Lo scatolone dei ricordi
Procrastinare, rinviare, differire, rimandare.
L’obiettivo dovrebbe essere posticipare l’azione.
Nella realtà, invece, ci diamo un po’ di tregua oggi, pensando di farlo meglio domani. Ma lo scopo è evitare di agire, diciamocelo.
Così quello scatolone è rimasto lì, accanto alla finestra, per settimane, weekend dopo weekend.
Nella mia testa, da quell’ultimo trasloco, la storia è sempre la stessa e complessa: “ho bisogno di un weekend per smistare quelle cose, decidere cosa buttare, cosa tenere”. Non è solo bisogno di tempo, ma di concentrazione per lasciare andare le cose che non servono più, quelle che fanno male, quelle che sono le pagine di un capitolo ormai letto.
Il weekend arriva e io trovo tutte le scuse per non aprire quel pacco.
Lo vivo con ansia, quel cartone. E’ lì, fermo che mi guarda, non so se implora “aprimi” o se mi compatisce. Se gliela dessi vinta, aprirei il vaso di Pandora. Quel vaso dovrebbe contenere innocuo grano e io, come Pandora, credo piuttosto contenga i mali. I mali che mi hanno allontanato da alcune persone e da spiacevoli circostanze, con cui evidentemente non ho voglia di confrontarmi. Non adesso. Non nel weekend. L’obiettivo dovrebbe essere posticipare l’azione. Ci sto riuscendo.
Ricordi da tenere, ricordi da eliminare
Tra oggetti di pochissimo valore, nello scatolone ci sono anche i miei ricordi di una storia d’amore finita, durata anni e andata come le montagne russe. Lì dentro c’è un periodo consistente della mia vita durante la quale un nuovo Paese e una nuova esperienza lavorativa mi hanno fatto crescere, e allo stesso tempo allontanato dai miei punti fermi. Quei punti che da fermi sono diventati mobili, scivolosi, sfuocati. C ‘è tutto quello che ha fatto cambiare Laura e che Laura fatica ancora ad accettare. Il cambiamento, l’unica mia costante degli ultimi 14 anni. L’ancora di salvezza ma anche il terremoto; la soluzione, ma anche la causa del problema, la ragione per la quale oggi occupo questo posto.
Quello scatolone dovrebbe darmi delle dure risposte che ho paura di affrontare. Il weekend scorso ero impegnata. Chissà se venerdì riuscirò finalmente ad aprirlo. O a gettarlo via, così com’è, senza neanche aprirlo.
Chi sono
2 Commenti
Ciao Laura,
mi dispiace molto per la tua storia finita. Prenditi il tuo tempo, tanto o poco che sia, per aprire quello scatolone: il tempo è l’unica cura per questi mali e capirai da sola se e quando sarai pronta per riappropriarti dei tuoi oggetti, senza avere fretta.
I cambiamenti fanno bene all’anima anche se quando avvengono contemporaneamente ad altre tempeste è un bel casino gestire il tutto. Ma quando se ne esce, la soddisfazione per avercela fatta è impagabile!!
Un abbraccio da una tua quasi collega 🙂
Silvia.Lille
Grazie Silvia. Siamo donne, siamo forti. A volte poco indulgenti con noi stesse, ma alla fine ce la facciamo sempre