La mia avventura, o pazzia , come chi mi conosce bene la chiama, inizia nel lontano 1997 quando, alle soglie dalla laurea in Relazioni internazionali – sì perché fin da bambina sognavo di vedere il mondo di viaggiare e conoscere usi e costumi di tutti i popoli attraverso il lavoro dei miei sogni: l’ambasciatrice – decisi che avevo ”urgente” necessita’ di una vacanza.
Una settimana di relax e turismo a Londra, città che ho amato sempre profondamente – non chiedetemi perché: è un amore viscerale, qualcosa di mistico – Anyway, decido di partire anche perché sei mesi prima un amico, (che è oggi mio marito) si era trasferito, e nelle sue lettere mi parlava di una città piena di vita di mille cose da fare e scoprire e di lavori entusiasmanti cui aspirare, ai quali potevi accedere e ottenerli grazie ai tuoi mezzi e non per nepotismo.
Londra io la conoscevo già, avendoci trascorso molte estati per dei corsi di lingua inglese, ma la mia necessità era evadere dalla routine quotidiana e dallo stress di una ”relazione di coppia” tempestosa finita male.
Così parto con una valigetta pensando di tornare dopo una settimana. In realtà da allora non sono più tornata a vivere in Sicilia, se non per brevi periodi.
Londra mi ha stregato e legato qui. Adoro la sua vita frenetica, vibrante, la sua multietnica società, i diversi miscugli di razze, le innovazioni, le mode e amo anche Sua Maestà Elisabetta!
Non sono riuscita a staccarmi da questa città del tutto anche quando per lavoro`ci siamo spostati in giro per UK o abbiamo provato a vivere in Sicilia di nuovo; neanche i miei dodici traslochi e i perenni scatoloni in garage o in salotto mi hanno scoraggiato. Sono tornata sempre qui. Ormai da sei anni sono stabile anche se non abito più nel cuore di Londra, che è troppo caotica e cara per una famiglia di cinque persone come la mia.
I tempi dei teatri dopo il lavoro e le cene in ristoranti o club e le passeggiate sul Tamigi per me sono finiti, cosi come e’ finita la nostra minuscola casa a Marylebone a un passo da Oxford Circus , sacrificata per una più grande a 26 km dal centro città ma idonea alla mia attuale numerosa famiglia. Anche la periferia – qui chiamata grande Londra – ha il suo fascino e la mia vita oggi scorre tranquilla nonostante le incertezze portate dalla Brexit.
Durante la mia vita londinese di lavori ne ho fatti tanti: ho ricoperto ruoli da sales assistant a manager, da project manager a – dopo avere preso un master in human resources – HR consultant e adesso faccio la mamma. Sempre impegnata, sempre in movimento.
Negli ultimi dodici anni, con l’arrivo di tre figli, due figlie biologiche e un figlio adottato qui in UK (un’ adozione voluta e sofferta), la maternità vissuta senza l’aiuto della famiglia di origine perché lontana, sono stata impegnatissima ma non mi sono mai pentita della mia scelta di espatriare. Certo, mi mancano i miei cari rimasti tutti in Sicilia, mi mancano i sapori, gli odori e il calore della mia terra, il mare e i baci sonori che noi siciliani diamo ad amici e parenti.
Bisogna vivere la propria vita come si vuole, reinventandosi sempre e cercando di realizzare i propri desideri.
Vivere qui tutti questi anni mi ha insegnato che nulla è garantito né scontato, che tutto o quasi si può raggiungere con il proprio lavoro. Certo, qualche esperienza negativa l’ho vissuta: per esempio la malattia di mia mamma e la sua morte, andando avanti e indietro dalla Sicilia cercando di rimanere con lei il più a lungo possibile conciliando allo stesso tempo il lavoro e la casa qui a Londra.
Ma anche i dolori vissuti da ”lontano” ti arricchiscono e ti insegnano quali sono i tuoi limiti e le tue forze.
E di limiti io da buona siciliana ne ho molti! Per esempio non mi piace che mi si dica ” not allowed’‘ perchè io esco pazza; e mi spiace ma il porridge mi fa schifo, non lo posso mangiare! E voglio la frutta che ha sapore di frutta, quella profumata come sotto il sole della Sicilia 🙂
Vivendo in UK ho conosciuto tanta gente, italiani che hanno provato a rimanere qui, alcuni con successo altri che hanno deciso di tornare in Italia. L’UK non è per tutti: è una terra piena di opportunità ma con un clima freddo e, alle volte, la popolazione è poco incline all’amicizia con ”lo straniero”.
E diciamocelo: la lingua! L’ inglese non è facile, sopratutto a causa della mia dislessia. Il mio incubo è la parola enough. Noi in questi anni di amici inglesi ne abbiamo trovati pochi, pochissimi. Ne abbiamo trovati molti di multietnici invece.
Cosa vedo nel mio futuro? Nuove avventure ma spero “basta traslochi”!
Che farò da ”grande” e dove sarò? Non lo so … vedremoIntanto riempire le mie già busy giornate mi sono interessata ai diritti umani e sono diventata un’attivista difendo i diritti delle donne e dei bambini nel mondo.
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