Dannato tempo olandese, ma come fa la gente a viverci? Ahh, io non potrei mai. E poi fa freddo. E il vento, non parliamo del vento. Vabbeh che loro hanno i coffee shops, si chiudono lì e non ci pensano. Ma io proprio no!”
Queste sono le frasi standard pronunciate dai signori X e Y, provenienti dall’Europa del Sud, quando parlano del clima dell’Europa del Nord. Noi italiani siamo l’Europa del Sud, per intenderci, per gli olandesi. Tutto ciò che sta sotto la Svizzera.
Provo a espandere il concetto.
“Vado a vivere in Olanda”
“Ma che sei matta? Piove!”
La seconda è la frase pronunciata da B, quando A comunica che si trasferisce nei Paesi Bassi. ‘A’ sarei io.
Allora, piove.
Ma non è che abitiamo in zone paludose o nei territori con i monsoni.
Piove, come pioverebbe in Italia, anzi forse pure con meno danni visto che qui per ora i ponti stanno in piedi, gli argini non crollano e i canali non esondano – almeno per la mia piccola esperienza. Da qualche anno a questa parte, inoltre, non mi pare che l’Italia se la stia passando molto bene. Io poi vengo da una delle zone di Roma vicine al Tevere, ogni autunno e inverno la pioggia batte incessantemente ed ogni settimana un pezzetto straripa ed ogni volta tutti restano basiti.
Quindi no, non mi preoccupa la pioggia in Olanda.
A – “Piove, sì. Vorrà dire che userò l’ombrello.”
B – “Tu non ti rendi conto. Adesso ti sembra carino, dopo diventerà un incubo. Non sei abituata. Dopo fa freddo.”
‘Dopofafreddo’ viene scandito come parola unica, per rimarcare bene il concetto.
Fa freddo. E pazienza, mi copro.
Ma poi non è che abitiamo al Polo Nord, o in Canada a -30.
Prima di prendere la decisione di trasferirmi qui, mi sono informata. Parlando con gli stranieri del posto, hanno dichiarato che “non fa tanto più freddo, è più lungo l’inverno”. Una persona mi ha perfino detto “penso di non esagerare se ti dico che io sento più freddo quando torno a Milano”. Sull’umido, invece, rifletto. Io ho un ginocchio molto malatino, potrebbe decidere di non seguirmi in questa avventura. “Giammai che un’articolazione mi fermi!” – mi dico, però – “Ci penserò quando sarà il momento. Tanto il ginocchio comunque è già spacciato.”
Decido di applicare il metodo sempre efficace del ‘ci-penso-dopo’.
A – “Piove e fa freddo, lo so, lo ho messo in conto. E comunque io alla fine vado a Utrecht, che è più riparata di Amsterdam.”
B – “Per me stai a fa’ una stronzata.”
Apro parentesi. Devo ammettere una cosa. Se c’è un paese europeo che non avevo mai considerato un possibile candidato per un trasferimento anche temporaneo, questo paese era proprio l’Olanda. Troppo umido, l’acqua, i reumatismi, non ce la posso fare, nnnjafacc’. A me piace un altro tipo di umido, quello delle spiagge e del caldo. E oggi son qui. Nuova lezione: mai dire mai. Chiudo parentesi.
Tre mesi dopo, al gate dell’aeroporto di Schiphol intesso una conversazione con una famiglia di ritorno a Roma. Brusio, sorrisi, che fai, di dove sei, ti presento mio figlio, e:
C – “Scusa ti posso fare una domanda? Ma tu viaggi spesso, vero? Cioè, vieni spesso qui?”
A – “Ehm, veramente ci vivo”
C – Ahh a Paolé, eh no!! Stai a sbajà! Ma come fai con questo tempo che hanno loro?? Piove e fa freddo…”
Fortuna che gli olandesi dicono che le temperature si stiano alzando.
Dicono che ad ottobre abbiamo avuto un’ondata di eccezionale caldo – 14 gradi di massima. Dicono anche che abbiamo avuto un’estate strana. Dopo un giugno e parte di luglio costellati da pioggia incostante, è arrivato il sole e con sé i 30 gradi. Pioveva solo di domenica. Quel tot che bastava a rinfrescare l’aria e innaffiare i giardini. Siamo stati così fino a settembre, poi siamo andati in primavera, poi dopo tre settimane è arrivato l’autunno, che a sua volta è sceso rapidamente fino all’inverno. Rapidamente, ma progressivamente. Dandoci quasi il tempo di abituarci.
Penso, allora, che forse il trucco per sopravvivere a un nuovo clima sia semplice: comprendere che le stagioni possono avere un’altra velocità. Qui è tecnicamente autunno, con le foglie gialle a terra ma con i boccioli che spuntano e la colonnina di mercurio che dice di andare a sciare. Decisamente improduttivo pensare al clima che lasci, molto più utile concentrarti su ciò che vivi e sul calzino che indossi, che ogni giorno si trasformerà in un tessuto più pesante. E tutto diventa subito più normale.
L’aspetto psicologico fa il resto. Quando sai che non hai altra scelta e devi adattarti, lo fai, se sei quel tipo di persona.
