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Luoghi di Lisbona e loro storie

di Lucrezia - Lisbona
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Luoghi di Lisbona e loro storie

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L’idea era quella di scrivere sui luoghi più cool di Lisbona, terrazze, bar, ristoranti…

Ma nel momento esatto in cui mi sono messa al lavoro, mi sono resa conto che non ho la più pallida idea di quali siano.

In effetti, tra pandemia e figli piccoli, devo dire che ho difficoltà a ricordarmi l’ultimo cocktail colorato e fruttato che ho assaporato con vista fiume.

Per cui ho deciso di restare nella mia comfort-zone e mi lancio quindi nel racconto di 4 luoghi che amo immensamente e che sono la destinazione delle passeggiate con i bambini.

Luoghi di Lisbona: Jardim da Estrela – Il giardino nel cuore di Lisbona che fu anche casa di un Leone

Il giardino di Estrela è uno degli spazi verdi più amati dai lisboeti. Un piccolo cuore verde nel centro della città con un grande parco giochi, prati tinti dai colori dei fiori, un laghetto con tartarughe, anatre e pesci, un centenario albero della gomma sulle cui imponenti  radici  i bambini si divertono a arrampicarsi.

Nelle sere d’estate il coretto ottocentesco alberga orchestre e musicisti. Un simpatico bar si affaccia sul laghetto e serve torte deliziose.

I piccoli sentieri in terra battuta si snodano tra gli alberi e si inerpicano su un piccolo monte. Nascosta tra i  grandi rami si scorge una casetta in legno che invita ad entrare e perdersi nella magia della vegetazione. I miei figli si divertono a nascondersi lì e “spiare” le persone che passano. Il più grande chiama i passanti e li avvisa che c’è una casa tra gli alberi, ma che è un segreto, e soprattutto che nessun altro ci può entrare perché è sua.

Se potessimo tornare indietro nel tempo, nella seconda metà dell’Ottocento, potremmo sentire il maestoso ruggito del “Leone di Estrela”. Un esploratore portoghese aveva trasportato un leone (in realtà erano 2 ma uno non è sopravvissuto) fino a Lisbona. Il malcapitato superstite visse fino alla sua morte in una gabbia nel centro del giardino. Di certo è stata l’attrazione maggiore di quegli anni, considerando che in quel periodo non esisteva ancora lo zoo cittadino.

Di notte, quando i grandi cancelli del giardino sono chiusi, si può ancora sentire il ruggito dell’animale, che chiama nostalgico i suoi compagni lontani nelle selve africane.

Luoghi di Lisbona: Hospital de bonecas – L’ospedale più tenero del mondo

Una piccola porta che si apre su un mondo inaspettatamente gentile e favolesco.

Tra i bar turistici e i negozi di souvenir di Praça da Figueira, si scorge una piccola vetrina dove sono posate dolcemente delle bambole antiche.

I loro occhi vitrei ad osservare il cielo, con un sorriso sereno.

I vestiti come quelli che non si vedono più. Eleganti e pieni di pizzi e merletti. Calzettine bianche e scarpette a “bebè”. L’insegna avverte i curiosi che questo non è un antiquario, bensì un ospedale. Un ospedale che dall’Ottocento offre rifugio, conforto e salvezza alle bambole e peluche feriti e dà speranza ai bambini lisboeti che sanno che esiste un porto sicuro per i loro compagni di gioco.

La storia narra che i bambini che si recavano al mercato con le loro madri o nonne passavano di fronte al negozio di Dona Carlota.

La signora, che di lavoro faceva la commerciante di spezie, si intratteneva seduta davanti al suo negozio ascoltandoli raccontare  i “malanni” delle loro bambole e poi con pazienza riusciva a porvi rimedio. Ed è così che nasce l’Ospedale. Da un’anima buona che, non per lavoro ma per passione, faceva felici i bambini.

Oggi l’Hospital de Bonecas oltre ad offrire servizi di restauro di bambole antiche e confezionare vestitini, dà la possibilità di visitare le sue “sale operatorie”.

Tra casette e carrozzine, Barbie e bambole in tutti i tipi di materiali, lo scaffale delle bambole perdute è il mio preferito. Un misto di tristezza e speranza concentrato in un mucchio di teste, gambe, braccia in attesa di essere riparate o di essere usate per sostituire pezzi rotti di altre bambole. Un poco horror story, un poco favola moderna.

Mi piace immaginare che quando sono sole, come accade in un famoso film di animazione, le bambole prendano vita e si riuniscano per un allegro thè, con i servizi di porcellana a fiori. E che le bambole perdute osservino invece invidiose dal loro scaffale, sperando un giorno di poter prendere parte alla festa.

Luoghi di Lisbona: Largo do Carmo – Storia di terremoti spaventosi e Garofani Liberatori

La primavera dona una grazia impossibile da descrivere al Largo do Carmo, una piccola piazzetta nel centro storico della città.

