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Paese che vai, gaffe che fai!

di Emilia Cuzzocrea

Paese che vai, gaffe che fai!

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L’altro giorno riflettevo sul concetto di “educazione”… Avete mai fatto caso a come anche questa, che ci viene trasmessa sin dai primi anni di vita, sia differente a seconda del Paese in cui ci troviamo?

Ora vi racconto qualche mia vicissitudine che Paperissima levate proprio! 😛

Cipro, prima esperienza di studio all’estero ed ospitata in famiglia. Finisco tutto ciò che ho nel piatto e la “mamma” continua a rimpizzarmi fino a che non la supplico di smetterla… Solo dopo ho scoperto che lì, se hai apprezzato la pietanza, devi lasciare qualcosina nel piatto per dimostrare di essere sazio! In Calabria è il contrario 😛

Pechino, ragazza alla pari. Cucino gli spaghetti al sugo alla famiglia, loro pensano bene di cambiare il mio condimento e mangiarli insieme all’anguria… Perché? Sono entrambi rossi! Mi volevo sotterrare, ho temuto mi radiassero dalla mia Nazione  e, sempre la mia nonnina non mi parlasse più…

Pechino, fase 2, studentella sbarbatella universitaria, uno dei miei compagni giapponesi è costretto ad interrompere gli studi e rientrare a casa. Io, affranta, mi alzo e lo abbraccio. Lui, poverino, si ghiacchia, cambia tonalità, la sua pelle olivastra diventa rossa. Respinge il mio abbraccio e mi spiega che non essendo una coppia non era lecito fare ciò! Ma che ne sapevo io?!?

Erasmus, Dublino, io e la mia amica (più matta di me) andiamo in un pub. Che strano, direte! Nel frattempo ci raggiungono anche gli altri amici. Io e lei chiacchieriamo e gesticoliamo, quando dal nulla arriva un’irlandese super offesa e furibonda. In testa sua la stavamo deridendo per il suo modo di ballare, ma in testa nostra non l’avevamo nemmeno vista! Dovettero intervenire gli altri ragazzi e spiegarle che noi, in quanto italiane, parliamo con le mani. -.-

Zhengzhou, fine lavoro. Una conversazione weird con un taxista cinese, lui insisteva nel chiedermi l’età, e io, dal mio sedile sgangherato, insistevo che non volevo rispondergli! Ovviamente si rideva ma lui non capiva il perché io sottolineassi che essendo una signora non fossi tenuta a dirgli quanti anni avessi.

Tornata a casa ne parlai con la mia coinquilina, lei si fece una grossa risata e mi disse che il buon uomo, avendo notato che non porto la fede al dito, probabilmente voleva accasarmi con qualche figlio o nipote a me coetaneo. Altro non era che una forma di gentilezza.

Ultima ma pessima, Cambogia, un tempio (di cui mi sfugge il nome). Chiacchiero con un monaco e per salutarlo gli stringo la mano… Solo dopo ho scoperto che, a causa mia, quel giovane monaco avrà dovuto pregare molte ore in più… Mi sento tuttora in colpa!

Potrei raccontarvene molte altre, ma temo mi deridiate per tutta la vita, quindi attendo le vostre avventure per farmi anche io qualche risata! 😉

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