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La notte è piccola per me.

di Tatiana Oslo
notte-oslo

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Il mio lavoro, visto da un non addetto ai lavori, può sembrare abbastanza noioso
.

Dai le chiavi, riprendi le chiavi e indichi la via per l’ascensore.

In realtà, la vita del receptionist in un hotel è molto di più.

Tutto parte dalla prenotazione delle stanze, pratica che accade di solito in due modi, per telefono o per posta elettronica.

Esistono vari tipi di ospiti, quelli che hanno viaggiato mediamente molto e si sono fatti un’idea di come si devono comportare e quelli che invece non lo sanno.
Il modus operandi dell’uomo d’affari è quello che piace di più agli addetti al ricevimento, chiaro e conciso: ho bisogno di una stanza singola dal giorno tot al giorno tot, mandatemi conferma che la prenotazione sia stata effettuata.
Quando leggo una mail così sono in pace con me stessa e con il resto del mondo, lavoro pulito e veloce.

Poi arrivano le serate come quella di ieri in cui sento puzza di guai appena arrivo in ufficio.

La collega mi avvisa di non innervosirmi e di avere pazienza, di capirli, che non sanno quello che dicono, che in fondo, probabilmente anche loro saranno brave persone, con dei figli, dei nipoti, problemi al lavoro.
Sento che la tensione sale e che devo iniziare ad avere paura.
La collega mi dice che mi ha lasciato tre mail perché proprio non se la sentiva a rispondere, io sono di sicuro più brava di lei, buon turno, buona notte.

Apro la posta come fosse un pacchetto sospetto che potrebbe contenere qualsiasi cosa, anche una bomba.

Non sembra tanto male, dai, sono sicura che la collega abbia esagerato, a proposito, mi devo ricordare domani di dire alla capa che non mi piace questo atteggiamento, non si può solo passare la patata bollente al prossimo.

“Buonasera”, leggo, “mi chiamo Pinco Pallo e ho bisogno di una stanza dal milleuno al milledue per due persone, la stanza deve essere posizionata lontano dalle altre perché ho il sonno molto leggero e non potrei sopportare di sentire rumori provenienti dal corridoio, dall’ascensore, dalla piazza sottostante l’hotel o da vicini che praticano sesso con veemenza”.

“Sono allergico al glutine e mia moglie ai farinacei, quindi sarebbe auspicabile un menù personalizzato per i giorni della nostra permanenza”.

“Necessito di asciugamani di lino perché ho la pelle molto delicata e non posso rischiare arrossamenti della cute utilizzando la classica spugna”.

Leggo tutto e decido di passare alla prossima mail prima di rispondere a questa, anche perché non darei una risposta oggettivamente elegante.

“Salve, sono stata da voi la settimana scorsa, abitavo nella stanza tot, ho lasciato una busta in bagno contenente un paio di mutande di cotone, una scatoletta con del filo interdentale e uno spazzolino da denti da viaggio, potreste inviarmi il tutto al mio indirizzo in Papua Nuova Guinea? Rimango a disposizione per pagare la spedizione del pacchetto”.

Passiamo alla terza mail sperando di tirarmi su il morale.

“Salve, scrivo dall’agenzia viaggi Oche alla scoperta del mondo con sede in Italia, ho bisogno di un preventivo per un gruppo di venticinque persone suddivise in singole, doppie e triple, per due notti a ferragosto.
Dato che voi il ferragosto non lo festeggiate, l’ho letto su internet, suppongo che da voi non sia alta stagione. Auspico nella vostra gentilezza per farci un prezzo di favore, pensavamo a venticinque euro a persona a notte per la mezza pensione, tanto se non veniamo noi l’albergo mica lo riempite quella sera”.

Non faccio in tempo a finire di leggere che suona il telefono.

Buonasera, Hotel Che Bello posso aiutarla?” “Si, senta, mi perdoni, sono Pinuccio, abito nella stanza ventidue al secondo piano, sono rimasto fuori dalla mia stanza, potrebbe venire ad aiutarmi?
“Ma certo signor Pinuccio, arrivo subito, mi dia il tempo di salire”.

Prendo il telefono di servizio e corro di sopra, arrivo nel corridoio e lo trovo attaccato al muro, completamente nudo con solo un asciugamano da viso per coprirsi le parti intime ed il cellulare in mano.
Sono una professionista e non faccio una piega, mi avvio alla porta e gli apro, saluto e scendo di nuovo, in realtà muoio dalla curiosità.

Mezz’ora dopo faccio il check-in ad una coppia che evidentemente non si conosce, si devono essere incontrati la sera stessa.
Gli consegno la chiave della stanza e se ne vanno. Lui scende dopo cinque minuti e mi domanda se conosco un posto dove andare a comprare qualcosa da mangiare.
Gli do le indicazioni ed esce.
Non tornerà più.
La signorina rimasta in stanza mi ha telefonato cinque volte durante la notte per avere notizie del fuggitivo.
Incredula, il mattino dopo mi ha detto: “probabilmente mentre andava a prendere da mangiare si è dimenticato la strada per tornare“.
Si, signorina, deve essere così, ha proprio ragione.

Fatemi ricominciare a lavorare, che la notte può regalare altre sorprese.

Vi saluto che arriva Pinuccio, non lo stavo neanche riconoscendo vestito.
Buona notte e sempre buonumore dall’albergo Che bello

 

notte-oslo The scream, Edward Munch

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