I Jacarandas fioriscono e senza rimorsi lasciano cadere lentamente i petali. “Neve viola” gridano i miei figli raccogliendoli e lanciandoli in aria. Si affaccia sulla piccola piazzetta l’Igreja do Convento do Carmo, o meglio le rovine di quello che un tempo fu l’Igreja do Carmo.

Simbolo immortale della distruzione del grande terremoto del 1755 che la mattina del 1° novembre provocò uno tsunami che inondò la città e causò incendi sparsi tra i quartieri inerpicati sulle 7 colline, che non risparmiarono neanche l’antica chiesa.

Mio figlio più grande è affascinato dalla storia e da quello che per lui è un misterioso edificio a cui manca il tetto, ma da cui si erge un’imponente porta rossa. Sale e scende dai gradini e spinge per vedere se per caso si apre. Poi schizza via verso una terrazza che offre una vista mozzafiato sulla città. “Guarda mamma! Bello vero?”

Ci fu un tentativo di ricostruzione della Cattedrale, che si concluse nella prima metà dell’Ottocento lasciando l’opera incompleta e trasformandola nel memoriale a cielo aperto della devastazione di quel giorno terribile.

Moltissimi anni e tanta storia dopo, nel 1974, l’Igreja do Carmo è stata spettatrice della caduta del regime dittatoriale portoghese.

Fu nell’aprile di quell’anno che la rivoluzione prese piede. Il 25 Aprile le forze di opposizione al governo dittatoriale occuparono il Largo do Carmo, dove aveva sede la caserma militare e dove quel giorno si erano rifugiate le alte cariche del governo. Soldati e civili si mischiarono in una sola voce in quella piazzetta. Si racconta che una fiorista abbia cominciato ad offrire garofani ai soldati che le passavano davanti, che a loro volta li infilarono nella bocca dei loro fucili.  Per questo motivo la rivoluzione del 25 di Aprile è chiamata anche Rivoluzione dei Garofani.

L’Igreja do Carmo ospita attualmente un museo archeologico e diventa anche palco di concerti in alcune occasioni speciali.

Luoghi di Lisbona: Passeggiata fino al Ponte 25 de Abril con vista sul Cristo Re

Cais do Sodrè, il piccolo porto fluviale che accoglie tutti i giorni migliaia di pendolari che vivono dall’altra parte del fiume, è il nostro punto di partenza. Si tratta di una passeggiata piuttosto lunga, almeno 40 minuti per arrivare a destinazione e altri 40 per tornare.

Di solito portiamo solo il figlio grande, perché i gemelli non hanno tanta resistenza a camminare e non abbiamo neanche più il passeggino per loro (odiano starci sopra ed è diventato veramente troppo pesante da spingere).

C’è una lunga strada pedonale che costeggia il fiume e che accompagna fino al Ponte 25 de Abril. Fino agli anni ’70 era chiamato Ponte Salazar, dal nome del dittatore portoghese che governò il paese fino alla fine degli anni ’60 del secolo scorso.

Si dice che quando Salazar ordinò la sua costruzione, si raccomandò di saldare molto bene la grande targa con il suo nome, perché sapeva che quando il suo regime sarebbe finito, la prima cosa che avrebbero fatto sarebbe stata correre a staccarla e cambiargli nome. Fu lungimirante in quello, il dittatore portoghese, e dopo la rivoluzione, il ponte cambiò nome.

Mentre camminiamo tranquilli godendo del rumore dell’acqua che scroscia sulle sponde di cemento, possiamo ammirare sulla riva opposta la Statua di Cristo Re che con le braccia aperte sembra abbracciare la città.

La monumentale statua ispirata al Cristo Redentore di Rio de Janeiro, fu costruita sotto il Governo di Salazar come voto per aver preservato il Paese dalla Seconda Guerra Mondiale.

Effettivamente il Portogallo riuscì a non essere coinvolto nel conflitto.

Ci fermiamo ad osservare i binari dismessi di quella che doveva essere una ferrovia commerciale che trasportava le merci fino al porto. Il ponte è davanti a noi, imponente e rumoroso. Il ronzio delle macchine che passano continuamente sembra una cantilena senza fine. Il letto del fiume si ingrandisce e a breve entrerà nell’Oceano. Osserviamo le barche a remi scivolare via veloci e le immense navi cargo passare sotto il ponte e dirigersi verso le acque aperte.

Appena prima dei piloni del ponte c’è una zona di ristoranti e bar iperturistici ma che noi amiamo molto, il Molo di Santo Amaro. Per me è un luogo spettacolare. Da un lato il maestoso pilone del ponte 25 de Abril, di fronte il molo e poi il fiume. Ci fermiamo un po’ sotto il ponte. Impressionante. Qualche anno fa, a causa della cattiva manutenzione, avevano iniziato a staccarsi e a cadere delle viti. Immagino la grandezza delle viti e penso che non vorrei essere lì proprio nel momento in cui cadono.

La strada pedonale continua fino alla famosa Torre di Belem ma, per noi, è ora di tornare indietro.

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