Così succede che apprezzi anche il gelo quando non c’è vento, quando quella manciata di numeri bassi sembra perfino calda. Succede che arrivi a zero gradi, sono le otto e mezzo di mattina di un inizio novembre, il sole ancora sta finendo di sorgere e tu ti ritrovi a dire “eh ma io questo freddo non lo sento”. Come mai in Italia a 10 gradi stavo con la sciarpa, il cappello e mi veniva la bronchite, e qui invece esco solo in maglione con la bellezza di gradi 5, e il 98% di umidità, e non ho nemmeno un raffreddore?
Apro ancora parentesi. Ma che roba è il 98% di umidità, esiste sul serio? Chiudo di nuovo parentesi.
Certo, comunque ogni tanto piove.
Ed ecco come finisci per distinguere i turisti dai locali. I primi aprono l’ombrello. Chi vive qui, invece, lo sa: l’ombrello non serve. Perché, se la pioggia è sottile, non si sente e non vale la pena scomodarsi per coprirsi, tanto è così imprevedibile che non sai nemmeno quanto dura, e se la pioggia è grossa ci sarà vento e l’ombrello non ti riparerà. Quindi, scegli di bagnarti.
Tanto poi ti asciughi.
D – “Piove.”
E – “E allora? Che sei fatto di pasta di zucchero, che ti sciogli e non puoi stare a contatto con l’acqua?”
Questa è la risposta di una olandese a un italiano che commenta la pioggia.
Chi sono
14 Commenti
Vivo a Londra e a me fanno sempre gli stessi discorsi ma come dici tu semplicemente le stagioni sono diverse le giornate pure. A milano se piove piove per una settimana…qui invece in un giorno mi fa tutte le stagioni 🙂 siamo donne forti, saranno mica due gocce di pioggia a fermarci! (Pure io honrinunciato all’ombrello!)
Come si dice? “Di necessità, virtù”! Buona domenica, Flavia ^_^
E io che mi sono trasferita in Canada???? 😉
Ti ammiro e, soprattutto, ti abbraccio! 😀
Dai Paola, sul fatto che il clima sia pessimo “non ci piove”. D’altronde sono gli stessi olandesi a dirlo. Dai noi certo può essere più estremo, molto più caldo, molto più freddo, ma di sicuro molto più soleggiato.
Quello olandese è invece mediamente cupo, grigio, freddo e ventoso, ovunque. Forse non dopo un anno o due, ma dopo un po’ incomincia a pesare.
Pensa, Giovanni, che qualcuno ha risposto che dopo qualche anno ci si abitua. Allo stesso modo, penso sia difficile anche vivere sempre a temperature oltre i 45°. Grazie per il tuo messaggio, è proprio il segno di come tutto sia soggettivo! Buona serata 🙂
….ci si abitua a tutto, anche al Canada con -25 e pioggia ghiacciata!!
Sono d’accordo! Un abbraccio dall’Europa!
Tieni duro Paoletta, l’umidità nobilita, considera che hai il vantaggio della resilienza….
PS= non ho capito se Bob e il coniglio di pezza sono la stessa cosa..
buona serata
no! sono due entità diverse. decisamente diverse 🙂 il mistero si infittisce… un abbraccio Maurizio, grazie!
tesoro mio, l’Olanda è bellissima, come qualunque altro posto, se sei felice, e con le persone che ami. Il clima non è poi un gran problema, ci si abitua, oddio +60 gradi dell’Arabia preferirei evitarli. Come dici tu però mai dire mai. L’unico problema è che siamo lontane 🙁
Ti abbraccio forte, Anna!
Ciao Paola!
Io vivo a Eindhoven da 8 anni 🙂
La differenza che vedo con Milano è l’escursione termica più forte. D’estate anche quando arrivano i 30 gradi, di notte si scende comunque a 15 e ci vuole il golfino; e d’inverno ho visto coi miei occhi la colonnina toccare i -25°C (che però non non vedo più andare oltre i -10 da almeno 5 anni e negli ultimi due non ha mai toccato oltre i -5, a riprova che gli olandesi han ragione a dire che fa sempre più caldo, tanto che la gara di pattinaggio delle 100 città non si fa più da oltre 10 anni)
E’ vero che l’inverno è più buio, ma è compensato da un’estate con luce fino a tarda sera.
E’ vero che fa mediamente più fresco, ma poi ti cambia il termometro interno e ti abitui, col risvolto che vai a Milano e ti trovi in sandali e condizionatore acceso quando di gradi ce ne sono 25!
In 8 anni di italiani ne ho incontrati un po’. E’ vero che c’è chi non si abitua e non ce la fa (e non è solo il clima, è l’insieme delle cose), è umano e comprensibile; ma c’è anche chi si adatta benissimo, ci sono anche quelli. Direi metà e metà.
Io appartengo alla metà che si è abituata benissimo anche se le differenze restano: a settembre ho chiesto alla mia vicina olandese perchè mettesse la crema solare ai figli, che di sole ce n’era ma secondo me non da richiedere la crema; a ottobre lei mi ha chiesto perchè avessi messo la giacca ai figli, visto che l’aria era giusto un filo frizzantina 😉
Su, su, un po’ elasticità mentale che non fa male!!! Lo scoglio del clima è davvero relativo!
Giulia, la tua storia è molto bella e il suo finale ancor di più! Grazie per la tua preziosa testimonianza 🙂