Decidere di partire per una nuova vita cambia in maniera drastica il tuo rapporto con le persone che ti stanno vicino.
Diventi improvvisamente al centro dell’attenzione, la tua scelta sarà il principale argomento di conversazione, insieme a tutta una serie di osservazioni e consigli più o meno richiesti. Lavorando a contatto con il pubblico, poi, la portata del fenomeno aumenta esponenzialmente.
Queste sono le 7 cose che le persone mi hanno detto nel mio periodo pre-expat…
1.“Quanto vorrei essere al tuo posto”
In genere seguito da “ se fossi più giovane/ se non avessi i figli/ se non avessi gli animali/ se non avessi il lavoro”.
Probabilmente sono armati delle migliori intenzioni e credono di farti sentire meglio; tuttavia, non considerano che espatriare non è come andare in vacanza. Tu sai benissimo cosa stai perdendo e perché, sai che all’inizio sarà dura e fai fatica a ritenerti fortunata come loro vogliono farti sentire.
2. “Ma si sta così bene qui!”
Seguito dai motivi per cui il proprio paese rappresenta il posto migliore del mondo.
Il sole, il buon cibo, la famiglia, la lingua madre. Lo spirito nazionalistico sembra entrare magicamente nelle persone che ti stanno vicino, anche se passano la maggior parte del tempo a lamentarsi delle cose che non funzionano nel paese.
3. “Ma si sta così male lì!”
Seguito da una serie di luoghi comuni del paese dove sarai diretta.
Nel mio caso, condizioni climatiche fredde e umide, sole con il contagocce, abitudini alimentari diverse (e, secondo loro, peggiori senza speranza di redenzione), non ultimo il sentito dire di amici/cugini/parenti che pensavano di trovare El Dorado e se se sono amaramente pentiti.
4.“Non pensare che parti e risolvi tutti i tuoi problemi”
Nessuno lo pensa.
Lo spera, ovviamente, ma non è questo il punto. I motivi che spingono una persona a muoversi possono essere gli stessi di chi si sposta dal Sud al Nord o da una città all’altra nel proprio paese: avvicinarsi ad affetti, maggiori prospettive lavorative, bisogno di ricominciare una nuova vita.
5. “Andando via stai portando la tua formazione altrove”
Esatto.
Ho persino incontrato chi mi ha dato della “traditrice” perchè mi sono formata in Italia e sto cercando lavoro all’estero. Queste persone non tengono conto, però, che il costo della formazione l’ho pagato al mio paese, lo stesso che nonostante i requisiti che avevo raggiunto non mi garantisce una sicurezza economica e personale.
6. “ Conosco un amico/parente/conoscente che si è trasferito lì”
E’ incredibile come il posto dove sei diretta diventi magicamente il centro del mondo quando decidi di espatriare!
7. “Allora sei pronta?” con la variante “Ci siamo quasi, eh?”
Questa è la domanda più comune che mi hanno posto.
La verità è che non si può essere pronti. La documentazione può essere completa, le valigie preparate, il biglietto prenotato. La risposta che dai dipende dal grado di confidenza che hai con la persona che ti pone la domanda, ma difficilmente sarà un “sì” seguito da un sorriso spontaneo.
…più una.
“In bocca al lupo”
Ci sono persone che ti guardano negli occhi e ti augurano in bocca al lupo, che tu possa realizzare i tuoi progetti, che tu abbia la forza di affrontare le avversità, e ti dicono con un sorriso che sei una donna forte e ce la farai.
A queste persone, quelle a cui lasci un pezzettino di cuore, non ti rimane altro che rispondere: “viva il lupo”.
Chi sono
8 Commenti
Expat anestesista in Francia, dopo 4 anni ancora ricordo il commento: “ma come farai con il francese? …ah si, effettivamente per fare il medico anestesista la lingua straniera non serve….!”
E potrei citarne altri..
Anna, Normandia
A volte credo sia difficile parlare di un argomento così delicato come l’espatrio da parte di chi non lo sta vivendo in prima persona…e questo purtroppo credo porti inevitabilmente a commenti e osservazioni spiacevoli. Non credo se ne rendano neanche conto!
Buongiorno Roberta, ho letto i tuoi post e guardando il calendario ho visto che sei partita ieri….che la forza sia con te, andrà tutto bene.
Ti ringrazio molto, far parte di questo splendido gruppo di persone mi ha dato molto coraggio 🙂 La forza scorre potente in me al momento, spero di reggere fino a che questo roccambolesco momento sarà passato!
Ciao Roberta, ho letto i tuoi tre post e da quest’ultimo capito che ormai dovresti essere a tutti gli effetti una expat :-). Ho lasciato anche io l’Italia, ben 16 anni fa!! Portavo, come te, una laurea via con me (in scienze forestali) e qualche esperienza lavorativa in Italia. Non conoscevo neanche una parola della mia nuova lingua, lo svedese. Ma sono partita e da quello che ho letto l’ho fatto con il tuo stesso spirito positivo. Mi ero sempre detta che ce l’avrei fatta. E così è stato! Ora con lo stesso spirito positivo sto affrontanto un altro grande cambiamento, lascio la Svezia :-).
Sono convinta che con la tua positivà tutto andrà bene. Facci sapere!
In effetti sono partita, è già passata una settimana! Sono positiva anche se le difficoltà ci sono, prima tra tutte quella di trovare casa e lavoro, ma non demordiamo! Sono felice di condividere questa esperienza con tante donne coraggiose che possono dire di avercela fatta!
Mi sembrava di aver capito che raggiungevi il tuo compagno, intendo per il problema di trovare casa.
Purtroppo no, dobbiamo spostarci insieme perchè al momento lui condivide una stanza con due persone in una casa molto affollata e stiamo cercando un posto per vivere insieme. Purtroppo Dublino ha affitti carissimi e sto facendo fatica a trovare il mio primo impiego come veterinaria, al momento sto valutando anche altre opzioni…ma un modo lo troveremo sicuramente 🙂