Alla fine e’ sempre la stessa storia: lavoro una settimana si e una no e, durante la settimana che sono libera, cerco di avere il più possibile una vita sociale. Il mio “possibile” equivale ad andare al cinema, ad incontrare gli amici , fare lunghe chiacchierate nei caffè, fare una bella spesa nei negozi dove ci sono anche prodotti italiani.
Tutto questo con italiani perché, bene o male, ne sono circondata.
Ho tante amiche italiane, che fanno tutte lavori diversi, con loro e’ bello discutere di come ci rapportiamo con i norvegesi , di come ci troviamo con i colleghi, con i fidanzati, possiamo avere dei momenti in cui ci manca intensamente il parmigiano e malediciamo le lunghe giornate buie, ma poi pensiamo a quanto sia bello andare a fare una passeggiata nel bosco con la neve e ci scordiamo di quanto siano cari il vino o la carne.
Apprezziamo l’efficienza dei mezzi pubblici o dell’assistenza sociale, siamo consapevoli di essere fortunatissime a stare qui.
Domenica sono stata con una coppia di amici a fare la spesa in un grosso negozio etnico in Svezia i cui costi sono notoriamente la meta’ rispetto alla Norvegia.
Il giorno prima ero stata con altre due amiche a vedere un film e poi siamo finite in un ristorante dal nome italiano a mangiare una pizza, ci siamo ritrovate a dare i voti al cibo e al servizio, abbiamo deciso che di italiano c’era poco in confronto ad altri posti dove andiamo di solito, devono essere state le materie prime di qualità’ peggiore.
Uscendo da li , mentre andavo a casa ho ripensato al fatto che bene o male tutta la mia vita a Oslo e’ collegata all’Italia, comparo tutto il tempo i prezzi, i modi di fare della gente, i prodotti alimentari …
Ma in realtà, del Belpaese cosa mi manca?
Cosa vuol dire che ho sempre un pezzo di cuore legato alla casa madre?
Eppure tra una cosa e l’altra sono stata via dall’Italia quindici anni, mi sono sempre adattata a tutto, a mangiare la pizza con l’ananas e i wurstel, alle caramelle gommose ricoperte di sale, al salmone a colazione, e non e’ neanche giusto dire che mi sono adattata, in realtà mi piace tutto….
Non vedo nel mio futuro un rientro in Italia, le volte che sono tornata in questi anni ho pensato che mi andava bene andarci in vacanza ma che non ci sarei più potuta tornare a vivere, allora perché non riesco ad evitare tutte queste comparazioni? Inutili oltretutto, non portano assolutamente da nessuna parte, me ne rendo assolutamente conto.
Alla fine lo so perché’… non riesco a fare a meno del caffe’ espresso e della mozzarella, del ragù e della polenta…perché sono buoni e perché sono a disposizione, se non li avessi sotto mano probabilmente non ci penserei …
Concorso Letterario per Racconti a tema Expat “Le paure ed il coraggio delle Donne” aperto fino al 31 luglio 2017.
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