New York, dentro la grande mela

Foto di Roberto Vivancos da Pexels
Mi sono trasferita qui senza un piano preciso, non avevo idea che un giorno avrei abitato in questa città, tanto meno in questo quartiere.
Sono finita qui per una combinazione di fattori, eppure questa sembra “casa”: i quadri, che arrivano da tutto il mondo, la lampada comprata al mercato delle pulci e quel vaso in ceramica sul tavolo, preso da quel delizioso laboratorio qui vicino.
Apro le finestre – giusto un attimo, fuori c’è la neve – vorrei sentire la vita scorrere, ma il silenzio è totale. Regna la pace, solo nella mia testa c’è rumore…
Un timido raggio di sole crea un luccichio sulla neve bianca e soffice che ricopre ogni cosa, osservo la scena con stupore, era tanto che non vedevo la neve, mi pervade un’eccitazione.
Un incredibile voglia di uscire in questa fredda giornata, per perdermi in quel bianco totale, per perdermi in questa fantastica città.
Resto ancora in piedi di fronte alla grande vetrata, cerco di ripercorrere con la mente gli ultimi mesi della mia vita, come sono finita a New York.
Io sono sempre stata una donna tropicale, con la voglia di sole addosso, di acqua salata, di grandi onde dell’oceano, una donna con l’Asia nel cuore, amavo quel paese con tutti i suoi assurdi contrasti.
Ricordando come sono arrivata qua
Ero a Bali, stavo andando in spiaggia con le mie infradito ai piedi, quando ho visto il postino arrivare che mi ha consegnato, corredata da un grande sorriso, una inaspettata lettera che arrivava dagli USA.
Pensavo che fosse da parte di una mia cara amica americana, conosciuta tanti anni fa a Firenze, dove lei era venuta per studiava arte e ceramica.
Rammento ancora lo stupore, quando ho invece appreso che la lettera proveniva da uno studio notarile di New York.
Ho letto e riletto la lettera, più volte e con attenzione. Lo studio notarile mi comunicava che avevo ereditato un appartamento da un mio lontano parente.
Uno scrittore ricco e famoso che viveva da tantissimi anni in America, era morto all’onorevole età di 93 anni.
Senza pensarci due volte avevo accettato l’invito ad andare a New York per sbrigare tutte le pratiche necessarie.
Ero arrivata in primavera, e dalla grande vetrata del appartamento ereditato potevo vedere Central Park in fiore.
L’appartamento si trovava in una palazzina vittoriana, era bellissimo con quelle immense vetrate sul parco, ma gli arredi non si adattavano ai miei gusti.
Avevo venduto tutto, e iniziato a arredarlo da zero, comprando nei vari negozietti e rigattieri, oggetti e arredi più adatti al mio stile.
La grande mela
Nel cercare gli oggetti per la casa avevo avuto modo di conoscere meglio la grande mela.
Non sapevo nemmeno perché si chiamasse cosi, quindi mi ero documentata sulla sua storia, la definizione grande mela compare nel 1909, Edward S. Martin scrisse il libro The Wayfarer in New York . Dove paragonò lo stato di New York a un albero di melo, con le radici nella valle del Mississippi e il frutto a New York City.
Questa immagine simbolica catturò l’attenzione, e in breve l’appellativo grande mela divenne uno dei simboli della città.
In effetti new York è veramente una grande mela a tutto tondo, con tantissime cose da fare e posti da vedere .
Da quando vivo qua, amo percorrere la 5th Avenue, ammiro come una bimba gli angoli della città. I famosi taxi gialli, i negozi di tutti i generi, la gente che proviene da ogni angolo del mondo.
Ogni volta rimango incantata da Time Square una delle piazze simbolo, cammino sempre con il naso all’insù ammirando gli alti grattacieli che mi circondano.
Il mio angolo preferito della città è proprio di fronte a casa, Central Park, è un enorme polmone verde . Lo sto scoprendo poco alla volta, alternando passeggiate a piedi a giri in bicicletta
In questi mesi ho fatto un ottimo lavoro di ammodernamento, e ora quest’appartamento lo sento davvero come casa mia.
Adesso ho solo voglia di uscire nella neve, di vivere con tutto l’entusiasmo possibile la mia nuova vita, nella grande mela.
(Grazie a Paola per alcune delle foto).
È successo davvero o stiamo sognando ad occhi aperti? Quale è il confine tra realtà e fantasia?
Abbiamo deciso di giocare e di fare emergere le nostre immagini attraverso la scrittura.
Questo articolo fa parte di alcuni post nati da un gioco, il gioco degli incipit.
Giocare è semplice: una di noi scrive qualche frase e qualcun’altra ne trae una storia in totale libertà. Spesso siamo state ispirate da fatti realmente accaduti, altre volte la musa ispiratrice risiedeva nella nostra immaginazione più profonda. Tuttavia, ogni post mantiene una straordinaria attinenza con il mondo reale. Giocate anche voi con noi: scriveteci e fatevi inviare un incipit da cui trarre una storia. #giocoincipit
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