Non c’è dubbio, l’inglese è la lingua più parlata al mondo.
In quasi tutti i paesi si studia sui banchi di scuola. Ma è abbastanza per sapere dire di parlare l’inglese? Certamente no, almeno per quanto riguarda l’Italia.
Io ebbi la fortuna, durante gli odiati studi di ragioneria, di avere una professoressa di inglese molto brava, che ci inculcò l’alfabeto, lo spelling, i verbi irregolari e la grammatica. Ancora adesso, a più di 30 anni di distanza, mi rendo conto di quanto sia stato utile. Io poi scelsi di studiare da interprete. Il ragionamento che mi spinse a questa scelta fu che un interprete deve conoscere la lingua alla perfezione, e quello era il mio obiettivo. Centrato quello, seguì la laurea in lingue: c’era un abisso tra noi con il diploma di interprete e chi aveva solo frequentato l’università.
Quando arrivai a Londra, quindi, nel lontano 1998 avevo sicuramente un livello molto avanzato di inglese; eppure posso dire che il vero salto di qualità l’ho fatto proprio qui, sul posto. Infatti prestavo particolare attenzione a come i miei colleghi inglesi rispondevano al telefono, facevano domande, parlavano tra loro; il passo successivo fu cogliere le sfumature, i doppi sensi, l’umorismo e i vari accenti: l’irlandese che sembra quasi americano, lo scozzese molto duro, gli accenti del nord, lo slang. Così come tanto ha aiutato il leggere, ascoltare la radio e vedere la TV.
Passiamo allora a qualche consiglio utile per padroneggiare la lingua.
Una prima differenza con l’italiano è che in inglese non si usa fare una domanda diretta. Mentre noi diciamo: vuoi un bicchiere d’acqua o vuoi l’acqua, e pur non essendo grammaticamente scorretto usare do you want, la formula più inglese è: would you like. Would you like a glass of water/some water? (l’americano usa la forma diretta, come l’italiano).
L’uso del genitivo sassone è importante, ed indica un buon livello di inglese. Vi ricordo che indica l’appartenza a qualcosa, anche temporale. Esempi: my friend’s house; yesterday’s newspaper; my cat’s tail. E soprattutto vi ricordo che se una parola finisce già con la s, basta solo aggiungere l’apostrofo: my friends’ car. Quest’ultimo è un errore che anche i madrelingua commettono spesso, e gironzolando per Londra potrete trovare esempi anche nelle via stradali: per esempio St. James’s square, in West London, è grammaticamente scorretto, dovrebbe essere St. James’ square.
Altro segno di distinzione è l’uso appropriato dei tempi verbali, sia al presente sia al passato, e soprattutto dei verbi irregolari.
Il vero salto di qualità lo si fa quando si comincia a scrivere, soprattutto, e a parlare senza più tradurre dall’italiano, costruendo le proprie fasi in modo appropriato: un grande aiuto in questo sono la lettura, e la TV.
Non vi tedio oltre con la grammatica, e riprendo un concetto che ho espresso poche righe fa: in inglese non si dice mai una cosa direttamente. Vi consiglio vivamente di seguire la pagina Facebook “Very British problems” Very British Problems per farvene un’idea; per farvi un esempio immediato vi cito un post del 24 maggio, sui modi cortesi – o inglesi – per dire: non è vero/è una bugia:
- Really?
- That’s not strictly true
- That’s not what I heard
- Did you though?…
- Maybe I’m remembering wrong
Altro segnale che avete finalmente padroneggiato la lingua è la conoscenza dei modi di dire e quando usarli; vi riporto alcuni esempi:
- you’ve lost the plot (perdere la pazienza, o perdita di sanità mentale)
- in donkey’s years (per indicare un lunghissimo periodo di tempo)
- I’ve got the hump (essere incavolato nero)
- penny for your thoughts? (cosa succede? cosa c’e’ che non va?)
- I’m knackered (sono stanchissimo)
- It’s all gone pear shaped (è andato tutto storto)
- I’m skint (sono al verde)
- I’m having a fag (sto fumando)
- ta (grazie)
- taking the piss (prendere in giro qualcuno, non molto carino)
- not my cup of tea (non mi piace)
- quid (indica la sterlina)
- tenner (£10)
Altre osservazioni di carattere generale:
- se un inglese chiede “how are you” non si aspetta che gli racconti la tua vita;
- se un inglese dice “see you soon” non vuol dire che vi vedrete presto;
- se un inglese dice “alright?” non vi sta facendo una domanda, è un saluto;
- se tocchi inavvertitamente qualcuno devi dire “sorry“;
- se un inglese risponde “could do” a qualcosa che proponete vuol dire che non gli piace;
- qualsiasi attività sociale deve essere programmata, tranne nel caso del pub con i colleghi di lavoro.
Concludo….avete mai notato che quando gli inglesi si salutano, usando “bye”, il tono della voce si alza? lo faccio anche io!
Bye, see you soon!
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