Il mio piccolo Circo Massimo
Allora, c’è questo piccolo angolino che ho scoperto in città, che mi ricorda tanto il Circo Massimo.
Il Circo Massimo è il mio posto d’elezione a Roma. Non c’è niente di speciale, lì. Non è vicino casa di mia madre. Non è vicino quella che era casa mia. Non è nemmeno vicino a casa di qualche ex fidanzato.
È semplicemente un posto accanto al quale passavo, forse piuttosto spesso considerata la grandezza della città, ma nemmeno poi tante volte, considerato il ritmo della mia vita.
Quello che c’è di caratteristico al Circo Massimo è che non c’è niente.
Per un lungo periodo, non c’è stato niente niente davvero; poi, hanno cominciato a scavare, riducendone lo spazio in superficie con l’ambizione di aumentarlo in profondità.
Chi ha visto il Circo Massimo sa di cosa parlo: un luogo di una certa grandezza, un vuoto cosmico al centro città, con il traffico che gli svetta tutto intorno ma quel buco non se ne accorge.
Ci fanno i concerti gratis, d’estate, ogni tanto.
Ci allestiscono i palchi degli eventi speciali, come quella volta che la Ferilli sfilò in bikini per la AS Roma.
Il Circo Massimo è particolare per i romani, ed era il punto di fuga per me.
Un punto quasi forzato, sotto certi aspetti; qualcosa di cui dovevo aver bisogno.
Ho sempre visto persone con le idee chiare su tutto, il luogo preferito da visitare, la zona preferita della città, la band preferita, la canzone preferita, il divo preferito. Io non ho mai avuto le idee chiare su niente, non volevo e non mi interessava fare selezione.
Però, sapevo che avevo bisogno del punto di fuga. Così un giorno mi sono detta che il Circo Massimo poteva essere una buona scelta.
Sufficientemente vicino, sufficientemente lontano. Capace di farmi volare con il suo vuoto.
Capace di fare da spazio in cui effettuare test, con i suoi luoghi immensi, il suo nulla, la sua storia.
Ci ho passato momenti di ogni tipo, al Circo Massimo.
Lo ho visto di giorno e di notte, d’inverno e d’estate.
Ho preso da casa una coperta a strisce e la ho messa nel portabagagli della macchina, pronta ad utilizzarla ogni volta che mi girava di andarci e sdraiarmi.
Ci ho pensato tanto, nel Circo Massimo.
Ci ho fatto il punto della situazione e quello della vita.
Ci ho preso decisioni più o meno importanti e ci ho preso il sole.
Ci sono andata con il pezzo di sopra del costume da bagno.
Ci sono andata scendendo al volo dalla macchina, al ritorno da qualche parte, solo per qualche minuto.
Ci ho portato una persona speciale.
Ci sono andata in tacchi, come interludio di qualche serata d’autore.
Ci ho cantato Battisti mentre qualcuno suonava una chitarra, e anche senza.
Ci ho guardato le stelle.
Ci ho bevuto birra, una volta tentando con un’amica di aprire la bottiglia per mezzo di un accendino e finendo per chiedere aiuto ai nostri vicini di coperta a strisce che campeggiavano poco più in là.
Una sera ci ho visto delle bellissime sfere colorate. Occupavano quasi metà superficie, era un’installazione artistica estiva e suggestiva.
Ci ho fumato, quando fumavo.
Ci ho visto le rovine della casa emersa con gli scavi in profondità; con un’amica abbiamo scavalcato le recinzioni e siamo andate a sentire da vicino le vibrazioni di un pezzo di storia.
Tutto questo non c’è in Olanda, ovviamente, e non c’è in nessun altro paese.
Non c’è un clone del Circo Massimo e fino ad adesso non c’è nemmeno un luogo che sia punto di fuga.
Ma l’altro giorno ne ho trovata una versione in miniatura.
Molto in miniatura.
E anche molto per caso, del tutto inaspettato.
Questo modellino di Circo Massimo è fatto più o meno uguale – stessa forma allungata ma più piccola.
C’è del verde incolto, fondamentalmente un’altra specie di vuoto cosmico abbandonato in città.
Non ci sono rovine antiche – ci sono tronchi. Un po’ rovinati.
Per accedervi, devi scivolare un po’.
Come al Circo Massimo.
Devi scivolare un po’.
Nei tuoi sogni, nei tuoi pensieri.
Essere consapevole che stai entrando in un piccolo punto di astrazione.
Quello di cui non so se tutti abbiano bisogno, ma io sicuramente.
La cosa strana è che finora, in tutte le volte che sono tornata a Roma, al Circo Massimo non ci sono ancora andata.
Forse ho avuto paura di fermarmi a scivolare in me stessa.
Ora, però, ho trovato il backup dei miei pensieri.
Devo solo trovare la spinta per proseguire.
Chi sono
1 Commento
Brava Paola……in questo momento sto pensando qual è il posto del cuore per me. Perché ognuno di noi credo ha un posto, un riferimento, un luogo dove riflettere, pensare, immaginare o semplicemente …stare bene.