Trovare lavoro, si sa, è ormai un’odissea e gli scenari non sono idillici in nessuna parte del globo.
In Spagna, come in Italia, quando incontriamo amici e conoscenti, invece di “come stai?”, una delle prime domande che si fanno è: “Che stai facendo? Stai lavorando?”.
Continuo e stupirmi di tutti gli italiani che continuano ad arrivare e di quelli che, quasi quotidianamente, scrivono nei vari gruppi Facebook perché sono intenzionati a trasferirsi a Barcellona.
Questa città non è esattamente la terra delle opportunità. Forse lo era vent’anni fa, ma ora sappiamo benissimo che non è così.
Non conosco quasi nessuno soddisfatto a pieno del proprio lavoro: tra i fortunati che ne hanno uno, c’è chi si trova in un ambiente malsano o chi è sfruttato perché lavora troppo e ha stipendi troppo bassi. In molti devono barcamenarsi tra più di un’attività per poter vivere in modo dignitoso e pagare un affitto che cresce in modi sempre più esorbitanti. Le famiglie in cui lavora solo una persona sono quasi impensabili, soprattutto se si è con figli a carico e senza una casa di proprietà.
Detto questo, non bisogna demordere e, con tanto impegno e un po’ di fortuna, può aprirsi la porta giusta.
Ma prima è necessario provare ad aprirne tante e essere pronti a trovarne altrettante chiuse, senza abbattersi mai e senza perdere la fiducia in se stessi. Soprattutto, è necessario essere determinati e focalizzarsi molto sull’obiettivo perché cercare lavoro è di per sé un lavoro. Si tratta di un processo di esplorazione del sé che è molto interessante.
Oggi più che mai la ricerca di un lavoro (o più lavori) ti riafferma come individuo, ti fa crescere costantemente e riflette il “conosci te stesso” dell’oracolo di Delfi (γνῶθι σεαυτόν).
Dopo aver lavorato per diversi anni all’università, ora lavoro come linguista di italiano in un’impresa di software della città. Il mio lavoro mi piace e spero che duri a lungo anche se di questi tempi non si può mai dire.
In questo articolo mi accingerò a dare consigli utili a chi vorrebbe trovare lavoro a Barcellona.
Quando mi sono trovata a cercarlo io, mi interessavano le offerte indirizzate a laureati o post-laureati, quindi non ho familiarità con tutti i contesti. Per esempio, sono totalmente estranea a quello della restaurazione. Ma credo che i miei consigli si addicano un po’ a tutti i livelli e alle tipologie di lavoro, in contesti trasversali e internazionali. Inoltre possono essere utili anche se si vuole lavorare in altri Paesi, ma io qui mi concentrerò su Barcellona e dintorni.
I primi due consigli riguardano le competenze linguistiche, gli altri due le competenze sociali.
Competenze linguistiche
Consiglio 1. Venite con un ottimo livello d’inglese.
Innanzitutto, quante più lingue parliate meglio è. La competizione è forte e più lingue equivalgono a più opportunità e a più porte da aprire. Sapere l’italiano è senza dubbio un valore aggiunto per noi. Ma fino a che punto considerando che gli italiani sono una delle comunità più rappresentate della città?
L’inglese è, appunto, una delle chiavi per andare avanti. L’inglese degli spagnoli, in genere, lascia molto a desiderare e ho conosciuto gente con dottorato e con un pessimo inglese! Ma in un’impresa, per esempio, soprattutto in un’impresa internazionale, l’inglese è scontato. Non parlarlo e scriverlo in modo fluente, non essere in grado di presentare un curriculum vitae corretto e chiaro in questa lingua, purtroppo può discriminare molto. Non serve a nulla farsi fare il cv in inglese se in sede di colloquio orale non sapete parlarlo fluentemente. Sarete beccati immediatamente.
Ovviamente, soprattutto se non si conosce l’inglese, è fondamentale riuscire a comunicare correttamente in spagnolo. Non è una lingua difficile e noi italiani la impariamo subito raggiungendo velocemente il livello intermedio. Per il livello avanzato, è necessario più impegno e più tempo.
