In questo clima natalizio, osservando le decorazioni dorate delle vetrine, i pini profumati adornati con giganteschi fiocchi rossi, bianchi e verdi e i barbuti Santas (Babbo Natale) che occupano gli angoli delle strade della città, con i loro campanelli melodici… io riesco a formulare un solo pensiero nella mia mente contorta , piu’ o meno il seguente : fra poco rientro in Italia per le mie Xmas Holidays…che bello!!
Unico inconveniente: amici e parenti che mi chiederanno “se sto frequentando qualcuno“. La mia risposta ogni anno e’ la stessa: no. La loro reazione ogni anno e’ la stessa: come mai? Cosi’ carina, intelligente, simpatica, speciale e bla bla bla in una citta’ come NY, cosi’ piena di ragazzi, cosmopolita, solare e oddio e bla bla bla. Si aspettano immancabilmente una spiegazione da me. Una spiegazione che io non ho voglia di dare. Cosi’ mi comporto come le teen- agers insopportabili, faccio spallucce e rispondo “boh”. Mio papa’ si arrabbiava sempre quando dicevo “boh”. “Cerca di comportarti in maniera educata per favore..’boh’ e’ da persone maleducate“, mi diceva sempre quell’uomo dal galateo impeccabile. Ma poteva permetterselo: era anche l’unico a non chiedermi come mai fossi sempre single, ogni Santo Natale.
A quanto pare alcune spiegazioni sulla “singletudine” a NY esistono e sono realistiche.
Io appartengo al sesso femminile, perciò mi rivolgo soprattutto alle donne che non hanno ancora trovato l’altra meta’ della mela…nella Grande Mela. Ironico? Certamente, ma purtroppo vero.
Secondo il settimanale Time Out New York, che mi sono trovata a sfogliare alcuni giorni fa, in questa metropoli stravagante le donne single sono 200.000 in piu’ degli uomini single. Duecentomila? Che cifra enorme! Che ingiustizia! I maschietti hanno la possibilità di “provare” molte piu’ uova, in tutte le salse. Gli spermatozoi che rimangono a noi donzelle della citta’, invece, sono in netta minoranza.
La conseguenza immediata dell’orribile cifra 200.000 e’ la concorrenza spietata che si scatena fra le uova citate sopra.
Ammettiamolo: offrire quel “valore aggiunto “, unico e speciale, non e’ impresa facile. Anzi.
Io, per esempio, in teoria , potrei puntare sulla mia “italianità‘” e sul mio accento esotico e sexy (a detta di alcuni). Ma, in pratica, ci saranno sicuramente parecchie altre donne a NY con un’accento simile al mio.
Insomma, piu’ è grande lo spazio e la densità per chilometro quadrato, maggiore sara’ il numero di donne acculturate, con un buon lavoro e un buon salario, di donne intelligenti, indipendenti, artistiche, di donne musiciste, bloggers, atlete, ballerine , sexy , carine e in forma, di donne brave a cucinare, brave a fare l’amore, brave a cambiare una lampadina etc. etc. In un “melting pot” come New York poi , le donne provengono letteralmente da ogni parte del mondo. La scelta etnica a disposizione e’ incredibile. Persino piu’ alta di quella dei ristoranti cinesi nella city. Il 70% della popolazione femminile di NY puo’ essere considerata “esotica”.
La concorrenza interessa tutte le fasce d’eta’. Prendo ancora una volta il mio esempio come caso specifico. Io non sono piu’ una ventenne e (sigh) non sono neppure piu’ una trentenne. Parecchie persone che mi conoscono dicono tuttavia che sembro piu’ giovane degli anni che ho. Buon per me! Peccato pero’ che il 50% delle New Yorkesi oltre i quaranta ricorrano alla chirurgia estetica per ringiovanirsi. Ecco allora che le cinquantenni , dopo le sedute di botox, i fillers chimici e i super potenti trattamenti di microdermabrasione possono passare per ventenni (o per ottantenni se il chirurgo estetico non ha fatto un buon lavoro, ma questa e’ un’altra faccenda). Io , al massimo, mi faccio la frangetta come Sandra Mondaini per nascondere le rughe sulla fronte! In questo senso la concorrenza sale e si fa sempre piu’ numerosa.
E’ una concorrenza ad ampio respiro, e crea angosce e paranoie a priori ,per la paura di non essere selezionate dagli spermatozoi che piu’ ci interessano.
Un altro motivo che favorisce indirettamente la “singletudine” a New York e’ l’alto costo della vita, per cui parecchi uomini residenti a Manhattan e dintorni non si azzardano neppure ad invitare le donne ad uscire , perche’ non hanno molto denaro a disposizione. I beni di prima necessita’ e le spese per gli affitti -sicuramente al primo posto – seguiti da elettricità, gas e tasse spropositate, svuotano i portafogli. Non biasimo di certo i maschietti. Prima e’ meglio pagare l’affitto, poi vediamo quanti soldi rimangono in tasca per pagare un drink alla tipa in questione.
Secondo la mia cara amica V, molto pratica e diretta, a NY il concetto di amore non esiste. Gli accoppiamenti avvengono per “convenienza” e per “interesse”. Come nel Medio Evo, a quanto pare.
