Londra e la pioggia
Cristiana da Londra ha giocato con noi al #giocoincipit
Oggi piove e io non riesco a staccarmi dalla finestra di cucina.
Osservo le gocce cadere una ad una mentre formano rigoli d’acqua lungo il vetro.
Incessanti, potenti: mi ricordano la forza della vita che scorre.
Ho sempre amato questo angolo della mia casa londinese, una nicchia, proprio accanto ai fornelli, composta da pareti di vetro, dal soffitto al pavimento.
Sin da subito avevo deciso che quello sarebbe stato il mio angolo, appena entrai in quella nuova casa di quella nuova città, di quella nuova vita.
Adesso sono qui accovacciata mentre le gocce scendono e il cielo grigio di Londra mi fa compagnia.
Nel palazzo di fronte, al terzo piano, una bambina giapponese fa i compiti con la nanny.
Al primo un ragazzo dorme
Giù in strada vedo il mio vicino che sta uscendo dal “ little waitrose” con la spesa.
E poi la folla della metro di “east Putney” che si riversa all’uscita, proprio dove i cantori natalizi si mettono a Natale e in estate l’uomo dei giornali apre il suo chiosco.
Scorre la vita e io la osservo come un’operaia curiosa con mattoni e cemento per costruire ancora e ancora qualcosa di nuovo nella mia.
Questa Londra così diversa dalla mia assolata cittadina natia della Sicilia, mi continua a stupire e a strapazzare e a farmi sentire a casa come se mi stesse aspettando da cento anni e più!
Una casa lontano da casa, che mi è entrata sotto la pelle e che aveva in serbo per me una versione sconosciuta di me stessa.
Mi alzo in piedi ,prendo l’impermeabile azzurro ed esco perché ho voglia di lei, della mia Londra che ad ogni passo di passeggiata mi regala una risposta.
La sua pioggia non mi spaventa, non è violenta, quasi non bagna.
Mi inoltro a piedi fino a Fulham road e da li svolto a destra.
Sempre dritto, sempre un piede davanti l’altro e, con un buon passo, in mezz’ora sono a King’s road.
Li dove vado a perdere i miei pensieri, i miei interrogativi, le mie paure, ben sparpagliati tra lo Starbucks all’angolo e il fumo speziato del venditore di cibo indiano. Neal Young mi accompagna con la sua musica, nelle mie inseparabili cuffie “heart of gold” va in loop.
E allora continuiamo a camminare ancora, spargiamo altre domande per le strade, fino a south Kensington dove almeno ad un interrogativo mi risponderà la riproduzione del David di Donatello che si trova al Victoria and Albert Museum.
“Non c’è fine alla bellezza, non c’è fine al puro mistero che è la vita, che è l’amore, anche quando sembra che qualcosa sia andato storto e non sia come lo avevamo sognato. Non c’è fine a questo scorrere incessante. Ci si può inchiodare o si può decidere di diventare un coraggioso rigolo d’acqua “