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Partorire in Irlanda

di Margherita Irlanda

Ho scoperto di essere incinta del mio secondo bimbo nel dicembre del 2009, proprio quando, dopo anni di tentativi, ero sulla via della rinuncia o meglio sulla via dell’accantonamento momentaneo.pregnant-518793_640

La mia migliore amica si sposava in giugno in Italia e non volevo perdermi il suo matrimonio per niente al mondo. 
La notizia di una nuova gravidanza mi colse veramente impreparata: ancora una volta il mio corpo e i suoi periodi naturali di infertilità si erano presi beffa di me.
Il mio bimbo l’ho comunque amato fin da quando ho visto quella lineetta di diverso colore (chiedo scusa al mio compagno se uso l’aggettivo Mio e non Nostro, so che lui si infastidisce per questo, e’ per una questione di praticità) ma c’erano delle cose che mi preoccupavano:1) non sarebbe stato facile spiegare alla mia amica che mi era impossibile partecipare al suo matrimonio..essendo 8 mesi gravida.2) la nascita del mio primo bimbo purtroppo e ’segnata anche dalla morte, dopo soli 2 giorni, del nonno paterno, e ricordo di aver pensato quando ho realizzato di essere incinta di nuovo: Oh Dio e a chi tocca ora?3) una volta risolto il primo problema(la mia amica fu comprensiva) e scacciato il secondo pensiero(era morta una zia 90nne e pensai che eravamo pari)..restava la terza preoccupazione: L’organizzazione della sanità irlandese mi ha sempre lasciato un po’ interdetta, quindi ora che non avevo nessun altra scelta come avrei gestito questi 8 mesi e il parto senza perdere la testa? (il mio primo bimbo e ‘nato in Italia dopo una gravidanza normalissima straseguita da un amico ginecologo che mi ha coccolato x 9 mesi). Per il bene del bimbo e anche mio decisi di non pensarci troppo, del resto qui nascevano bambini tutti i giorni e molti più che in Italia, quindi Keep calm e.. prega. Alla quinta settimana dopo che le analisi fatte in laboratorio confermano la mia gravidanza, chiamo il medico generico e chiedo alla segretaria quando fosse possibile incontrarlo per procedere con la prima ecografia, e con mio grande stupore mi sento rispondere che la routine è la seguente: c’è un incontro con una midwife(una sorta di ostetrica che sostituisce in tutto e per tutto la figura del ginecologo) intorno alla 12 settimana che poi si prenderà cura di prenotarti una eco nelle settimane seguenti. Se si tratta di secondo figlio la prima eco potrebbe slittare di diverse settimane. Sono previste 3 eco nel corso dell’intera gravidanza, una iniziale dopo la 13° settimana , una seconda eco intorno alla 24° e una terza a fine gravidanza.Inutile dire che non aspettai nemmeno la fine della chiamata per farmi venire la crisi di nervi abbondantemente preannunciata.

Le cose poi sono andate un po’ diversamente, infatti a causa di dolori forti al ventre venni sottoposta ad una eco intrauterina poche settimane dopo che, grazie a Dio, confermò che il mio bimbo stava bene.

The_Midwife_titlepageAl primo incontro con la midwife sono arrivata accompagnata da tutti i miei pregiudizi di cui sopra, ma con grande sorpresa nel giro di 10 minuti questa santa donna li ha smontati e rispediti in Italia con biglietto sola andata. Ricordo che dopo avermi fatto poche domande e compilato dei fogli mi disse con tono molto materno” Ti va di vedere il tuo bimbo?”Ma certoooooo che si le dissi. E lei aggiunse: “non hanno un ecografo moderno in studio ma una vecchia apparecchiatura che però ti da la possibilità di vedere il bimbo , andiamo nell’altra stanza ma non dirlo a nessuno che l’abbiamo fatto.
”E certo che no” le dissi.. poi invece mi scappò dalla gioia di dirlo a qualcuno…
E mentre, quasi in lacrime, sia io che il mio compagno guardavamo sul monitor quella che eravamo convinti essere la nostra prima bimba, la midwife ci suggerì di registrarlo con il telefonino per farlo vedere anche al fratellino a casa. Che incontro eccezionale fu , quasi passo ‘in secondo piano il fatto che avrei dovuto aspettare altri due mesi prima di quello successivo.

