Non sono cresciuta per essere razzista!
Vi confido che, da quando mi sono trasferita al Cairo, mi sto straviziando.
Le prestazioni di servizio sono così economiche che mi permetto tutte le settimane il parrucchiere, l’estetista, il delivery per qualsiasi cosa dall’acqua al sandwich, e la ragazza che mi aiuta a pulire casa ogni settimana per ben 3 volte.
Da poco ho assunto una ragazza del Ghana che è di una dolcezza incredibile.
Il primo giorno che è entrata a casa mia, aveva appena finito di lavorare in un’altra casa. Le ho chiesto se avesse mangiato qualcosa e mi ha risposto di no. Le dissi che non avrebbe potuto aiutarmi a fare le pulizie di casa a stomaco vuoto e per cui era perentorio che mangiasse qualcosa.
Al suo iniziale imbarazzo, le iniziai a dire tutto quello che avrebbe potuto mangiare e lei mi disse che le sarebbe bastata una scatoletta di tonno.
Le diedi la scatoletta e nel frattempo le preparai la tavola.
Dopo una decina di minuti, la raggiunsi in cucina e la trovai con la scatoletta di tonno aperta e con sguardo dubbioso.
Le chiesi cosa stesse facendo e mi rispose che non sapeva quale forchetta potesse usare.
Le dissi di aprire il cassetto e sceglierne una. E lei mi chiese se dopo l’avesse dovuta riporre da qualche parte in particolare.
Un po’ basita, le risposi che poi doveva metterla a lavare in lavastoviglie e che sarebbe bastato quello.
Prese la forchetta e iniziò a mangiare il tonno in piedi.
Le dissi che avevo preparato la tavola, su cui avrebbe potuto mangiare serenamente e mi rivolse uno sguardo stranito.
Al che, un po’ frustrata da quegli atteggiamenti, le dissi che era giunto il momento di spiegarmi quali problemi ci fossero.
Iniziò raccontandomi che, in molte case, lei non può bere o mangiare, e se lo fa, gli utensili da lei utilizzati devono essere riposti in scomparti diversi affinché non si mischino con quelli dei proprietari. Mi disse che ogni tanto le chiedono di fare da baby sitter ai loro figli ma non può sedersi sul divano.
Bene – esclamai.
A casa mia non esiste nulla di tutto ciò e se mai qualcuno dei miei invitati ti dovesse fare sentire a disagio devi dirmelo. Perché lo buttiamo fuori casa in due secondi. Questo deve esserti chiaro – Le dissi.
Le chiesi a quel punto di andare a sedersi al tavolo, di mangiare su un piatto e di non ripetere mai più quei gesti.
Casa mia è un posto in cui non esiste la differenza nel colore della pelle.
Ovviamente ci rimasi molto male, perché il mio gesto forse rimarrà nullo in compenso a tutti gli altri.
Ho visto gli occhi di quella ragazza così dolci e timidi, aprirsi in un sorriso.
E penso a quanti in questo momento subiscono dei soprusi inutili, e carichi di odio che non meritano.
Siamo veramente diventati così schiavi di noi stessi da non capire quanto male procuriamo nella vita altrui?
Non credo di essere una mosca bianca, anzi credo che esistono molte persone che la pensano come me. Mi piacerebbe se tutti avessero la possibilità di capire come sia facile prendersela con una persona debole e come sia difficile proteggerle.
Il mio augurio è di non fermarsi dinanzi i dettagli, perché dietro un colore che voi vedete esiste una persona.
Chi sono
6 Commenti
Complimenti per il titolo e per il post. Anche se fossi l’unica a pensarla così, i tuoi gesti hanno valore immenso, soprattutto per coloro i quali sono rivolti. E per chi legge. Grazie.
Lo spero, lo spero tanto.
Il tuo bellissimo articolo mi fa tenerezza e rabbia allo stesso tempo. Rabbia per queste ingiustizie più grandi di noi che dovrebbero sparire dalla faccia della terra, e tenerezza per la dolcezza ed il rispetto con cui tratti questa ragazza. Meno male che ci sono ancora persone come te, che prendessero tutti esempio! Questa fanciulla ghanese è stata davvero fortunata ad incontrare te. Grazie a te per donare un barlume di speranza a questo mondo di bruti.
Un abbraccio fortissimo
Chiara – Parigi
Grazie Chia!
Bravissima
Giuli ❤