Io, che sono poco pratica e con la testa fra le nuvole, e anche tanto idealista, prenderei a calci la mia amica V.
Ma devo ammettere che un fondo di verita’ nelle sue parole esiste per davvero. I costi degli affitti sono cosi’ alti che molto spesso due persone decidono di “mettersi insieme” solo per dividersi le spese dell’appartamento e anche dell’assistenza sanitaria, ad esempio. Oppure, molto spesso , accade che un Lui e una Lei ricorrano a matrimoni fittizi per procurarsi la Carta Verde (permesso definitivo di soggiorno negli Stati Uniti) e potersi guadagnare successivamente la cittadinanza Americana.
Io in genere cerco di stare attenta a non innamorarmi dello straniero che non si innamora di me realmente, ma si finge innamorato perché vede in me un mezzo per raggiungere dei benefici. L’esperienza insegna col tempo a riconoscere i sentimenti veri da quelli fasulli.
Un altro fattore che rende difficoltosa la scena “dates” a NY e’ la concezione di tempo cronologico. Forse perche’ la maggior parte dei residenti nella Grande Mela si considera ultra “busy”. Insomma: facciamo finta che il giorno tale io esco con un tipo carino, divertente, e non psicologicamente instabile chiamato Franz. Mi sembra che la nostra uscita sia andata piuttosto bene. Aspetto che Franz si faccia sentire. Mi attengo calma e tranquilla alla regola tutta Americana dei tre giorni in base alla quale se il tipo vi manda un messaggio dopo tre giorni dal vostro appuntamento, allora significa che e’ interessato. Se cio’ non succede , al quarto giorno sentitevi pure libere di andare a mangiare un’enorme crepes alla Nutella in quell’ ottimo French-Italian bistro all’angolo della “avenue”. Il problema e’ che a NY la regola dei tre giorni viene infranta nel 60% dei casi. Il tempo a NY e’ dilatato. Tre giorni si trasformano magicamente in tre mesi. Inaspettatamente, il Franz si fara’ risentire dopo quattro mesi dal vostro incontro, come se non fosse successo nulla, con un messaggio insipido e brutalmente noioso del tipo: “Hey tesoro, come stai?”. E tu, che ti eri sentita sedotta e abbandonata quattro mesi fa, ma attualmente sei spumeggiante e gagliarda come le parrucche di Maria Antonietta, risponderai tirandotela un po’ e facendo finta di nulla a tua volta: “Chi sei? Oh Franz…Franz chi, scusa ? Aspetta..l’idraulico? Ah, no, l’idraulico si chiama Mike! “. Potete stare sicure che il telefono di Franz si spegnera’ all’istante. Uno a uno. O meglio, zero a zero, perche’ alla fine voi siete ancora zitelle acide e il Franz e’ uno scapolo “busy”,-molto occupato per carita’ – ma single pure lui.
A questo punto voi vi chiederete perché non sia la donna indipendente e matura a contattare l’uomo entro tre giorni. La risposta e’: quella donna matura e’ indipendente perche’ lavora come una dannata . Insomma, alla fine anche lei e’ occupatissima come Franz, o forse anche di piu’, piu’ occupata persino della sensuale Cleopatra alle prese con le dinastie faraoniche e quello zerbino di Marco Antonio. Ecco.
Non credo sia un caso che il produttore Michael Patrick King abbia intitolato il famoso serial televisivo “Sex and The City“, anziche’ “Love and The City“. Il sesso e’ facile da ottenere . Ma l’Amore, ahime’, e’ un’altra cosa.
Trovare del sesso a NY e’ un gioco da ragazzi, e da ragazze.
Consiglierei comunque a tutte le graziose principesse, prima di esibirsi in contorte acrobazie amorose alla stregua di un circense della scuola Orfei, di richiedere i seguenti documenti alla controparte maschile:
1. la carta di identita’, perche’ grazie ai cibi geneticamente modificabili molto in voga negli Stati Uniti esistono dei graziosi giovanotti la’ fuori che possono passare per trentenni ma in realta’ hanno diciotto anni;
2. una copia degli esami del sangue e delle urine con tanto di data del rilascio, perché noi femmine siamo cosi’ belle e carine che ci teniamo a vivere piu’ a lungo e in perfetta salute;
3. una perizia psichiatrica. Ok, se questo terzo documento non e’ disponibile, allora significa che siete in buone mani, per cui dateci dentro, e dimenticatevi dei pazzi scatenati che avete incontrato in metropolitana .
Sesso facile. Amore difficile.
Ciononostante, io non ho smesso di credere nell’Amore. Sono fatta cosi’.
E ora, se volete scusarmi, vado ad aggiornare la mia foto profilo con frangetta in quel sito di incontri fra singles appartenenti a quella New York confusa, neo-romantica e sognatrice che io adoro.
Chi sono
1 Commento
Strabiliante succo con goccia finale al miele! NYC e’ tutto questo e di piu’, quel ‘di piu’ che io definisco pure cinica pura e, aime’, diretta esperienza di un’ umanita’ “alla ricerca”…. ti seguo, mia deliziosa e patria frangetta!