Il mestiere della scrittrice: la mia storia e qualche consiglio
Questo articolo nasce perché, spesso, vengo contattata da aspiranti autori desiderosi di sapere come si fa. Da autrice, ho dunque deciso di raccontare il mio percorso e di dare qualche consiglio a chi vuole intraprendere il mestiere della scrittrice.
Le due cose non c’entrano l’una con l’altra, o forse sì. Forse è grazie a quei libri che divoravo da bambina e adolescente che sono divenuta un’anima inquieta: devo muovermi di continuo, che sia nello spazio, nel tempo o nei miei mondi di carta.
Per me questa brama di conoscenza e di esplorazione è stata la vera molla che mi ha spinto ad intraprendere questa carriera, la stessa che mi spinge a viaggiare spesso.
Il primo passo è leggere
Con il mondo della fantasia su carta ci sono entrata in contatto sin da piccolina: ogni scrittore comincia dallo stesso punto, dalla lettura. Senza di essa non si va da nessuna parte. Dico di più, serve una lettura artigianale: analizzate parola per parola ciò che è scritto, studiate ritmo, suono, lessico, scelte, atmosfere. Smembrate il libro, prendete tra le dita ogni lemma e scrutatelo da vicino. Imitate, se necessario: anche i grandi pittori del passato hanno cominciato così.
Studiate molto
Studiate le grandi opere, soprattutto quelle simili a ciò che avete intenzione di scrivere. Leggete libri sulla scrittura e frequentate laboratori. Studiate anche ciò che riguarda il contenuto della vostra storia. Ad esempio, per i miei romanzi time-travel/storici ho passato mesi interi sui libri di storia veneziana, ho visitato i musei per vedere le ambientazioni e gli abiti dell’epoca e ho persino imparato a caricare un moschetto Settecentesco o a creare impacchi per prevenire la suppurazione delle ferite. È divertente e darà un tocco realistico alla vostra storia.
Non dimenticatevi di scrivere
Dico sul serio, non vi sto prendendo in giro. Un autore scrive, non aspetta mica che sua altezza l’ispirazione venga a fargli visita. Prende la penna e butta giù parole: se è ispirato sarà facile e piacevole, se non lo è sarà una sofferenza, ma lo fa. Questo fa di uno scrittore, uno scrittore.
A volte mi sento dire: “Non riesco ad andare avanti, ho il blocco dello scrittore, sto riflettendo”. Scuse! Sì, avete capito bene: spesso questa è una scusa per giustificare la propria voglia di non fare.
Certo, a volte si può tentennare, si possono avere dubbi su come procedere: ma se questo stallo permane più giorni, cambiate mestiere. La scrittura è un lavoro durissimo, richiede tanta disciplina, sacrifici, dolori e pianti. Se non siete pronti, buttate la penna. Se siete pronti, lasciate quel buco, continuate a scrivere e lì ci tornerete più tardi.
Siate esigenti con voi stessi.
L’arte di finire
In questo articolo non mi dilungherò molto sulle tecniche di scrittura, potete trovarle qui nel mio laboratorio. Vi dico solo una cosa: portate a termine il vostro lavoro. Qualunque esso sia, un romanzo, un racconto breve, una poesia, non lasciate nulla incompiuto. Finire vi aiuterà a praticare la disciplina, la produttività e alla fine vi darà un senso impagabile di soddisfazione.
L’inizio del mio percorso: come trovare un editore
Concluso il mio primo romanzo – un time-travel nel quale una donna dei giorni nostri viene catapultata nella Venezia del Diciottesimo secolo sull’orlo della caduta della Serenissima, mi sono messa a cercare un editore. Ho passato ore e ore a farlo (nota: diffidate di quelli a pagamento) e per farmi notare ho iniziato a scrivere su piattaforme online.
Il mio piano è riuscito e da lì con ordine, disciplina e sacrifici ho pubblicato quattro romanzi, scritti da qualsiasi parte del mondo. Venezia, Vienna, Avellino, Pechino, Canton. Ho buttato giù qualche bozza persino in Laos e Cambogia e ora continuo a lavorare da Kiev. Il lavoro perfetto per chi, come me, è una nomade inquieta e piena di fantasia.
Chi sono
10 Commenti
Chapeau! Immagino anch’io che oltre alle doti naturali ci voglia studio, costanza, perseveranza.
Non è un mestiere facile facile… ma deve essere bellissimo.
È davvero molto bello e soddisfacente!
Ciao, Alessandra! Perché dici di lasciar perdere gli editori a pagamento? Anch’io ho pubblicato un libro e personalmente, visto che c’è un rischio imprenditoriale, trovo corretto suddividere tale rischio tra le due parti…
Assolutamente no, cara Chiara. L’editoria è gratuita. In pratica gli editori comprano e investono sul tuo lavoro (infatti sulle vendite tu prenderai una piccola percentuale). Gli editori a pagamento non guadagnano con la vendita del libro ma con i soldi dello scrittore. Un editore vero e serio è un imprenditore e va pagato da chi acquista i libri, non dall’autore che ci ha messo l’idea e gran parte del lavoro.
Che articolo interessante!Soprattutto per me che sogno di scrivere “seriamente” ma non so da dove iniziare. Bellissimo il tuo laboratorio. Leggerò con calma tutti gli articoli.
Mi hai fatto venire in mente le parole della mia professoressa di lettere all’università “Non pensate che gli scrittori siamo tutti artisti un po’ fuori che scrivono di notte in preda a chissà che cosa. Per scrivere ci vuole rigore e disciplina”. All’epoca mi sembravano parole un po’ esagerate. Adesso capisco che aveva ragione.
Ciao Lisa, la tua insegnante aveva ragione! Molto spesso si crede che basti una penna per scrivere e invece no, è un lavoro a tutto tondo e come tale va svolto 😉 in bocca al lupo, fammi sapere quando inizierai a scrivere.
Che brava Ale , io non sono una scrittrice, ma ammiro tanto chi come te ha questa grande dote
vai avanti …
Bru
Grazie mille Cinzia, un bacione
Ciao Alessandra! Bellissimo articolo, grazie. Ho due domande per te:
1. Riesci a vivere solo di scrittura? O fai anche altri lavori?
2. Cosa ne pensi del self-publishing? Lo consiglieresti?
Grazie ancora, un abbraccio!
Ciao, innanzitutto grazie.
Il self-publishing funziona solo se ci si impegna ad auto-promuoversi. Dipende dalla persona, naturalmente. Io preferisco concentrarmi sulla scrittura e lasciare fare il resto a un editore.