Olanda: integrazione e integralismo
Pensieri di convivenza globale in polvere e frammenti
Penso.
Si dice semplice, si confonde facile.
“Olanda terra di gente accogliente, tollerante e per nulla razzista.”
Questa idea è fomentata dalle politiche locali ben note di legalizzazione delle droghe leggere in primis, e dalla teoria diffusa che questo è l’Eldorado, e chiunque ci si può rifugiare.
Nel frattempo, in terra, si scannano sulla posizione da tenere nei confronti degli immigrati, e sui benefici e privilegi a loro concessi.
Nel teatro della mancata integrazione, l’Olanda muove le tende del sipario mostrandosi con occhio nascosto.
Si fa scudo di confini scavalcati da tutti, in nome di un sentimento di accoglienza a volte condiviso solo a metà dalla popolazione locale.
Ma è grande assente nei lamenti sulla bocca di chi è fuori: chi mai la metterebbe nella lista dei paesi intolleranti?
Ci sono 180 nazioni che convivono in questo paese, per giunta tutte rappresentate nella sola città di Amsterdam. Quante volte l’ho già detto non le conto nemmeno più.
L’ho già detto perché questo numero è un dato che mi colpisce, lasciandomi un brivido lungo la schiena ogni volta.
180 nazioni significa quasi il mondo intero, che di paesi ne conta 196.
Penso.
Il mondo intero è concentrato in 41.543 km2 di estensione, di cui ¾ e mezzo di campi e mucche, e allora sì: l’Olanda è il fenomeno massimo della categoria “Integrazione”.
I 180 rappresentati non sono tutti uguali solo perché dividono la stessa aria.
Essere occidentali è una salvezza, essere europei non basta.
Gli europei dell’est sono troppo dell’est.
A volte, gli europei del Sud sono troppo del Sud.
“Sei italiano? Pizza – Mama cooks”.
Sì, sono stata definita ‘mama cooks’.
Dopo un mese, ero diventata “ora che siamo in confidenza: italiani mafia.” Pensi di esserci abituato e non dovrebbe farti più effetto.
Io ho la erre moscia, chi mi ha sentito parlare lo sa. Quando ero piccola c’era sempre qualche bambino che mi prendeva in giro. Quando uno me lo dice da adulto, lo guardo annoiata: pensa veramente di essere simpatico, oppure originale? Ecco, con ‘italiani mafia’ la sensazione è la stessa.
Gli olandesi amano l’Italia e tutti i suoi prodotti, anyway, compresi i maschi italiani per le fanciulle e le curvy italiane per i maschietti.
Penso. Ricordo.
Un’addetta allo sportello comunale ha guardato con aria di disapprovazione i bambini di una donna medio-orientale che facevano confusione e mi ha detto “questo non succederebbe nelle nostre famiglie”.
In occasione di una festa ebraica, ho visto volantini che invitano chiunque a partecipare.
Un commesso indiano di negozio mi ha raccontato di essere in Olanda da 20 anni e di trovarsi bene, ma “è tutta una questione di relazioni: se ti fai amico qualcuno, è più facile che lavori.”
Un cameriere tailandese mi ha detto di essere arrivato da piccolo e di non essersi mai integrato, per via degli olandesi e del loro modo di fare. Dice che vorrebbe tornare nel suo paese, ma per questioni economiche non è possibile.
Un venditore pachistano di bici mi ha spiegato che nel suo paese c’è un governo troppo corrotto e in Olanda, almeno, non è costretto ad imbracciare un fucile.
Un comune impiegato di origine marocchina mi ha confidato che è nato in questa terra ma non riesce a sentirsi olandese.
I musulmani vivono in quartieri a parte, come le varie China-Town e Little Italy.
Le donne girano con il velo. Pensi che lo facciano perché si sentono libere di esprimere loro stesse, scopri che quasi esaltano volutamente le differenze.
È facile trovarle al lavoro nei negozi, magari in cassa.
Non sono negli uffici.
Anche quelli di terza generazione saranno considerati da alcuni “anders”, altro, comunque non olandesi.
Penso.
I generi alimentari più diversi convivono tra loro.
È normale trovare camerieri nei bar che non parlano olandese.
Alcuni olandesi non vedono l’ora di buttarci fuori tutti.
Altri no.
Noi italiani abbiamo la buona cucina e il sole quindi siamo perdonati, lo ho già detto?
Ma siamo troppo fissati con l’igiene e questo a volte è motivo di scherno.
Gli americani sono guerrafondai ma “Mr. Trump, can we just be the second?”.
Nessun olandese ti invita alle loro feste o riunioni, perché sono circoli chiusi.
Sono circoli chiusi perché si parla un linguaggio comune, che si chiama ‘olandese’, che loro sanno essere difficile, ed è normale che ti tengano fuori, esattamente come facciamo noi a casa nostra con un qualunque straniero che venga ad abitare nel nostro palazzo.
Oppure sono circoli chiusi semplicemente perché non si hanno i capelli biondi o rossi.
Le frontiere sono aperte, i cuori in parte, le braccia a volte.
Perché l’Olanda è tollerante: ma tollerante non vuol dire che abbraccia e accoglie tutti. Vuol dire solo tollerante.
Come è tollerante in tante altre cose, che comunque non è detto che approvi.
Ma qualunque cosa sia, l’Olanda è hashtag proud. Proud to be dutch.
Ecco, questo sentimento molti altri popoli non lo hanno.
Ed è così che l’Olanda è integrazione e integralismo, un dualismo imponente di cui non puoi liberarti, in ogni angolo e in ogni respiro.
