Parlare finlandese, per molti, pare un ostacolo insormontabile. Oggi, per rendervela più vicina, vi presento cinque curiosità su questa lingua. Quante ne conoscevate?
Legolas parlava finlandese (o quasi)
Parlare elfico vuol dire, volendo, parlare finlandese. Il celeberrimo filologo e scrittore J. R. R. Tolkien ha preso ispirazione dal finlandese per il Quenya, una delle lingue elfiche ne “Il Signore degli anelli”. Come spesso accade, filologi e linguisti si appassionano ad una o molteplici lingue per i motivi più svariati. Ammettiamolo: questi ultimi non sempre sono razionali. Tolkien amava il finlandese poiché lo riteneva eufonico, ovvero un piacere per l’udito. La prima volta che ho ascoltato un audio in finlandese, infatti, mi è sembrato un misto tra il greco e una qualche melodia vagamente familiare.
Il finlandese è una lingua inusuale
La percezione di Tolkien è in parte giustificata dal fatto che il finlandese è oggettivamente inusuale. Appartiene, infatti, ad una famiglia linguistica ben distante dal resto delle lingue parlate in Europa. Non ha nulla a che fare con il germanico (come l’inglese e il tedesco) o con le lingue romanze (cioè italiano, francese e via discorrendo). È vicino solamente all’ungherese e all’estone (per citare le lingue più conosciute di questa famiglia).
Per parlare finlandese occorre conoscere sedici casi
Tra le numerose difficoltà nell’apprendere una nuova lingua, ci sono aspetti fonetici (pronuncia) ma anche grammaticali come i casi. Se avete mai studiato il latino o anche solo il tedesco sapete che significa. Per parlare finlandese occorre conoscer ben 16 casi e le eccezioni alla regola non mancano! Insomma, dopo aver studiato oltre 10 lingue senza problemi, mi sono bloccata studiando i casi finlandesi. Il fatto di essermi trasferita durante la pandemia e aver quindi trascorso i primi due anni in totale isolamento, non ha certo agevolato la mia impresa…
Parlare finlandese: Standard (yleiskieli) oppure parlato (puhekieli)?
La lingua che si sente camminando per le strade di Helsinki non corrisponde esattamente a quella descritta nelle grammatiche. Il finlandese standard (yleiskieli) si parla ma soltanto in contesti formali perciò quando uno straniero come me si esprime usando il finlandese insegnato a lezione, può risultare un po’ rigido se non addirittura ridicolo. Se volete davvero integrarvi nella società e parlare finlandese come un local allora dovrete imparare il puhekieli. Il modo migliore è proprio quello di trascorrere del tempo ascoltando attentamente la gente del posto. Come in tutte le cose, ci vogliono pratica e un po’ di coraggio, ma non dimenticate che i finlandesi apprezzano davvero lo sforzo!
Parlare finlandese: parole curiose e falsi amici
Se vedete la scritta pieni sul menù di un café, non sta per il plurale di pieno, bensì per piccolo. Poro sta per renna mentre takki non c’entra con le scarpe ma significa giacca. Alcune parole mi fanno sorridere, per come suonano o semplicemente perché in italiano ricordano tutt’altro. Pupu è il coniglietto mentre pipo è il berretto invernale, kakku sta per torta invece kokki è il cuoco. Matto significa tappeto mentre Matti è il nome maschile più diffuso in Finlandia, tanto che si usa per definire una persona (generica) che compie un’azione, ad esempio mattimyöhäinen è qualcuno che arriva sempre tardi oppure nukkumatti è l’uomo dei sogni (sandman in inglese).
Quale di questi fatti o curiosità conoscevate già? Avete mai sentito parlare un finlandese? Cosa vi ricorda il suono di questa lingua? Fatemelo sapere nei commenti!