“Ma sei felice in Senegal? Ma lavori?”
Sono le due domande che tutti mi pongono. Amici, conoscenti, parenti, tutti.
In Senegal sono un infermiera esattamente come in Italia , lavoro per una ONG franco-senegalese, mi occupo di medicina scolastica, screening delle malattie più frequenti e di molto altro ancora. Lavoro con i bambini, cosa che ho sempre amato. In Africa, cosa che ho sempre sognato.
A livello professionale mi sento realizzata.
La mattina affianco la mia super-collega senegalese Yama nei controlli di salute dei quasi 1500 alunni delle scuole del villaggio.
Li pesiamo, misuriamo l’altezza, controlliamo se sono cresciuti rispetto all’anno scorso, se i denti stanno bene, se vedono bene, se hanno qualche problema e annotiamo il tutto su dei libretti sanitari offerti dalla ONG che conserviamo gelosissimamente nel nostro studio. In tutto questo cerco di destreggiarmi il più possibile in una lingua che non mi appartiene e mi sembra sempre più complicata: lo wolof. Per ora ho raggiunto dimestichezza nelle frasi base come “devi far pipi? Siediti, togli le scarpe, alzati, chiudi un occhio , apri la bocca…” il resto è ancora molto tentennante, quindi parlo in francese e cerco di farmi capire a gesti dai bambini più piccoli.
Seguo inoltre la costruzione di un nuovo dispensario, finanziato dalla raccolta fondi dell’associazione per la quale lavoro tramite donazioni, mercatini e altri eventi sociali. E cerco di districarmi tra contro-solai, muri portanti e attacchi dell’acqua. Questa costruzione sarà la nostra nuova casa, non è ancora finita e abbiamo già mille progetti per quello che verrà.
Il pomeriggio lo passo spesso tra telefono e computer per organizzare il lavoro con le altre associazioni che lavorano sul territorio e la rete locale sanitaria, cercando con loro di risolvere i piccoli e grandi problemi di salute dei miei bambini, organizzando visite mediche, consulti a distanza e un follow-up dei casi più critici. Cerco di fare un buon lavoro di ricerca e di raccolta dati, perché questo lavoro rimanga nel tempo con delle basi solide, fondate su dati medici e non solo su parole. In queste ultime settimane in aggiunta seguo delle associazioni italiane e francesi arrivate in missione per un brevi periodi, dalle quali cerco di trarre insegnamenti preziosi e alle quali cerco di dare una mano per quello che posso. L’unione fa la forza, soprattutto qui.
Qualche sera a settimana lavoricchio nel ristorante dove lavora il mio fidanzato. Purtroppo non ho uno stipendio diplomatico e a fine mese ci si deve arrivare anche in Africa.
Chi mi chiede se sono felice vorrei che vedesse i sorrisi dei miei bambini, che ascoltasse le loro grida di saluto appena mi vedono entrare a scuola, che sentisse il calore delle loro carezze e i baci umidi che solo un bambino può dare.
Così alla loro domanda rispondo semplicemente:” Non ti immagini neanche quanto!!!!”
2 Commenti
Ciao cara, complimenti davvero per il coraggio! E’ bello vedere che qualcuno riesce a realizzare i propri sogni… In quale zona del Senegal ti trovi?
Grazie mille Teresa,
tutto questo non sarebbe stato possibile senza il supporto del mio compagno Victor, conosciuto all’inizio di questa avventura , che è il mio mentore e punto di riferimento , e dell’associazione con la quale collaboro, che mi ha dato fiducia e ha creduto nelle mie competenze e potenzialità.
Mi trovo in Sud Casamance, a pochissimi chilometri dal confine con la Guinea Bissau.
https://www.google.it/maps/place/Cap+Skirring,+Senegal/@12.3585841,-16.7143302,14z/data=!4m2!3m1!1s0xedd79fad32ecac3:0xcfce539310e32965