Vorrei potervi portare fisicamente in quello che vivo, farvi vedere ciò che vedo.
Perché intendiamoci: l’Olanda ha pregi, ha accolto tutti noi, ed il suo mix di culture è la prima cosa che salta all’occhio, che sia da vacanzieri oppure no.
Ma bisogna saperci stare.
E alla lunga, fa l’appello, conta i presenti e segna le differenze.
Penso.
Alla festa annuale del “socializza con i tuoi vicini di casa” una delle mie, pensando di non essere capita, ha detto ai presenti, in olandese, “non mi interessa se questi qui parlano inglese: siamo in Olanda e devono parlare olandese”. Le ho risposto nella sua lingua che l’olandese non è facile da imparare ma comunque qualcuno di noi ci sta provando.
La signora si è allontanata.
Chi sono
10 Commenti
“Le ho risposto nella sua lingua che l’olandese non è facile da imparare ma comunque qualcuno di noi ci sta provando”.
Attendo con ansia anche io questo momento in cui comprenderò ogni singola parola di un olandese e risponderò a tono.
Work in progress, Paola, stasera inizio il corso intensivo livello B1 😀
beh mo’ “ogni singola parola di un olandese” è troppo… coglierne qualcuna = avere il senso del discorso 😀 😉 (studi da qualche mese e sei già al livello B2? brava!)
ciao, sono d’accordo con te , non mi divulgo … chi intende , intenda !
integrarsi é difficile o quasi impossibile , vieni accettato ma non fai parte del “gruppo “,
lo so la lingua é anche difficile , io vivo in Olanda da 20 anni e parlo olandese quasi senza problemi , mi sforzo di imparare ..ogni giorno …dove abito non ci sono italiani ma chiunque usa il “tricolore “per vendere …ristoranti , supermercati , pizzerie , gelati e di tutto e di piú ……quando venivo io qui non c’erano nemmeno gli spaghetti , ora ……turchi ,marocchini , cinesi , olandesi e perfino portoghesi si immettono nel mercato con nomi e “prodotti “italiani ….non parlano italiano , non sanno nemmeno cosa significani i nomi dei prodotti che vendono ma……..in una rivista pubblicitaria di un paio di supermercati leggo …..”ricetta del VITELLO TONNATO . puoi usare a piacere carne di maiale oppure pollo ……” oppure in un ristorante “italiano “chiedo al proprietario da dove venisse e lui mi risponde ..: io sono portoghese , noi portoghesi possiamo imparare italiano ma gli italiani non sanno parlare portoghese ….?????? questo é quello che pensa chiunque sfrutta la nostra cultura , la usa ma la disprezza !!!! Vorrei far sapere quanto tutto questo fa “MALE “.ciao
ciao Bianca, eh, che dire… 🙂 grazie per la tua testimonianza!
Bell’articolo Paola, percepisco che è molto “sentito”. Ho fatto il mio Erasmus a Leiden e ho davvero amato l’Olanda (cibo e tempo a parte) ma credo che viverci sia un’altra cosa.. poi lo studio dell’olandese e il riuscire a farsi degli amici olandesi richieda un grosso sforzo ma non è impossibile. Se sei ancora lì dopo 20 anni credo comunque che prevalga il SI sul piatto della bilancia 🙂
ogni tua riga potrebbe aprire un dibattito, quindi mi limito a ringraziarti, per essere intervenuta e per gli interessanti spunti che hai fornito:)
Io questo olandese avevo iniziato a impararlo ma più ho conosciuto i locali più mi è passata la voglia.
Dopo aver avuto una relazioni con un olandese, incontrato famiglia e amici e avere lavorato in un’ azienda olandese a me l’interesse di integrarmi è proprio passato.
L’Olanda ha un allure quando la guardi da fuori, quello che tutti chiamano tolleranza in realtà non esiste, loro ignorare tutti coloro che sono diverso da loro. Questo non è un paese che abbraccia e tollera, è un paese che ignora all’insegna di una ricerca sempre solo del benessere del singolo.
Questo è un paese piatto nella geografia e nella espressione personale e ogni forma di differenza deve essere appiattita nella forma peggiore, ignorandola e non accettandone l’esistenza. Infatti loro dicono “doe maar normal”.
P.s. Quello che la signora ha detto all’incontro con i vicini e me è stato detto più volte, con la differenza che Io ero stata invitata a cena dalla persona che lo diceva.
“Questo non è un paese che abbraccia e tollera, è un paese che ignora all’insegna di una ricerca sempre solo del benessere del singolo”: (purtroppo) concordo, spesso va così anche secondo me. Ciao Cris, un abbraccio
Ciao Paola! Anche io vivo in Olanda e mi sono ritrovata nelle tue parole…specialmente quando parli di tolleranza vs. integrazione. Ho vissuto in altri paesi del Centro e Nord Europa, e devo dire che l’Olanda è quello in cui mi sono trovata meglio se parliamo di accoglienza, ma è vero, non sei parte di una comunità ma sei solo ‘accettato’. E questo fa un po’ tristezza a volte, perchè ti mancano delle radici, di qualsiasi tipo, ma bisogna pur accettarlo, considerando che al loro posto anche noi ci comporteremmo nella stessa maniera se non peggio. Detto questo, è bello anche vedere che, se non sei completamente accettato dagli autoctoni, hai un’intera comunità internazionale intorno a te. E questo non si trova dappertutto. Tanti auguri per tutto!
Cara Serena, grazie mille per il tuo commento e scusa tanto per il mio mostruoso ritardo nel risponderti! Tanti auguri anche a te 🙂