Consiglio 2. Imparate il catalano.
Questa è una lingua che raccomando di imparare. Sono cosciente del fatto che con questa affermazione sto scatenando il dissenso di tantissimi italiani che vivono qui. Se vi da fastidio non proseguite con la lettura. Molti italiani si rifiutano di imparare questa lingua per le ragioni più disparate, come le seguenti:
“Qui a Barcellona si può vivere tranquillamente se non si conosce il catalano”.
Vero. C’è chi ci vive tranquillamente anche senza parlare né spagnolo né catalano.
“Quando i catalani ti sentono parlare in catalano con accento italiano cambiano lingua e iniziano a parlarti in castigliano.”
Vero. Molti catalani, soprattutto i meno colti, pensano che per noi sia più facile lo spagnolo, per questo cambiano. Lo fanno per gentilezza.
“Il catalano è molto simile allo spagnolo, ma con lo spagnolo posso parlare con molta più gente (America Latina in primis), quindi mi conviene molto di più.”
Vero.
“Il catalano è più brutto del castigliano”.
De gustibus no disputandum est.
Nonostante tutto ciò, bisogna impararlo. Perché?
In primis perché è una forma di rispetto nei confronti della comunità che vi ospita e che vi accoglie. Poi per arricchimento culturale, perché imparando una lingua ti si apre veramente un mondo. Ma, soprattutto, bisogna studiare questa lingua anche per entrare in intimità con la gente locale. Anche se passano al castigliano, i catalani sono felici quando parlate la loro lingua.
Un’amica, diverso tempo, fa mi raccontò di una sua amica che lavorava per un’impresa internazionale e faceva frequenti viaggi di lavoro in India, nelle sedi remote. Sebbene avesse un inglese perfetto, preferiva comunicare con i locali in hindi, una lingua che aveva studiato all’università. Questo favoriva tantissimo la comunicazione con i manager del posto e la beneficiava nel lavoro perché, parlando la loro lingua, riusciva a entrare in connessione più facilmente con loro.
La stessa cosa si applica al catalano in Catalogna. Al mio ultimo colloquio di lavoro mi hanno chiesto se volevo parlare in castigliano o in catalano. Ho scelto il catalano anche se mi sento meno fluente in quest’ultima lingua. Sono sicura al cento per cento che questa scelta abbia contribuito (anche se non so in quale percentuale) a farmi assumere perché mi ha permesso di ingraziarmi i reclutatori. Si notava che erano contenti e mi hanno anche fatto i complimenti per come lo parlo.
Per noi italiani è davvero facile. Gli italiani sono tra i migliori nei corsi organizzati dal Consorci per a la normalització lingüística, non lo dico io ma i professori di catalano che ho conosciuto. Con lo scopo di preservare la lingua, la Generalitat de Catalunya organizza corsi a prezzi piuttosto convenienti, orari comodi e modalità diverse (online, presenziali e semipresenziali). Ci si diverte e si conosce tanta gente.
Competenze sociali
Consiglio 3. Coltivate il marchio personale.
È detto anche “personal branding” in inglese o “marca personal” in spagnolo. Mi riferisco all’immagine personale e all’identificazione dei propri punti di forza e delle strategie da mettere in atto per far sì che vi contrattino.
Si tratta di uno studio del sé orientato a capire che possiamo offrire alla società e come trasformare le nostre qualità in opportunità. Una volta fatto ciò, è bene tenere un blog e sfruttare al massimo le possibilità offerte dai social media e dalle reti sociali (LinkedIn soprattutto) con lo scopo di farsi conoscere.
La vostra “online reputation” è fondamentale. Conoscere i social media e imparare a sfruttarli al massimo può dare grandi benefici. Anche se non siete ingegneri informatici e avete una laurea umanistica, se avete una presenza sul web ben studiata e che riflette bene il vostro percorso, potete ricevere offerte di collaborazione freelance o a distanza con tutto il mondo vivendo dove vi pare. Questa città offre molti corsi anche gratuiti a lavoratori, studenti e persone in cerca di lavoro. E ora mi collego al consiglio numero 4.
