L’ultima corsa del tram 92.
Tragitti e pensieri
Appoggiata alla tettoia della fermata Forest, aspetto il tram 92 sotto una pioggia scrosciante. Tipica di Bruxelles. Di quelle piogge che arrivano all’improvviso senza pietà per chi, come te, ha indossato i sandali stamattina. E a cui ci si abitua.
Sono persa tra i miei pensieri, volteggio in una nuvola di cose indefinite, di preoccupazioni e di immediate sensazioni di benessere allo stesso tempo.
Vibrazioni, messaggi dell’anima
Si dice che le vibrazioni che emaniamo siano come le nostre impronte digitali. Io ora sento le vibrazioni del tram che arriva, si avvicina, apre le porte elettriche. Vibrazioni sotto i miei piedi, sempre più vicine. Il tram si ferma. Lascio che la gente esca aprendo i propri ombrelli colorati, unico arcobaleno visibile in questa notte grigia e umida. Con i capelli ormai riccioli e i piedi inzuppati entro e prendo posto. È tardi, è una delle ultime corse del tram per oggi. Quelle su cui incontri gente strana. La gente della notte, come la definiva Jovanotti. Sono ancora persa tra i miei pensieri in una sorta di autoipnosi.
Mi guardo intorno restando ipnotizzata nei miei pensieri. Percepisco vibrazioni, fisiche e mentali. Le ruote del tram che stridono sui binari. E le corde di un violino in lontananza che non capisco se stiano davvero suonando o se piuttosto provengano dalla mia immaginazione.
La medicina olistica dice che ogni pensiero emani energia, che questa energia la trasformiamo in vibrazioni, e che le vibrazioni le trasferiamo a chi incrocia il nostro cammino. E quindi emettere energia positiva è buono non solo per me, ma per tutti quelli che, non volendo, mi capitano accanto.I passeggeri del tram, i colleghi in ufficio, i ragazzi del bar sotto casa.
Affascinante come la mente riesca a passare da un pensiero all’altro così rapidamente. E dato che la mente se ne va sempre dove dice lei – e come darle torto… – bisogna esercitarla a viaggiare solo verso posti belli. E da un po’ cerco di farlo ogni giorno (che alla fine diciamolo, non è facile ma è possibile). Per me e per gli altri. Se non sono felice, non lo sarà chi mi sta accanto.
E’ la fine della corsa, sono a due passi dalla fermata alla quale devo scendere.
Mi dico che dopo anni di spostamenti, partenze e ritorni, non sono mai stata sola. Solo libera.
Chi sono