Sono emigrata negli Stati Uniti appena laureata in scienze dell’informazione, ansiosa di trovare il mio primo lavoro e scoprire New York City. L’idea era di restare qualche anno e tornare in Italia con una migliore conoscenza della lingua inglese e con esperienza di lavoro.
Anno dopo anno il tempo e` passato sempre più in fretta e quest’anno e` il mio 25mo anno negli Stati Uniti. Bilancio: un marito, tre figli, una casa, un lavoro, la gioia di sognare e realizzare sogni (se non tutti, almeno qualcuno).
La scorsa estate, con un po’ di malinconia, abbiamo rinunciato alle vacanze in Italia per accompagnare il figlio maggiore all’ università di British Columbia (UBC) in Vancouver, BC (Canada) e fare cosi` il nostro primo cross-country: da New York a Vancouver in camper. Il cross-country e` un’avventura che tanti negli Stati Uniti decidono di vivere. Dai luoghi familiari di New Jersey/New York, alla Pennsylvania, alle distese di mais e soia dell’Ohio e dell’Indiana, a Chicago, alle cascine del Wisconsin, a Madison e i laghi del Minnesota, alle praterie del South Dakota, alle estrazioni di petrolio del North Dakota, ai frutteti dello stato di Washington e alla bellissima città di Seattle.
Per tanti anni tutti questi diversi stati erano per me solamente nomi e immagini visti in foto e sentiti in racconti. Fare l’esperienza di vedere coi propri occhi distese immense ed ammirare la diversità di questi posti e` straordinario.
La destinazione, Vancouver, e` stato il posto per un evento fondamentale della tipica vita familiare americana: college move-in day. Come genitore, ho cresciuto i miei figli ispirata da Dona ali per volare, radici per tornare e il momento e` arrivato per mettere alla prova le ali del mio primogenito. E` un momento intenso nella vita di un genitore, pieno di emozioni in conflitto con se stesse: felice che i figli dimostrino di essere indipendenti e l’amarezza di non vederli ogni giorno. Negli Stati Uniti quando un figlio comincia l’ università e` un passo che segna l’inizio della sua indipendenza e della sua vita come adulto molto di più che in Italia. Infatti, la maggior parte dei ragazzi universitari tornano a casa per una vacanza di qualche settimana o magari per qualche mese in caso di una pausa nello studio o nel lavoro, ma non con l’intenzione di restare per un lungo periodo. Lacrime, abbracci e ricordi segnano questo momento di distacco. 4800 chilometri ci divideranno per i prossimi quattro anni o forse per sempre.
Penso che il cerchio della mia vita prosegua e queste emozioni siano le stesse che i miei genitori hanno provato quando ho lasciato l’Italia per New York.
Questo viaggio e il periodo della vacanza sono stati la perfetta opportunità per vedere nuovi posti da considerare dove risiedere per la seconda parte della vita, quando con la fiducia nelle mie abilita` accumulata nel corso degli anni ed un grande desiderio di vivere una vita più centrata sui valori umani realizzerò nuovi sogni ed intraprenderò nuovi progetti.
Nel corso degli anni l’affezione per l’Italia e` rimasta immutata: l’amore per la famiglia in cui sono cresciuta, i ricordi del tempo passato con gli amici prima di partire e durante le vacanze in Italia, il sapore di cibo semplice e gustoso, i paesaggi della mia zona a natia. Cosi’ come dal primo giorno che ho lasciato l’Italia la vita continua in un’irrazionale armonia fra il godere le possibilità offerte dalla nazione in cui sono espatriata e la malinconia della terra natia lontana.
Special Guest