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Un motivo per andare ed uno per restare

di Silvia
yin-e-yang

Un motivo per andare ed uno per restare

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Mi sono sempre chiesta da dove vengo, quali siano realmente le mie origini.

Ho abitato in sette città diverse e un po’ di confusione in testa ce l’ho sempre avuta. Quando mi chiedono di dove sono, rispondo sempre con poca voglia e un senso quasi di fastidio, al punto tale che perfino il mio interlocutore si accorge dell’amore sviscerato che provo per il mio paese natìo.

Un paesello medievale cinto da mura del Duecento. Tanti turisti, soprattutto cinesi inseparabili dalla loro macchina fotografica, giungevano a flotte per visitare il centro storico e passeggiare sulla tanto decantata cinta muraria. La sua forma ellittica è considerata originale e innovativa per l’epoca e i nomi delle quattro porte di accesso rispecchiano i nomi delle città verso cui ci si dirige: Padova, Bassano, Treviso e Vicenza.

Tuttavia, ellittica è anche la mentalità dei suoi abitanti.

La nebbia padana che sale all’imbrunire e offusca i campi di granoturco, le menti e lo spirito è sempre stato uno dei motivi che mi hanno spinta ad intraprendere scoperte verso nuove terre, più o meno lontane. Ho sempre guardato avanti: mentre per i conservatori provinciali l’erba del vicino è la più verde, per me è l’orizzonte straniero ad essere il più rigoglioso.

Pensavo di avere chiari i motivi per cui avevo scelto di emigrare e lasciare il nido.

Mentalità bigotta, chiusa, paese piccolo, pochi stimoli, pochi legami, vita monotona e zero adrenalina. Non ho mai pensato che stessi scappando. O meglio, scappavo da un luogo per me invivibile e che mi riduceva ad uno stato di totale apatia e pigrizia. Così per diversi anni ho vagato senza sosta, alla ricerca del mio posto nel mondo e della mia vera essenza.

Solo che nessuno mi aveva detto che per trovare me stessa sarei dovuta ripassare dal via, ovvero dal paesello apatico e monotono con la mentalità provinciale e i turisti cinesi.

In questi mesi così strani, apatici ma evolutivi, ho trovato due punti cardine della mia esistenza.

Il primo punto, che è anche quello che mi porta ad essere piacevolmente stupita dagli incontri, è che sono le persone che fanno i luoghi.

Se anni fa mi avessero detto che un giorno avrei trovato un motivo per restare, non ci avrei creduto: gente simpatica, con cui mi trovo a mio agio, talvolta comprensiva, e l’impagabile libertà di potermi esprimere nella mia lingua madre, con tutte le sfumature del caso.

Il secondo punto cardine, è che per sapere dove stai andando, devi sapere da dove vieni.

Forse sono semplicemente cambiata io, e questa pandemia è stata la luce che mi ha fatto aprire gli occhi e mi ha reso effettivamente consapevole di quello che cerco, un po’ meno di ciò che voglio.

Perché nella vita come nella meditazione è sempre questione di consapevolezza ed equilibrio.

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4 Commenti

Emi 26/04/2021 - 08:36

Te l’ho già detto… È un anno di standby, cogli il meglio e poi si vedrà.
Serve a ricaricare le pile! ❣️

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Silvia 26/04/2021 - 09:15

Tesoro,
Hai ragione. E attualmente il mio meglio è proprio qui. E chi lo avrebbe mai pensato?

Un bacio,
Sil

Rispondi
Valentina 26/04/2021 - 16:42

Ciao Silvia! Come ti capisco. Posso seguirti su qualche social? A presto

Rispondi
Silvia 27/04/2021 - 22:34

Ciao Valentina,
Puoi seguirmi qui sul blog. Se clicchi sul tondino con la foto, vai al mio profilo e puoi leggere i miei articoli. Per il resto non Sono granché social😜

A presto! 🤗

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