L’integrazione passa per le filastrocche
“Twinkle twinkle little star” e altre dolcezze
A Vancouver ci sono tanti programmi per mamme e bimbi piccoli (0-4 anni) che vengono offerti dalle biblioteche comunali, dai centri ricreativi e dalle scuole.
Molti sono gratuiti, altri richiedono un piccolissimo contributo; altri ancora sono dei veri corsi, dai costi diversi.
Si leggono storie, si cantano filastrocche, si recitato poesie e si balla al ritmo di canzoncine classiche o moderne per bambini.
Durano dai quarantacinque ai sessanta minuti e, se ci si organizza per bene, almeno tre giorni a settimana si può partecipare a questi incontri, che sono puro divertimento e apprendimento per i bambini ed un modo bellissimo di fare nuove conoscenze e di trovare un momento di relax per le mamme.
Che vita sociale hai con un bambino piccolo quando te ne occupi full time?
Quasi nessuna.
È dura a volte far passare il tempo, soprattutto con le cattive giornate quando di andare al parco non se ne parla, o quando sei così stanca che non sai più cosa inventarti per intrattenere il tuo bimbo e vuoi solo stare seduta mezz’ora senza senza pensare a nulla.
Questi momenti di aggregazione organizzata sono un vero toccasana per lo spirito degli adulti e chiaramente dei bambini.
Ho conosciuto in queste occasioni tante mamme e babysitter; dopo gli incontri ci tratteniamo per chiacchierare un po’, i bimbi mangiano, socializzano, giocano e noi portiamo spesso il nostro caffè nei termos.
Qualcuna offre dei biscotti o una focaccia, qualcosa di piccolo e speciale della propria tradizione culinaria, e condividiamo, ci scambiamo le ricette.
Ma è anche un momento di sfogo, di consigli, di progetti per “quando loro andranno a scuola”.
Come spesso accade, nel mio quartiere sopratutto, c’è una grande eterogeneità culturale e l’inglese è la madrelingua di pochissime tra noi mamme.
Cosi le filastrocche che impariamo ci connettono alla cultura canadese e danno ai nostri figli il primo vocabolario nella lingua che sarà quella della loro vita fuori casa.
Anche io ho imparato così molte parole, soprattutto del gergo bambinesco, che certo non si studiano a scuola o nei corsi di inglese.
Ho conosciuto anche il background culturale del mio nuovo paese, le cui recenti generazioni si sono formate attraverso certe canzoni, concetti e immagini.
Le favole, le filastrocche, le nursery rhymes, come le chiamano qui, dicono molto della cultura di un posto, delle sue credenze, dei valori.
I libri scelti nei programmi di cui vi ho parlato (in massima parte sovvenzionati dal governo provinciale) sono spesso dei classici anglosassoni, ma anche molta nuova letteratura per bambini, praticamente tutta canadese, i cui messaggi principali sono sempre il rispetto della diversità, la decostruzione degli stereotipi, la storia e la cultura delle popolazioni indigene, il rispetto delle libertà individuali e della coesistenza pacifica e felice di tutte le genti.
Le favole sono una fonte inesauribile di informazioni per adulti e bambini e un modo nuovo di connettersi tra genitori e figli, di stare insieme.
Ci aprono mondi e ci arricchiscono di concetti da condividere che ci fanno crescere su basi comuni.
Le filastrocche cantate in questi gruppi sono per molte mamme la prima occasione di vedere i propri bambini iniziare ad interagire, a muoversi al ritmo di musiche che, a molte di noi, suonano strane e nuove.
Stiamo sedute in circolo, con i piccoli dentro al cerchio che formiamo, tutti con gli occhi incollati alla narratrice o al narratore di turno, spesso armati di chitarra, sempre di buon umore e con una bella borsa piena di pupazzi e libri.
Osserviamo i bimbi anticipare e seguire i movimenti dei balli, indicare le parole con gesti, capirne il significato prima ancora di riuscire a pronunciarle.
Ci stupiamo poi a casa di come abbiano assimilato subito suoni, immagini e gesti, di come ricordino velocemente le melodie che poi ci obbligano a ripetere mille volte con loro.
Mia figlia è perdutamente innamorata delle donne che le insegnano a cantare e le narrano di storie incredibili nella lingua che non è la mia.
Anche io sono grata a queste persone che lavorano con i bimbi e con i grandi con uguale energia ed entusiasmo: è un bellissimo modo per la mia bambina di imparare e per me di integrarmi ancora di più e sentirmi a casa.
Chi sono