Il resto della gravidanza e’ proseguito senza intoppi. Ho fatto, credo, in tutto due prelievi di sangue e le mie 3 “sole” ecografie in territorio Irlandese, ma le due volte che sono tornata in Italia il mio amico ginecologo ne ha fatto qualcuna extra e poi ci è stato annunciato e confermato che a metà luglio sarebbe arrivato un altro maschietto..

Purtroppo al sesto mese di gravidanza il mio papà ci ha fatto un brutto scherzo, ha avuto un infarto e ci ha lasciato, lui che non vedeva l’ora di vederlo nascere questo nipotino per portarlo in bici o per giocarci a carte proprio come aveva fatto con l’altro nipote.. e invece la vita ancora una volta ci ricordava che siamo di passaggio e che davvero bisogna fare del nostro meglio per renderlo unico questo viaggio.

I tre mesi successivi son stati pieni di lacrime, risate, ricordi, progetti, un mix di emozioni indescrivibili. La forza di mia mamma e il conforto di mia sorella sono stati fondamentali per il proseguimento della mia gravidanza. L’amore del mio compagno e di nostro figlio, anzi dei nostri figli, hanno reso tutto meno pesante.

Poi una notte di luglio, vado a dormire un po’ dolorante ma tranquilla perché mancavano una decina di giorni al parto e, invece, mi sveglio dopo poche ore e mi accorgo che avevo delle perdite. Chiamiamo l’ospedale e mi consigliano di recarmi li per fare una ecografia di controllo.

