Dall’Italia a Barcellona, al Portogallo in quei luoghi chiamati casa.
Nei primi tempi dell’espatrio, i miei rientri in Italia sono stati abbastanza frequenti, tanto da non farmi rendere conto del distacco con il Bel Paese.
Nell’ultimo anno sono rientrata poche volte.
Il mio vagabondare per il mondo mi ha portato a riconsiderare il concetto di casa. Un luogo fisico dove accumulare cose di cui, il più delle volte, possiamo fare a meno. Un luogo interiore, a chilometri di distanza dalle tue origini, dove a casa mi ci sono sentita.
Di recente sono tornata a Milano e Barcellona. Entrambi non mi appartengono più.
Ogni volta che torno è un’agenda fitta di impegni, poco tempo e tante emozioni condensate.
Ogni volta che vado in Italia, mi sento sempre meno italiana.
Quando ci sto lontana mi scorre nelle vene e nello stomaco. C’è una frase inglese che mi piace molto “the way to the heart is through the stomach” (letteralmente “la via per il cuore passa dallo stomaco”). Adoro qualsiasi tipo di cucina, ma quella italiana non ha paragoni.
Ogni volta che torno a Milano, dopo pochi giorni, ho già voglia di ripartire. Sono sempre più convinta che non sia la città per me. Qui ci sono ancora i miei genitori e pochi amici, ma di quelli buoni.
E’ un sussulto al cuore quando rivedo i miei genitori. Quando si aprono le porte scorrevoli dell’aeroporto, li cerco con lo sguardo e loro, un po’ più invecchiati, sono sempre lì ad aspettarmi, anche agli orari impossibili delle compagnie a basso costo.
O quando vedo la mia migliore amica: moglie, mamma, manager e donna. Penso che mi sto perdendo tanti momenti con lei ed entrambe sappiamo sempre meno delle nostre vite. Ci sono infinite possibilità per restare in contatto, ma abbracciarsi e chiacchierare davanti a un caffè è un’altra cosa. Il caffè è un americano, perché un ristretto non è sufficiente per raccontarsi tutto.
O il mio amico, papà single che, pur di vedermi anche solo qualche ora, lascia i figli a casa e mi promette che verrà a trovarmi e sono sicura che quella promessa la manterrà.
Sono emozioni che fanno pensare ma egoisticamente ognuno si crea la propria vita e la mia, al momento, non è più in Italia.
Al momento dei saluti a famiglia e amici, la frase “ci vediamo presto” ha il sapore di una bugia, perché il “presto” ormai sono almeno 2/3 mesi.
Dopo Milano c’è stata la tappa Barcellona, la mia seconda casa.
Ogni volta che torno a Barcellona penso di esserne innamorata.
Il volo è stato agitato, in tutti i sensi. Quando la hostess di bordo ha annunciato una turbolenza, io quella turbolenza la sentivo dentro. Tornavo a Barcellona consapevole che sarebbe stata una delle ultime volte.
Quando l’ho vista dal finestrino, mi è sembrato di non riconoscerla. In passato, quando la vedevo dall’alto, mi dicevo “Sono arrivata a casa”. Poi, sull’ airbus, tra i turisti meravigliati dalla bellezza della città, ho sentito inumidirsi gli occhi. E’ arrivato il momento di dirsi addio.
Barcellona è stata quel grande amore, passionale, travolgente, quello che finisce e ancora non ne capisci bene il perché ma sai che si è trattato della scelta migliore. Quello a cui, a distanza di anni, ci ripensi, ti strappa un sospiro, alle volte una lacrima, ma che ricordi con un sorriso. Mi sono innamorata così solo una volta nella mia vita.
Al momento dei saluti siamo solo io e te, Barcellona. Per me rimani sempre la città più bella del mondo. Da te, un giorno, potrei ritornare.
È la prima volta che torno in Portogallo da quando l’ho scelto. Sono ancora contesa tra Lisbona e Porto per motivi organizzativi. È solo questione di tempo.
È ora di ammainare le vele ed entrare in Porto. Ogni volta che torno, è qui che voglio restare.
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3 Commenti
Mi rispecchio a pieno nel tuo non riconoscere l’Italia come casa. La prendo anche a mo di gioco, cosi quando torno mi sento sempre in un posto nuovo come fossi una turista. Non mi stupisce poi sapere che resti a Porto. E’ la citta’ dove guardacaso ho fatto la mia prima esperienza all estero, dove sono tornata mille volte e dove tornerei per sempre, ha qualcosa di magico e inspiegabile.
Concordo con te, la città della prima esperienza all’estero rimane nel cuore.
Spero che Porto possa essere quel posto dove sentirmi a casa.
io credo che chi ha la tua sensibilità potrebbe e saprebbe amare qualunque luogo.. perchè è il suo amore a renderlo migliore… ti auguro di trovare ancora tante case.. qui ce ne sarà sempre una per te