Valentina - Stoccolma
Sono Valentina, ho ventisette anni e vivo a Stoccolma. La prima volta che ho preso in considerazione l’idea di passare un periodo in Svezia ero appena tornata da Malaga. Mi ero già arresa all’idea di dovermi fermare a Milano per iniziare una tesi di fine università. E poi, un professore mi ha sprovvedutamente proposto di partire: cosa ne pensa della Svezia? In realtà niente di magnifico. Per me la Svezia era uno di quelle mete buone sulla carta dove solo quelli “bravi” e “ricchi” potevano accedere. Ma chi l’aveva mai presa in considerazione? Ma chi ci voleva andare così a Nord? Dopo la Spagna e pure d’inverno… E quindi ho detto sì. Una sera di gennaio sono sbarcata in mezzo alla neve e come ad ogni sbarco capii di avere torto: perché la Svezia era proprio pensata per essere accessibile a tutti ma la strada per capire cosa volesse veramente dire era ancora lunga. Dopo aver passato sei intensi mesi nella città universitaria di Linköping lo shock culturale era troppo grande da mandare giù e non ho provato a restare. Dopo la laurea ho accettato un lavoro che mi ha fatta viaggiare e vivere in Italia, Germania e Olanda. Ma la questione svedese non si chiudeva, e quindi sempre con il mio lavoro ho spinto per un progetto di altri sei mesi a Borȧs. Alla fine di quel contratto era evidente che non avesse senso andare da nessun’altra parte e che se avessi voluto veramente conoscere questo paese avrei dovuto mirare alla capitale. Mi sono presa dei mesi di disoccupazione e ho cercato lavoro a Stoccolma dove vivo da gennaio 2020. Insomma, la mia non è stata una storia d’ amore a prima vista. E’ stata una storia di incomprensioni, fughe, ritorni, analisi e sconvolgimenti di prospettive. La Svezia è un paese difficile ma quanto diventa affascinante se la si vuol osservare. Quanto è bella Stoccolma e quanto mi sento fortunata. Sindrome o realtà, sono Valentina, vengo da un paesino sul ramo del lago di Como e sono tornata in Svezia per restarci ancora un po’. Solo un altro po’. Dico sempre così.