Arrivo poco dopo e mentre la midwife mi fa un tracciato che non evidenzia contrazioni, vengo però trattenuta per via di quelle perdite di sangue.
 Mi spediscono in reparto, e li incontro un’altra midwife che si presenta col nome di Frances. Compiliamo l’ennesimo questionario e Frances mi consiglia di fare un bagno caldo. Mentre mi accompagna mi chiede da dove vengo e rispondo che sono Italiana, mi racconta che quando era bimba i suoi genitori la portarono da Padre Pio che fece il miracolo di farla guarire dalla polio. Aggiunge che ogni anno torna in Italia per ringraziarlo e che ha un amica che fa l’ostetrica in Italia.
Poi quasi a leggermi in faccia qualcosa che non avevo il coraggio di dire, mi sospira all’orecchio: “Siete molto indietro in Italia dal punto di vista ostetrico.”
Avendo passato comunque le due gravidanze in paesi diversi ho pensato che forse toccava a me giudicare ma decido di non entrare in polemica con Frances, perché in quel momento credevo che mi avrebbe seguito x il midwiferesto del travaglio, appena si decideva ad iniziare, e quindi non sarebbe stata una mossa astuta dirle che si sbagliava, e che in Italia eravamo moooltooo più avanti rispetto all’Irlanda.
 Frances mi suggerì, dopo aver fatto il bagno, di usare la palla medica x 20 minuti, la sedia a dondolo x altri 20 minuti, di camminare e di stare sdraiata il meno possibile se volevo che questo bimbo nascesse presto. Comunque concluse dicendo che avevo 2 ore di tempo e se non dilatavo il mio compagno andava a casa e io sarei rimasta da sola.
“Sti cavoli… però Padre Pio non ti ha fatto dono di un po’ di compassione e pietà verso il prossimo” pensai.
 Iniziai a fare tutto ciò che mi aveva suggerito e poche ore dopo avevo dilatato 7 cm. A quel punto mi disse che ero pronta per entrare in piscina a far nascere il mio bimbo.
 L’avevo sognato x 9 mesi il parto in acqua. L’acqua era piacevolmente calda, e dopo qualche minuto cominciai a rilassarmi e lo feci talmente tanto che dopo un oretta a mollo bloccai il travaglio. Il bimbo non si incanalava quindi le 2 midwife che mi seguivano in piscina mi consigliarono di uscire x accelerare il travaglio. Sorvolo sul dolore che ho provato una volta uscita dall’acqua. L’atmosfera era un po’ suggestiva, ricordo questa musica un po’ Chill out e tutte queste midwife intorno a me che mi incoraggiavano e mi dicevano di ascoltare il mio corpo. E io il mio corpo lo ascoltavo eccome, infatti mi diceva FAAAA MALEEEE, MUOVITIII
!!!  Dopo un oretta di contrazioni ormai senza sosta ero pronta per tornare in piscina e nel giro di pochi minuti tra una spinta e l’altra spunta la testa del mio bimbo: ero pronata a pratorire! Ci spiegano però che bisogna aspettare che esca tutto il corpo, le midwife pronte a bordo piscina nn possono toccarlo finche non esce, se lo fanno il bimbo in automatico cerca di respirare ed è pericoloso. Pochi secondi e mio figlio esce fuori quasi nuotando. Che emozione, me lo appoggiano subito nel petto e loro che carine si preoccupano immediatamente di chiedere il telefono al mio compagno x farci una foto. Poco più tardi scoprii che le due midwife che mi avevano seguito in piscina, non avevano una grande esperienza di parti in acqua, il reparto era infatti aperto da qualche mese e non era stata fino ad allora una scelta molto gettonata, perché oltre a dovere rientrare sotto certi parametri di pressione del sangue, peso corporeo e assenza di altre patologie, non puoi nemmeno far uso di metodi antidolorifici, quindi niente epidurale o niente gas, solo tu la natura e la provvidenza. Nonostante ciò io non mi ero accorta di nulla.
Dopo un’oretta a ricucire, vengo spedita in un nuovo reparto, camera singola con tv e bagno privato. Un premio che spetta solo alle mamme che fanno tutto al naturale e di cui ho usufruito x sole 24ore, infatti non vedevo l’ora di tornare a casa dal mio bimbo piu grande e cominciare questa nuova avventura.
Dal giorno successivo al mio rientro una midwife e’ venuta a controllare me e il bimbo per 10 gg, e visto che l’allattamento non proseguiva come speravo mi hanno suggerito di partecipare ad un gruppo per mamme che allattano che si svolgeva una volta alla settimana. Ed e ‘grazie a questo gruppo e in particolare ad una midwife di nome Deirdre, che è diventata poi una cara amica, che non ho mai interrotto l’allattamento al seno per 10 mesi, nonostante le grosse difficoltà, che poi ho scoperto essere difficoltà di tante mamme. Diffidate di chi vi dice che l’allattamento e ‘”la cosa piu’ naturale che esista”..non e ’per tutti uguale!

E’ stata un’ esperienza eccezionalmente ricca di meravigliose sorprese, un viaggio dentro una realtà che non conoscevo ma che avevo già etichettato erroneamente. 
Mi sono sempre riproposta di scrivere una lettera di ringraziamento e di scuse a tutte quelle midwife (midwives in realtà, essendo plurale) che ho sottovalutato perché accecata dai miei pregiudizi e dalla mia presunzione, e finalmente mi e’capitata l’occasione giusta.

Grazie Frances (e a tutte le tue colleghe), avevi ragione! 
Cheers

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2 Commenti

Eli 08/12/2016 - 17:21

Bellissimo racconto. Però l’ostetrica aveva ragione purtroppo : in Italia siamo indietrissimo sull’ambito ostetrico. La medicalizzazione, come emerge anche da questo racconto, è altissima, a dispetto di TUTTE le linee guida nazionali ed internazionali che la scoraggiano attivamente. Teoricamente anche in Italia gravidanza, parto e puerperio dovrebbero essere dell’ostetrica (la midwife non è “una sorta di ostetrica” è un’ostetrica punto!) , ma purtroppo i ginecologi si prendono tutto lo spazio e medicalizzano anche la paziente più fisiologica. Non per niente siamo il Paese con il più alto tasso di cesarei.

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Margherita 09/12/2016 - 13:52

Grazie Eli, è stata un esperienza indimenticabile. A distanza di sei anni ancora mi emoziono, e spero che le cose cambino in Italia dove la gravidanza viene vista come un business spesso su cui speculare. Un abbraccio e buone feste.
Margherita Derry-Irlanda

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