Consiglio 4. Fate del “lifelong learning” il vostro mantra.
Conoscere se stessi e sviluppare il marchio personale non è qualcosa che può realizzarsi in due giorni. Scoprire se stessi richiede una vita intera, ma bisogna impegnarvisi ogni giorno. Per questo si parla di “lifelong learing”, o “apprendimento per tutta la vita”.
Se è vero che il contratto a tempo indeterminato sta diventando una chimera, è altrettanto vero che saremo in costante formazione, anche a ottant’anni. A me non dispiace affatto.
Frequentate i corsi orientati al lavoro come quelli di Barcelona Activa e quelli di formazione professionale del Cibernarium. Ci sono corsi di tutti i tipi, su come strutturare il proprio profilo nelle reti sociali con la finalità di trovare lavoro, come mettere su un’impresa, come sviluppare la propria intelligenza emotiva, come identificare le proprie caratteristiche e doti e come usare il web come fonte di guadagno. E, soprattutto, rappresentano l’occasione per conoscere molta gente, sia formatori sia alunni.
Fate contatti attraverso le reti sociali, LinkedIn soprattutto. A Barcellona persino nei bar fanno formazione su come redigere un cv e una lettera motivazionale. Tra un cocktail e l’altro si conosce tanta gente e si scambiano idee e contatti, oltre ad imparare. È una città dinamica, in costante trasformazione dove è facile creare occasioni per formarsi e parlare con la gente.
Siamo in un momento di grandi cambiamenti in cui ci richiedono preparazione, creatività e flessibilità.
C’è chi lo chiama precarietà, incertezza e instabilità. io ho deciso di non farmi prendere dall’ansia come facevo prima e di reinventarmi ogni giorno. Forse la “vita da expat” mi ha resa più “espabilada”, come dicono gli spagnoli, ovvero, più sveglia e intraprendente.
In bocca al lupo!
Chi sono
4 Commenti
Ciao… sono un ragazzo che è una vita che pensa di trasferirisi lì, so che la vita è dura e ho letto il tuo articolo in proposito, ma la vita è dura anche qua. Mi piacerebbe finire le scuole superiori in Spagna… sai se questo sia possibilie? Ho fatto due anni qua, il terzo lo stavo facendo quest’anno ai serali… poi ho avuto bisogno di soldi. Io gioco a poker online nella vita e non è male, diciamo che avrei già un mezzo lavoravo se prendessi e partissi. Ma sinceramente vorrei staccare, anche se guadagno meno mi piacerebbe fare altro per un po’… poi viaggiare sul percorso del cammino di Santhiago con qualche competenza in più… beh la mie domande sono le seguenti, sai se ci sono serali che permettono di finire le scuole, che da quanto so sono come da noi? O corsi di lingua gratuiti… e quali sono le reali possibilità per trovare lavoro nel campo ristorazione? Ho fatto un annetto l’aiuto cuoco. Mi piacerebbe fare un po’ di esperienza per poi girare un po’ la Spagna. Grazie mille, ciao
Ciao Sean. Grazie per aver letto l’articolo. Non so se puoi finire le scuole in Spagna, forse i tuoi professori italiani possono aiutarti a vedere se c’è qualche programma di scambio con la Spagna tipo Erasmus però nelle scuole. Sul campo della ristorazione ti consiglio di chiedere al gruppo degli italiani a Barcellona, io non lo so. Sicuramente ci saranno scuole serali per finire gli studi, vedi su internet. I corsi di catalano sono molto economici invece quelli di spagnolo costano. Ma tu puoi studiare le lingue da autodidatta. Poi qui l’ambiente è internazionale e puoi fare “intercambio de lengua”. Tu offri l’italiano e qualcuno ti offre o l’inglese o lo spagnolo, o il francese, ecc.
Che bello questo articolo!!! Hai sottolineato punti essenziali e molto interessanti!!! Sei attiva su instagram? Hai dei contatti? Buona giornata e un saluto a Barce, che non vedo da molto tempo!
Grazie Monica, su Instagram sono @marialuisamalahierba
Il mio blog è https://marialuisamalerba.wordpress.com/