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Milano – New York andata e ritorno

di Pamela Sironi
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Milano – New York andata e ritorno

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Ti ho visto l’altra sera in tv, dopo tanto tempo.

La tua bellezza sfolgorante, i tuoi colori, quella tua aria beffarda di chi sa di piacere.

E’ stato allora che ho pensato che – forse – ti amo ancora.

Ricordo bene la prima volta che ci siamo incontrate.

“Esigenze di lavoro”, diceva la richiesta urgente di rilascio del passaporto.

Io ero molto giovane, muovevo i primi passi nel mondo.

Le prime esperienze professionali importanti, i primi distacchi dal nido.

Quando ti ho visto sono rimasta senza fiato. Ero scioccata, senza parole! E terrorizzata nello stesso tempo.

Non avevo mai visto niente del genere.

Certo, avevo letto di te e ti avevo visto in mille foto ma incontrarti dal vivo e’ stata un’emozione.

Eri energia pura: movimento, suoni, luci, colori, forme meravigliose.

Mi sentivo attratta dai tuoi mille richiami ma non sapevo come muovermi, dove girarmi, come gestirti.

Tu eri spavalda. Ostentavi sicurezza in una maniera quasi sfacciata. Mi lusingavi con i tuoi modi di fare gentili e mi mostravi tutti i tuoi balocchi, uno dopo l’altro, ogni giorno qualcosa di nuovo.

Una versione urbana e moderna del Gatto e la Volpe: moderni incantatori di una giovane e ingenua Pinocchietta che, approdata nella terra delle mille opportunità, si guardava intorno con la bocca aperta e il naso sempre per aria.

Non ci ho messo molto a imparare ad amarti.

Mi è bastato uscire con te un paio di giorni per innamorarmi della tua vivacità. Il tuo cuore così grande e pulsante mi ha conquistato subito. Le tue ricchezze, il tuo essere così attiva, alla moda, in prima linea, ricca delle ultime novità in tutti gli ambiti, sociale, culturale, professionale.

Del resto ci sarà un motivo se ti chiamano “quella che non dorme mai”.

Ma anche le tue contraddizioni.

La difficoltà di vivere con te, di sostenere i tuoi ritmi, di rispondere alle tue aspettative.

Perché quando vuoi sai essere estremamente stancante, lo sai vero? Perché con te non ci si può perdere una festa, un evento, un nuovo ristorante, un vernissage, uno spettacolo, un concerto.

Ma io avevo anche bisogno di altro.

Del mare, della montagna, del silenzio, del relax. Di fermarmi, di staccare.

Ho amato tutto di te: i tuoi suoni, i tuoi colori, i tuoi profumi.

Ma quando ho dovuto scegliere, ho detto no.

Non mi sono trasferita. Non sono venuta a vivere con te.

E non me ne sono pentita mai, nessun giorno della mia vita.

Mi hanno dato della pazza, per questo. “Ma sei matta? Stai rifiutando la più incredibile delle opportunità! Ti stai giocando tutto il tuo futuro!”.

Sì, probabilmente per qualcun altro era così. Eri così. Un trampolino di lancio, un’occasione irrinunciabile.

Per me invece sei stata un’esperienza. Un’ indimenticabile avventura.

Non potrò mai dimenticare gli anni che abbiamo trascorso insieme.

Mi hai dato esattamente quello mi serviva in quel momento, e mi hai dato tanto, tantissimo.

Ma non eravamo fatte per stare insieme, oggi più che mai ne sono certa.

Oggi non potrei fare una vita più diversa da quella che facevo con te. Sto vivendo quel futuro che tanti credevano mi fossi giocata per sempre lasciandoti, e quel futuro mi ha portato al mare, su un’isola. L’avresti mai detto?

Quando ti ho rivisto l’altra sera, ho avuto un tuffo al cuore. E succede sempre, ogni volta che mi capita davanti agli occhi una tua foto, un tuo video.

Perché anche se la vita ci ha portato su strade diverse, le tue strade saranno sempre speciali per me.

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Questa è la storia di un non-espatrio. L’ho voluto raccontare perché ce l’ho nel cuore, come il primo amore. Perché, come dice il detto? “Il primo non-espatrio non si scorda mai”.

Ciao New York.

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