimento, si cristallizza e viene a formarsi un Sé grandioso e onnipotente, appunto narcisistico, che altro non è che una forma difensiva.
Il narcisismo se non è malato non è qualcosa di negativo. L’amore verso noi stessi per Kohut rimane tutta la vita, questo tipo di narcisismo va differenziato dal narcisismo risultante da una forma patologica dovuta all’assenza di empatia da parte dei genitori.
Kohut rifiuta la posizione freudiana e classica del narcisismo e ne sviluppa un’altra. Il narcisismo non patologico permane tutta la vita a cui si affianca, come in un doppio binario, la libido oggettuale, il doppio binario dell’amore per se stessi e per gli altri.
In uno sviluppo sano, il narcisismo grandioso dei bimbi viene frustrato in maniera ottimale: gradualmente e in maniera tollerabile.
La frustrazione che viene esperita ci aiuta a percepire il mondo interno e esterno. Insomma, è anche attraverso delusioni tollerabili che cresciamo e miglioriamo e vediamo sia la realtà interna sia quella esterna.
Usando termini tecnici si parla di “imago parentale idealizzata” . I genitori vengono appunto idealizzati, e a loro viene attribuita l’esperienza narcisistica della perfezione, che piano piano poi viene a cadere. E ci si mostra per quello che si è, ovvero essere umani. Ancora è importante che questa frustrazione sia “ottimale”. Per ottimale si intende una frustrazione adeguata all’età, altrimenti si sviluppa un danno nella personalità stessa dell’individuo.
I bambini hanno questo Sé grandioso inizialmente, che deve incontrare empatia e rispecchiamento da parte dei genitori oltre che una frustrazione ideale. Lentamente i bimbi e le bimbe rinunciano a queste fantasie grandiose e imparano a rinunciare anche alle esigenze esibizionistiche.
Insomma, l’autostima diviene realistica e gli scopi sintonici all’io.
Chi sono